EDDY E NOI: LA DIVISA DELL’UOMO BUONO

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DAVIDE RONDONI
 Gli han spaccato la testa perché non gli piaceva il modo con cui certi mandano in rovina la vita della gente. Il ghanese di oltre cinquant’anni, Edward G. detto Eddy, a Milano da vent’anni a lavorare, se ne andava in giro per panchine e bar frequentati da drogati (e dai loro fornitori) a scuoterli, a dire: non andartene così, non finire in questo schifo. E per questo, per il fastidio che dava, secondo le cronache, ha rimediato una scarica di botte in testa. Con una mazza da baseball. La storia­di un mese fa, ma solo l’altro giorno, con l’arresto del boss dello spaccio di quella zona che lo ha massacrato,­venuta fuori chiaramente. Dapprima, vista la zona e le caratteristiche dell’assalto, si era pensato a un regolamento di conti tra spacciatori. Invece no. Il ghanese Eddy aveva la colpa di dire ai ragazzi, specie agli africani come lui che incontrava: non buttatevi via. Con l’età di un padre, e con la pazienza di uno che non ha avuto la vita facile, Eddy, secondo le ricostruzioni, girava per quelle panchine con una specie di missione. Lo aveva impressionato, nei primi mesi d’Italia, aver diviso l’appartamento con un ragazzo fuggito dalla famiglia per buttarsi nell’eroina. Ha finito per dar fastidio al ‘ras’ del Parco Solari, che lo ha assalito fino a rompergli la testa con la mazza da baseball.
  Una storia che potrebbe perdersi tra le mille e mille che si consumano nelle panchine dove vediamo tanti, troppi ragazzi – immigrati e no – distruggersi. E diventare pericolosi per se per gli altri. Eddy andava a mettere la mano all’inferno. Non so se sia un pazzo. So che faceva quel che si dovrebbe fare. Perché la mano all’inferno la deve mettere certo la polizia (e ora, persino, l’esercito); la deve mettere lo Stato. Ma se non la mettiamo anche noi, se non la mette anche qualcuno di noi, che ha solo la ‘divisa’ del padre e dell’uomo buono, l’inferno finirà per vincere. Perché Eddy, pur se uno degli ultimi arrivati, per così dire, tra gli italiani, rappresenta una specie d’avanguardia per tutti noi. Insomma,­andato più avanti. Là dove in pochi tra noi rischiano di andare.
  Un’avanguardia che serve ad aprire la strada. E come accade nelle guerre che chiamiamo con questo nome, i primi sono i più esposti ai colpi. Ci rimettono più spesso le penne. Eddy è ­sopravissuto e ha raccontato la sua storia. Che ora tutti possiamo conoscere. La droga­ nelle nostre strade un demonio scatenato.
  Arriva a ghermire persone nei posti più impensabili, a bruciare il cervello e la vita di gente che ha tutto, dentro stanze finemente arredate e in famiglie che sembrano felici. E poi là fuori, nei parchi, lungo i fiumi che attraversano le città,­un demonio che sta sfigurando la vita di tanti e dei ragazzi arrivati qui per far fortuna. Ci vogliono i soldati, ma ci vuole anche Eddy. Ci vogliono i poliziotti, ma ci vogliono anche dei padri; soprattutto per questi giovani arrivati senza niente e facili prede, sciaguratamente affamati di soldi facili e di sballo. A Eddy hanno spaccato la testa perché la piantasse. Se la sua storia servisse a motivare altri come lui sarebbe un bel segno tra gli immigrati. E tra gli italiani. Per mobilitare gente a mettere una mano buona in quell’inferno fatto di parchi sotto casa, lungofiumi o portici di un’Italia bella e spaventosa. Dove si agita un demonio che non guarda né il conto in banca né il colore della pelle. Da Avvenire

EDDY E NOI: LA DIVISA DELL’UOMO BUONOultima modifica: 2008-08-13T22:27:54+02:00da ritina5
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