LA RAGIONE SI E’ FATTA CARNE

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  Nei giorni scorsi ha fatto molto scalpore la “conversione” di Anthony Flew perché l’accademico era il più celebre esponente dell’ateismo filosofico. Nel suo insegnamento – a Oxford, York, Toronto – e nei suoi famosi libri, come God and Philosopher, per anni ha contrapposto la razionalità alla fede in Dio, demolendo – da questi presupposti – ogni possibilità del soprannaturale.

 

All’età di 81 anni ha ribaltato tutto: “Tutta la mia vita è stata guidata dal principio del Socrate platonico: segui le prove, dovunque ti conducano”. Le ricerche dei biologi, spiega oggi, hanno mostrato una così incredibile complessità nell’organizzazione della vita che è impossibile non riconoscere un’intelligenza superiore. Vuole dire che non è razionalmente possibile negare l’esistenza di Dio dopo aver osservato la struttura della vita.

 

Eppure ci sono ancora scienziati e intellettuali che la negano. Sembra più pregiudizio ideologico, il loro, che razionalità. Paolo VI osservò: “ La Chiesa Cattolica è oggi la sola che difenda la ragione”. Esagerava? Il professor Piero Bucci, a un congresso scientifico sulla “Probabilità nelle scienze”, dichiarò: “Supponiamo che io vada in una grotta preistorica, e vi trovi incisa, su una parete, una scritta, per esempio: ‘Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ che la diritta via era smarrita’. E supponiamo che io dica ai miei colleghi: in quella grotta, a causa dell’erosione dell’acqua, della solidificazione dei carbonati e dell’azione del vento, si è prodotta, per caso, la prima terzina della Divina Commedia. Non mi prenderebbero per matto? Eppure non avrebbero nulla da ridire se dicessi loro che si è formata per caso la prima cellula vivente, che ha un contenuto d’informazioni pari a 5.000 volte l’intera Divina Commedia”.

 

Il caso Flew dimostra che la ragione si sta facendo strada. E se davvero Flew sarà fedele al suo motto (“segui le prove, ovunque ti conducano”) non si limiterà a riconoscere l’esistenza di un Dio lontano che ha tessuto l’universo con la sua Sapienza, ma finirà per scoprire che quel Dio lontano è venuto a cercarci. Finirà anche Flew per affacciarsi alla grotta di Betlemme dove quella misteriosa Sapienza si è fatta uomo.

 

I greci antichi chiamavano Logos l’evidente razionalità dell’universo, l’ordine misterioso che tutto governa, dal microscopico mondo degli atomi al macrocosmo delle galassie. E San Giovanni inizia il suo Vangelo con una notizia che riguarda proprio quella misteriosa razionalità che ci salva  dall’assurdo: “Il Logos si è fatto carne ed è venuto ad abitare fra noi”. Poi aggiunge un’altra immagine per celebrare l’Incarnazione, la nascita di Gesù: “venne nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”. Tutte queste immagini – il Logos, la Ragione , la Luce – spiegano la recente “provocazione” del cardinale Ratzinger che alla Sorbona di Parigi – dunque nel tempio del pensiero francese-laicista più pretenzioso – ha spiegato: è il cristianesimo il vero Illuminismo.

 

Qualcuno sobbalzerà: il Natale – di solito considerato dolce festa dei sentimenti e del cuore – come festa dell’Illuminismo e della razionalità? E’ un concetto succulento, magari provocante. Ma che significa esattamente? Ratzinger (insieme a un grande filosofo, René Girard) spiega: il cristianesimo ha messo fine a tutte le superstizioni e le religioni. In effetti i cristiani, appena entrano nel mondo, vengono perseguitati nell’Impero romano con l’accusa di “ateismo”. 

 

Perché sembravano “atei”? In che senso la nascita di Gesù ha sbaragliato tutte le superstizioni e tutti gli dèi? Perché tutte le religioni e le superstizioni si fondavano sulla sacralizzazione della Natura (la forma del cosmo), del Potere (la forma politica della vita comune) e della Violenza (la forma dei rapporti umani).

