EDUCARE SI PUO’ E SI DEVE

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Gli approfondimenti di Alessandro Pagano e Domenico Bonvegna

Guardando alla storia dell’educazione, si scopre che le prime comunità vigilavano compatte sui comportamenti e sull’applicazione della pena e marchiavano col fuoco i trasgressori di alcuni valori base.

Le conseguenze di quest’emergenza sono il venir meno delle certezze, dei valori e delle speranze che danno un senso alla vita. Si diffonde facilmente, tra i genitori come tra gli insegnanti, la tentazione di rinunciare al proprio compito, e ancor prima il rischio di non comprendere più quale sia il proprio ruolo e la propria missione.

Così i fanciulli, gli adolescenti e i giovani, pur circondati da molte attenzioni e tenuti forse eccessivamente al riparo dalle prove e dalle difficoltà della vita – ha spiegato Benedetto XVI -, si sentono alla fine lasciati soli davanti alle grandi domande che nascono inevitabilmente dentro di loro, come davanti alle attese e alle sfide che sentono incombere sul loro futuro “.

Tempo fa Giovanni Cantoni studioso ed esperto di dottrina sociale, sul problema educativo, lanciava l’allarme dicendo che il giovane d’oggi vive una situazione paradossale: nessuno dei rappresentanti delle tre principali agenzie educative (la famiglia, la scuola, la parrocchia) e vale a dire il padre, l’insegnante e il prete di fatto si prende cura del ragazzo. Questi tre educatori non insegnano più nulla al giovane. Ognuno di loro ribalta sull’altro il gravoso impegno del rapporto educativo. Così il ragazzo è “educato”da altre agenzie, in particolare dai mass media e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Esiste un disorientamento diffuso, una frequente abdicazione degli adulti dall’assunzione delle proprie responsabilità educative verso i giovani: dalla mancata trasmissione di regole, dall’assenza di una fissazione di limiti. In particolare è venuta meno la figura paterna. La sua funzione primaria di genitore è venuta meno. Alcuni addirittura parlano di “morte del padre”.

Smarriti dal martellamento sugli effetti della violenza, molti genitori e insegnanti non comprendono di essere corresponsabili. Essi da tempo hanno abdicato al proprio ruolo sino al punto da inchinarsi al volere dei giovani e chiedere loro come gli aggrada vivere, per poter meglio esaudire i loro desideri “. (Rosa Alberoni, Dove nasce l’emergenza educativa, 17.5.08 Il Domenicale).

I genitori da guide autorevoli si sono trasformati in baby sitter assecondandoli nei loro errori, fingendo di non vederli e spesso condividendo i loro comportamenti

I mass media di converso da tempo, esaltano l’apparenza, il dio denaro, l’essere aggressivi, il sesso facile, il successo ottenuto senza sacrificio e senza alcuna forma di laboriosità, l’assenza di doveri. Spesso suggeriscono di seguire il proprio volere e i propri desideri.

Sii libero di scegliere, di agire come vuoi e di cambiare idea e valori quando ti pare. Così in pratica il quindicenne di turno – con la stessa enfasi con cui esprime il suo tifo per la squadra del cuore – sostiene che la verità non esiste oppure che ciascuno ha la sua “così, scrive giustamente lo storico Marco Invernizzi.

La battaglia per salvare i nostri figli passa quindi anche attraverso il forte ridimensionamento dei media dalla nostra vita quotidiana.

Alessandro Pagano
Domenico Bonvegna
Grazie a Il Mascellaro
EDUCARE SI PUO’ E SI DEVEultima modifica: 2008-07-04T02:15:39+02:00da ritina5
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Un pensiero su “EDUCARE SI PUO’ E SI DEVE

  1. il problema è che l’educazione è diventata una scienza e gli educatori sono in realtà degli edulcoratori.
    post a breve, grazie dell’idea.
    un abbraccio

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