NON TOCCATEMI, MI SUICIDO


La famiglia di Emma Kemp, una paziente inglese, denuncia che, nonostante la donna avesse il 50% di possibilità di sopravvivere al cancro, è stata lasciata senza trattamento dai sanitari, perché “non collaborativa”: era una donna con difficoltà di apprendimento. Un altro uomo è stato lasciato morire di fame in ospedale “perché non parlava”: un altro soggetto con difficoltà di apprendimento.

Il termine “difficoltà di apprendimento” è all’incirca lo pseudonimo di “ritardo mentale”.

E’ quanto denunciano l’Independent e il Telegraph: l’accesso dei disabili mentali al Sistema Sanitario è carente. Già: chi non è come gli altri viene (forse) ritenuto necessario che si adegui, oppure si arrangi; e non è certo una mentalità solo inglese. Questo ci fa pensare ad un certo modo di guardare ad Eluana, ma a tanti anche meno gravi di lei, che vengono trattati non come gli altri perché “non sembrano come gli altri”. D’altronde, se è normale accettarne la soppressione prima che nascano…The Independent

Si legga anche questo reportage di una famiglia che ha visto lentamente morire la figlia disabile, e si sente dire dai medici “avevamo mal giudicato la sua qualità di vita”. E un’inchiesta del Sistema Sanitario riporta che i disabili subiscono discriminazioni e disattenzione da parte del Sistema sanitario stesso.
Carlo Bellieni

NON TOCCATEMI, MI SUICIDOultima modifica: 2008-08-02T00:19:50+02:00da ritina5
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6 pensieri su “NON TOCCATEMI, MI SUICIDO

  1. Scusami ma non penso proprio che la medicina ufficiale sarebbe riuscita a guarire quella donna. Come dici? aveva il cinquanta per cento delle possibilità?
    E’ proprio questo il punto: quella donna aveva il cinquanta per cento delle possibilità. Questa è statistica. E la statistica non è una scienza, non fin tanto che fa esclusivo riferimento ad una sola ed unica variabile, ossia l’errore.
    Hai mai sentito parlare di gente guarita dal cancro grazie alla chemioterapia piuttosto che alle radiazioni ionizzanti o qualsiasi altra diavoleria del genere? Non credo. Semmai avrai sentito parlare di statistiche. Come vedi torniamo sempre al punto di partenza. I dati statistici non sono reali, ma potenziali. Quindi falsi alla base, poichè fondati sull’errore.
    Perdonami lo sfogo.

    Ciao.
    Davide.

  2. Un’altra cosa… non firmerò mai per la ‘Difesa Per La Vita Di Eluana’.
    Perché?
    Perché anche lei ha diritto a non soffrire più. Oltre che i suoi cari.

    Ciao.

  3. Caro Davide, il problema non è centrato sulle statistiche ma sulla discriminazione subita da alcuni disabili; sulla presunzione di alcuni medici che credono di sapere LORO quale vita sia di qualità e quale non valga la pena di far continuare. Sul problema che non firmerai mai per difendere la vita di Eluana, starei più attento; nessuno ha diritto a non soffrire più, altrimenti dovremmo uccidere tutti quelli che soffrono di malattie inguaribili, bada bene, inguaribili ma non incurabili. E poi, chi ti dice che uno non voglia continuare a vivere anche in certe contizioni? Alcune testimonianze raccontano che si sente, ci si emoziona, si ha fame e sete, ecc. Siccome non ne sappiamo granchè dobbiamo considerare “vivo” chiunque respiri e ha il cuore che batte.

  4. Ciao, passavo di qua e mi sno fermata al tuo blog che mi è piaciuto…ho pensat di dedicarti un pai di premi, se li gradisci.
    Passa a prenderli quando vuoi…ti aspetto

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  6. Grazie, “il 5 maggio”, passerò da te molto volentieri, ma il più bel premio è la tua amicizia; mi farà piacere conoscerti! UN BACIONE!

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