 

Sacralizzazioni che sembravano dare un qualche ordine (profano) alla vita. Ma un ordine da schiavi. Il cristianesimo – dicono Ratzinger e Girard – si presenta come un’anti-religione: rivela che né la natura, né il potere statuale, sono sacri e che non esistono mai ragioni superiori per sopprimere vite umane o per sottometterle.

 

Le religioni sono un tentativo (imperfetto) dell’uomo di innalzarsi al Cielo (tentativo frammisto di molti errori ed aberrazioni). Il cristianesimo è un movimento inverso, dall’alto verso il basso, è Dio stesso che scende sulla terra e spazza via gli dèi: rivela che la natura – a partire dal Sole e dalla Luna – non è sacra, ma è sottoposta al dominio dell’uomo ed è conoscibile, nelle sue leggi, dalla razionalità umana (già la Genesi ebraica dà questa fondamentale rivelazione). Rivela poi che neanche il potere mondano può pretendere gli attributi della divinità, dell’assoluto (proprio perché non sacrificavano all’Imperatore scattano le prime persecuzioni anticristiane), nessun assetto politico può pretendere la perfezione e l’intoccabilità, ma è un ordine terreno, laico e perfettibile sempre.

 

Così il cristianesimo spalanca il mondo alla ricerca razionale dell’uomo per capire le leggi dell’universo e alla libertà umana che non può più essere sottomessa a un dominio assoluto.

 

Infine con l’avvento del cristianesimo si rivela che non esiste nessuna sacralità della violenza, cioè nessun motivo superiore può giustificare l’omicidio, nemmeno Dio stesso, perché il Dio di Abramo (che si è rivelato con l’episodio di Isacco) è quello che rifiuta sacrifici umani e si è fatto Lui stesso uomo e vittima sacrificale per mettere fine così a tutti i sacrifici umani della storia, comunque siano ideologicamente o ritualmente motivati. Con Cristo entra nel mondo – per la prima volta, spiega Girard – la “pietà per le vittime” che – fra mille contraddizioni e retromarce – ha plasmato questi duemila anni ed oggi, aggiunge Girard, sta silenziosamente dilagando come la vera cultura globale del mondo, anche nelle civiltà non cristiane (da qui la loro risposta violenta e intollerante).

 

Dunque per Ratzinger il cristianesimo rappresenta un’esaltazione della ragione, della libertà e del bisogno di amore. E’ il vero Illuminismo. Molto spesso nelle recenti polemiche francesi o italiane sulla laicità, si torna assurdamente a contrapporre la ragione e la fede cristiana. Così condannandosi però a non comprendere la nostra civiltà. Massimo Bordin, su Radio Radicale, ha obiettato, nei giorni scorsi sull’uso che io faccio del termine “illuminismo” come connotazione del cristianesimo. “Ci manca solo” ha aggiunto Bordin “che adesso ci presenti Leonardo Sciascia come un cattolico”.

 

Mi dispiace per Bordin, ma non credo che Sciascia si dichiarerebbe affiliato all’Illuminismo francese. In un’intervista a Laura Lilli di Repubblica, nel 1980, lo scrittore si lamentò proprio del fatto che in Italia lo si considerava “un illuminista, peggio, un voltairiano” e poi spiegò: “non voglio Voltaire come padre”. Certo non amava affatto il clericalismo (neanche io), ma l’agnostico Sciascia chiedeva che la Chiesa non privasse il mondo dell’annuncio cristiano per degenerare in club umanistico: “senza annuncio chiaro e centrale della Trascendenza, senza speranza di non morire, la religione” diceva “diventa un club umanitario, un sindacato, un circolo di specialisti in etica, ma non un messaggio che appaghi i bisogni profondi del cuore umano”. Sciascia volle poi morire con il crocifisso tra le mani. Era quell’uomo inchiodato alla croce infatti il vero Illuminismo, “la luce che splende nelle tenebre”. Fidarsi di un Dio come Lui mi sembra la più alta razionalità, la somma saggezza, quella che unisce insieme la mente e il cuore.

 

Antonio Socci    

 

da  Il Giornale, 24.12.2004

 

        

 

Sono incline a credere

 

che se a un uomo viene a mancare la fede

 

diviene suddito, se crede è libero.

 

Alexis de Tocqueville

 

 

La democrazia in America.

