L’UOMO VECCHIO

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Con questo canto Claudio Chieffo esprime una vera e propria preghiera: la domanda appassionata di un uomo che cerca realmente il compimento di sé e comprende che tale compimento può venire solo da un Altro.

 

C’è inoltre in questa canzone una lucida consapevolezza del peccato dell’uomo. Esso è all’origine di una debolezza costitutiva, di una incapacità ad essere veri, a raggiungere il proprio destino,a stabilire rapporti umani autentici. Senza questo riconoscimento del è proprio peccato, della propria incapacità, non si riesce più a capire nulla della vita. E purtroppo questo riconoscimento è merce rara nella coscienza dell’uomo di ogni tempo.

La tristezza che c’è in me

l’amore che non c’è

hanno mille secoli

Il dolore che ti do

la fede che non ho

hanno mille secoli.  

Sono vecchio ormai, sono vecchio sì,

questo tu lo sai ma resti qui.  

Io vorrei vedere Dio,

vorrei vedere Dio,

ma non è possibile;

ha la faccia che tu hai

il volto che tu hai

è per terribile.

Sono vecchio ormai…

Ascoltami, rimani ancora qui,

ripeti ancora a me la tua parola.

Ripetimi quella parola che

un giorno hai detto a me

e che mi liberò  

Io vorrei veder Dio…  

La paura che c’è in me

l’amore che non c’è

hanno mille secoli.

Tutto il male che io so

la fede che non ho

hanno mille secoli.

Sono vecchio ormai, sono vecchio sì,

ma se tu vorrai mi salverai  

Ascoltami…

La Ballata dell’uomo vecchio – Claudio Chieffo

Grazie al Centro Culturale Rebora

 

Centro Culturale Rebora

L’UOMO VECCHIOultima modifica: 2008-08-03T22:19:15+02:00da ritina5
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4 pensieri su “L’UOMO VECCHIO

  1. Cara la mia ritina, io con la mia vocina, ti lascio una salutina.
    noooooo
    non ci so fare!
    ciao carissima!

  2. Ciao carissimo amico. Non ha importanza se non ti vengono le rime, tu hai il cuore, se non la favella, di un poeta! Buona giornata!

  3. Proprio in questi giorni ho gustato il meraviglio DVD “Concerto per un amico” di Claudio Chieffo. Che spettacolo: il suo sguardo rivolto verso quel mistero di Dio per cui ha lavorato una vita intera, un volto (nonostante gli evidenti effetti della malattia) trasfigurato davvero dalla grazia di Dio, una voce ancora chiara e forte in grado di esprimere e suscitare emozioni, e un Rosario attorcigliato al braccio sinistro segno di una appartenenza precisa… e un popolo in ascolto! La canzone che hai postato, carissima Graziella, insieme a “Canzone degli occhi e del cuore” sono le mie preferite. Grazie per questo ricordo.

  4. Sono anche le mie preferite, insieme a Il fiume e il cavaliere, che ha segnato la mia “resa”a Cristo. Con Claudio avevamo ribattezzato la Canzone degli occhi e del cuore chiamandola ‘A Canzona ‘ru core ca vola, la canzone del cuore che vola! Lui si portava dentro il Mistero, e i suoi canti ce lo mostravano. Ora è gia un anno che gode della Sua Visione…
    Ti abbraccio, mio carissimo amico!

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