 

Grazie a Karamazov

 

LA RAGIONE SI E’ FATTA CARNEultima modifica: 2008-09-25T22:54:16+02:00da ritina5
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20 pensieri su “LA RAGIONE SI E’ FATTA CARNE

  1. Cavolo, ormai riconosco l’odoro di Socci fin dalle prime tre righe! 🙂

    > “Eppure ci sono ancora scienziati e intellettuali che la negano [il disegno intelligente ndr]. Sembra più pregiudizio ideologico, il loro, che razionalità.”
    Ma dico, che cacchio ne sa Socci di genetica e di biologia per permettersi giudizi del genere?

    > “Il caso Flew dimostra che la ragione si sta facendo strada. E se davvero Flew sarà fedele al suo motto (“segui le prove, ovunque ti conducano”) non si limiterà a riconoscere l’esistenza di un Dio lontano che ha tessuto l’universo con la sua Sapienza, ma finirà per scoprire che quel Dio lontano è venuto a cercarci. Finirà anche Flew per affacciarsi alla grotta di Betlemme dove quella misteriosa Sapienza si è fatta uomo.”
    E ti pareva. A cosa servono anni di studi e di ricerche quando è già tutto scritto? A cosa servono anni di studi e di ricerche quando per conoscere la via verso la verità bastava chiedere a Socci?

    Viste le discussioni su Padre Pio e sulla ragionevolezza, vorrei chiedere: ma allora la verità sul bambinello Gesù che è anche Dio che anche Padre che è anche Figlio che è anche Spirito Santo, che è anche il Grande Disegnatore Intelligente si raggiunge “seguendo le prove” (scientifiche, razionali) o “seguendo” e basta (Socci, Giussani, CL, la Chiesa)?

  2. Questo non c’erntra niente con la discussione: Guido quanti anni hai? sei un ragazzino vero? vediamo.. tra i 18 e i 23.

    Un’amica una volta, dopo avermi spiegato una serie di cose mi ha detto “questa è la verità”. Di solito io trovo da criticare anche una minuzia, ma lei è una persona particolare, per cui dopo una scarada di farneticazioni, lei ha chiuso la discussione. Io ho cercato di capire, mi sono messo in una condizione inferiore alla sua per cercare di raggiungerla. Le sue parole mi continuavano a rimbombare nella testa per un bel po’ finchè non ho dovuto cedere. Per quanto quello che mi aveva detto potesse trovare mille incertezze, c’era qualcosa che non riuscivo a negare, un’intuizione che non riuscivo a spiegare diversamente… ci son stato male un bel po’ prima di averci capito qualcosa.

    non era roba cristiana -.-

    per cui non si tratta di seguire e basta. Sempre fermo che quel che dice socci è stupido. Il principio no.

  3. No caro il mio sbarbatello, purtroppo ho qualche anno in più. 🙂

    Non si capisce bene di cosa vai farneticando e quale rivelazione ti abbia mai illuminato.
    Mi sa che la testa ti sta ancora rimbombando, eh? Prova con una camomilla.

    Guarda che non sei mica obbligato per contratto a fare il bastiancontrario: se vedi che non sei in grado di spiegarti, molla il colpo.

    Ora, se ce i riesci, fai un bel respiro e ritenta: se non si tratta di seguire e basta, di cosa si tratta? Qual è il principio di cui parli?

  4. non entro nel dibattito che mi ha preceduta… mi sembrano schermaglie che lasciano il tempo che trovano… non vogliatemene
    🙂
    dico solo “meglio tardi che mai!”
    la vicenda di Flew mi commuove e mi fa ringraziare il Buon Dio (chiamiamolo col Suo nome) che si è fatto incontrare da me fin da piccina…

  5. Si tratta di cogliere intuitavamente qualcosa di altro dalle leggi della razionalità. E francamente mi sono stancato, ti ho trattato bene sbattendomene dei tuoi modi altezzosi pieni di astio per quei “poveri imbecilli che non capiscono che la via per la conoscenza passa solo attraverso la ragione”… se hai più anni di quelli che sembri avere è il caso che ammetti di avere qualche problema. Come ti ho già detto affoga pure in quel che ti esce dalla bocca.

  6. Cara Merins, Guido e Daniele sono così presi dal loro Colto Ragionamento che non possiamo disturbarli; in un film, il grande Totò prese un sacco di botte senza difendersi, perchè? voleva sapere il picchiatore dove voleva arrivare!;-) Mi sto gustando moltissimo i loro scambi di sapienza, così imparo – finalmente – anche io qualcosa di filosofico!

  7. Invece di “trattarmi bene”, sbarbatello ingnorante, ché assai poco me ne cale di come mi tratti, prova a far funzionare il cervello. Socci dice esattamente il contrario, e cioé che “seguendo le prove” (cioé ragionando scientificamente) si arriva a Dio, e per la precisone al Dio cristiano.

    p.s. dal vocabolario della lingua italiana: astio = odio. Non è che esageri un pochino? 🙂

  8. Cara merins, probabilmente ha ragione, ma sai, è ovvio che con le tue premesse ci sia poco da discutere. Però, considerato l’esempio di Flew e visto che tu asserisci l’esistenza di un (Buon) Dio e anche di averlo incontrato, puoi forse rispondere alla mia domanda iniziale: la certezza su Dio si raggiunge “seguendo le prove” (scientifiche, razionali) o “seguendo” e basta (Giussani, CL, la Chiesa)?
    Spero che la domanda sia sufficentemente chiara. Tu che ne pensi?

  9. caro guido,
    io seguo don giussani e la chiesa e proprio dal don gius ho imparato il valore della ragione come mezzo che ti conduce a Dio…
    ma certo è un discorso lungo che non si può banalizzare in due parole… nel movimento di cl ho imparato a fidarmi della ragione, nella consapevolezza che la ragione non coincide con la razionalità scientifica, è qualcosa di più…
    a presto 🙂

  10. Se non ti trattavo “bene” tu non ti innervosivi ancora più e non ci sarebbe stato modo di parlare… è gia successo, e non è vero che poco te ne cale, scripta manent… ti devo trattare come un moccioso.

    “Si tratta di cogliere intuitavamente qualcosa di altro dalle leggi della razionalità.” Se hai letto del mio “rimbombo” (succhiami le cosidette), avrai capito che i presupposti, le premesse, sono razionali. E’ la razionalità che ti porta fino ai sui limiti, e tu li oltrepassi. QUale parte poi di ” Sempre fermo che quel che dice socci è stupido” non riesci a capire?
    Socci non ammette il limite della ragione, ma il principio che porta alla consapevolezza di Dio è quello che ti ho spiegato su.

    Quanto sei ignorante, astio sta anche per rancore, che sempre in italiano vuol dire:sentimento di avversione profonda, di risentimento verso una persona.
    risentimento: sentimento commisto di animosità, rancore e desiderio di rivalsa, provocato da un comportamento altrui ritenuto ingiusto, offensivo o ingiurioso.
    Ci dovevi arrivare da solo. Buuuuuuu vergogna, presuntuoso e fesso.

    Non dico mai ignorante per principio, perchè non sapere le cose non dispregia nessuno, ma tu sei talmente fesso e talmente presuntuoso, che nel tuo caso è l’eccezione.

  11. Mi dispiace che la vostra discussione stia prendendo una piega spiacevole; con insulti personali e parole che non servono a chiarire il discorso ma solo ad aizzare gli animi. Sto seguendo davvero con gusto il vostro dialogo e imparo molte cose, ma il tono, a volte, non mi piace. Guido e Daniele, la vostra compagnia bloggistica è piacevole e interessante, ma moderatevi; a casa mia ammetto discussioni accese – ve l’ho detto che sono un tipo che s’infiamma facilmente – ma non insulti; nessuno deve succhiare niente a nessuno! Non vorrei essere costretta a moderare i commenti (che poi si cancellano e non riesco a recuperarli), mi piace che ci si esprima liberamente, ma sempre con correttezza. Se avete da insultarvi fatelo in privato, scambiandovi i vostri indirizzi di mail. Buona giornata!

  12. Ah figliolo, quanta pazienza ci vuole con te! Perché salti sempre di palo in frasca, perché non c’è una volta che tu risponda in maniera pertinente alle domande? Perché la tua prosa è così involuta e il tuo italiano così zoppicante?
    Astio=odio=rancore=risentimento. Embè? Appunto, non ti pare di esagerare un po’? Perché mai dovrei provare odio per chi, come ritina o merins, non credono che la via della conoscenza passi dalla ragione? Non mi mettere in bocca parole che non ho mai detto: sei tu che usi termini come fesso, imbecille, eccetera. Ci vuole più autocontrollo, caro, e un minimo di correttezza. Ma probabilmente sei proprio tu che proietti su di me il tuo astio, sei tu che sei risentito perché ti rendi conto di non saper sostenere il confronto. E dire che sei tu che cominci a provocare…
    Se fossi un po’ meno presuntuoso anche tu, con quella spocchia di “spiegare” cose di cui non sai, sarebbe meglio per tutti.
    Eh sì, ciccio, sono presuntuoso, lo ammetto, ma con interlocutori improvvisati e approssimativi come te ne ho ben donde!

    Con questo passo e chiudo. Fine delle polemiche personali. Chiedo scusa a ritina per i toni e dal prossimo post provo a riproporre la mia domanda iniziale, che è rimasta inevasa. Spero se ne possa discutere pacatamente, seguendo un filo logico e rispondendo, se ve ne sono, alle obiezioni degli interlocutori. Grazie.

  13. La mia questione iniziale è questa. A quanto pare Socci dà per scontato che “seguendo le prove” (cioè adottando la razionalità scientifica) si possa raggiungere la certezza dell’esistenza di un’intelligenza divina, anzi di Dio, anzi del Dio cristiano che si è incarnato in Gesù di Nazareth. La pedagogia di don Giussani (almeno per come l’ho capita io, ma non credo di sbagliarmi su questo punto) insiste invece sull’appartenenza, sulla sequela della compagnia come via per arrivare a Dio. Solo dentro un’esperienza di fede comunitaria si arriva a Dio.

    La prima domanda è: le due cose in che rapporto stanno? Sono alternative, si completano a vicenda? In entrambi i casi il motto potrebbe essere “segui e capirai”. Ma nel primo caso si tratta di seguire un ragionamento, nel secondo di seguire un’esperienza di appartenenza. Due cose sideralmente diverse, pertanto: nel primo si dovrebbe giungere a una qualche forma di prova razionale dell’esistenza di Dio, capace di mettere a tacere (o almeno di mettere in difficoltà) gli scettici. Di questa “prova” Socci non parla e io penso che non ci sia, ma per ora mi limito alla questione di qual è il rapporto tra queste due presunte “vie” per arrivare a Dio.

    Merins dice che la ragione è qualcosa di più grande della razionalità. A me pare un slogan molto bello e suggestivo, ma pur sempre uno slogan. Ciò che fa progredire il mondo sulla via della conoscenza (cioè: sulla via dell’approssimazione alla verità, per quanto labile sia il concetto) è la razionalità, non la ragione come la intende merins.
    Così almeno la penso io: se la ragione umana (intesa come facoltà capace di decifrare la realtà) è universale, non si capisce perché la “ragione” come la intende merins porti la gente a crede indifferentemente ad Allah, a Buddha o a Jeovah, mentre la razionalità (scientifica) produce una conscenza universale (un medico musulmano e cristiano cureranno il paziente nello stesso modo; un matematico buddhista e uno scintoista si arrenderanno di fronte al medesimo risultato, tanto da rendere superfluo l’aggettivo accanto a “matematico”).

  14. Tento di rispondere, per come lo so fare. L’uomo è un essere dotato di “ragione”, dunque pensa. La ragione non è fatta solo di un pensare calcolatorio 2+2=4, ma anche di intuito, fantasia (quante scoperte scientifiche, geografiche, si sono fatte partendo da un’intuizione?), volontà, ecc.. Abbiamo i “ricettori” adatti a capire, anche se con sforzo e fatica, la realtà. Ogni ricerca, nei vari campi della conoscenza, ha bisogno, per procedere al meglio, di un “metodo”; scientifico, matematico, filosofico. Quello che attiene al visibile, toccabile, verificabile con i metodi empirici, ha bisogno di un certo tipo di metodo, tutto ciò che attiene allo “spirituale” – la coscienza che l’uomo ha di essere un soggetto pensante, che prova sentimenti, che articola parole, che costruisce opere, ecc. – ha bisogno di un altro tipo di metodo; la Fede. L’uomo si “ritrova addosso” il senso religioso; da quando esiste sulla terra ha cercato gli dèi, seguendo la propria intuizione, la propria fantasia, il proprio bisogno. Come l’essere umano cresceva in conoscenza volta a volta si figurava gli dèi – il fuoco, gli astri, il fulmine, ecc. – fino a antroporfizzarlo – . I “miti” antichi ne sono una valida prova. Ora, il metodo filosofico si è sempre posto domande e cercato risposte, facendo ipotesi; la fede è un metodo per “capire” Dio e per capire l’uomo. Infatti non basta sapere come funziona il corpo umano, l’atomo, lo spirituale che ci scopriamo dentro – quello che la Bibbia chiama cuore – ma vogliamo sapere PERCHE’! Questa e la domanda fondamentale; la fede “è” la risposta a questa domanda, non è inferiore alla risposta sulla questione scientifica, anzi, la sovrasta, perché chiarisce il motivo dell’affannarsi umano e della sua irriducibilità. Il metodo della fede non attiene solo alla ricerca e scoperta di Dio, ma anche ai rapporti umani; uno ha bisogno di fidarsi; dei familiari, degli amici, della gente che incontra sul lavoro, in tutti gli ambiti. Ma anche nel lavoro scientifico, matematico, filosofico c’è bisogno di fidarsi, di appoggiarsi, su chi ha fatto già il cammino, altrimenti si dovrebbero fare tutti i passaggi dall’inizio; cosa impossibile, se non altro per la brevità della vita; ecco all’ora “l’appartenenza”, il seguire, la compagnia di gente certa delle loro “certezze” – perdonami il gioco di parole – . Per questo tutte le religioni sono “vere”; il Cristianesimo, paradossalmente , non è una religione ma un Evento, un Fatto. L a religione è un tentativo tutto umano, commovente, di raggiungere, di conoscere, di adorare Dio – per questo le regole, i riti, il comportamento etico – il Cristianesimo è Dio che si piega sull’uomo, è Lui che fa la strada all’inverso, vista l’impossibilità dell’uomo (altrimenti sarebbe Dio egli stesso, l’uomo intendo); questa è L’Incarnazione; il Dio fattosi Uomo. La Chiesa Cattolica è il primo Testimone di questo Evento; a Lei è stato affidato il compito di testimoniare all’universo intero l’Avvenimento dell’Incarnazione; Dio con noi; Gesù Cristo. Chi desidera e vuole saperne di più, deve “per forza” guardare dall’interno di Essa; come per imparare a fare i dolci devi andare da un pasticciere, ecco che ritorna l’appartenenza e il seguire. Questo è “l’unico”, vero metodo adeguato. La ragione ci è data per questo; sta a noi usarne bene e in modo ragionevole. Ti abbraccio.

  15. Grazie della risposta.
    Io, per la verità, avevo posto una domanda con meno pretese, ma più precisa e circostanziata: a Dio si può arrivare (o necessariamente si arriva, come dice Socci) attraverso il cammino dell’indagine scientifica? Se sì, che rapporto c’è con la via dell’appartenenza alla Chiesa (o ai movimenti ecclesiastici)?

    Per non fare troppa confusione provo comunque a fare le mie osservazioni a quanto tu scrivi in un secondo post.
    Ricambio l’abbraccio

  16. Sono già comparsi milioni di altri post, ma come promesso provo a rispondere (per punti e in modo sintetico).

    1. Forse la ragione non si può ridurre a razionalità, ma non si può ridurre nemmeno la razionalità a pura attività calcolatoria!

    2. Non si può nemmeno accreditare troppo facilmente come forme di ragione qualunque fenomeno di fantasia, intuizione, misticismo, altrimenti il significato stesso di ragione si dissolve.

    3. Il “senso religioso” sarà pure connaturato all’uomo, come dice Giussani, ma ciò non toglie che esistano e siano esistite in tutte le epoche persone consapevolmente agnostiche o ateee, il che dimostra che anche l’assenza di senso religioso è una delle possibilità insite nella natura umana.

    3a. Non vale l’obiezione che chi è ateo nega la propria natura, in quanto questa obiezione usa come premessa proprio ciò che va dimostrato (cioè che il senso religioso sia innato).

    4. Banalmente: il fatto di cercare dei non implica minimamente che essi esistano.
    L’esistenza di una domanda, per quanto drammatica, non implica l’esistenza di una risposta. Questo dovrebbe essere pacifico.

    5. Lo sviluppo del sapere scientifico ha relegato dio in spazi sempre più stretti, come tu stessa ammetti (dietro il fulmine non c’è dio, ma due nubi cariche di elettricità). Più cose riesce a spiegare la scienza, più l’esistenza di dio risulta inutile per spiegare la realtà.

    6. Il metodo scientifico, checché ne dica Giussani, è lo stesso per ogni disciplina, comprese quelle sociali in cui è difficile quantificare i dati e impossibile fare verifiche sperimentali. Che Dio abbia bisogno di un metodo diverso per essere conosciuto è solo un modo per sottrarlo alle verifiche logiche e sperimentali cui è sottoposta, nel metodo scientifico, qualunque ipotesi.

    7. La conseguenza di ciò è che tutte le religioni sono vere, il che equivale a dire che sono tutte false (cioè, di nessuna si può predicare né la verità né la falsità: siamo quindi fuori dal domino della ragione, se la ragione, come credo, qualcosa a che fare con la ricerca della verità dovrebbe avercela).

    7a. Distinguere tra “religione” e “fatto” è un modo simpatico e tipicamente ciellino per convincersi di seguire, tra tutte le religioni, quella “vera”, ma non funziona. 🙂
    Ti sfido a dimostrarmi che Dio si è incarnato in una vergine, è morto e risorto! Un po’ dura, vero? Con la stessa logica qualunque religione ha il diritto di ritenere un “fatto” il proprio mito fondativo.

    8. Il fatto che nella vita quotidiana sia necessario fidarsi non c’entra, e non dimostra nulla riguardo alle verità di fede, che per definizione sono indiscutibili, mentre persino nella vita di tutti i giorni la “fiducia” di cui tu parli non è cieca, ma è costantemente messa alla prova con milioni di piccoli riscontri pratici.

    9. Anche quella del “come” e del “perché” è una favoletta che nasce nel momento in cui la scienza spiega le cose meglio della religione, e ricaccia dio dietro le nubi, i tuoni e i fulmini. Quando la scienza spiega le origini dei fulmini, la formazione di una malattia o il funzionamento dei terremoti, che differenza c’è tra come e perché? E’ solo un modo per recuperare dio, altrimenti espunto da ogni spiegazione!

    10. L’abuso di metafore e di paragoni è nocivo. Se voglio fare i dolci imparerò da un pasticcere, d’accordo, ma nessun pasticcere ha il monopolio dell’arte dei dolci e se uno mi insegna male me ne accorgo e posso andare da un’altro. Non solo: mentre alla fine i dolci che faccio, buoni o cattivi, sono lì da vedere per tutti e sottoposti al giudizio di tutti, il dio di cui ogni chiesa si dice rappresentante lo vede solo che sta dentro quella chiesa e nessun altro! Un gran bella differenza, non trovi?

  17. oddio, un’altro con l’apostrofo… che vergogna.
    nella mia foga ateo-illuminista ho sacrificato l’italiano, chiedo venia! 🙂

  18. uhm, visto che nel frattempo è sono comparsi ancora nuovi post con tanto di tue riposte ai commenti, devo dedurre che su questo non hai nulla da replicare. vuol dire che mi dai ragione? 🙂

  19. Scusa, mi era sfuggito questo tuo commento; mi è appena arrivato il tuo ultimo e ho scoperto anche questo. Poi ti rispondo con calma, come merita la tua attenzione e cortesia. Buona giornata!

    ps: i commenti mi arrivano tutti nella posta e qualcuno puo’ sfuggire…non è per malanimo se non rispondo a tutti i commenti.

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