MENDICANTI DI TUTTO

Pensando a Eluana …

«Per quale ragione gli anni della prima infanzia ci sembrano tanto dolci, splendenti? Un bambino soffre come chiunque altro e in fin dei conti è del tutto disarmato contro il dolore, la malattia. L’infanzia e la vecchiaia estrema dovrebbero essere le due grandi prove per l’uomo. Ma è dal sentimento della propria debolezza che il bambino ricava umilmente il principio stesso della gioia. Confida nella madre, capisci? Presente, passato e futuro- tutta la sua vita è racchiusa in uno sguardo, e questo sguardo è un sorriso» (Georges Bernanos, Diario di un curato di campagna, preso da OsteriaVolante).

Per superare la tristezza del vivere è necessario riconoscere di dipendere. Riconoscere di non essere quegli dèi che troppo spesso ci illudiamo di essere, e che abbiamo bisogno di altro. Meglio: che abbiamo bisogno di ogni cosa. Dall’aria, che respiriamo; al cibo che mangiamo; all’amore che diamo e che ci viene dato. Non possiamo amarci da soli, non possiamo essere da soli.

Da soli non abbiamo neanche la volontà. Quando velleitariamente pensiamo di potercela fare dobbiamo miseramente ripiegare, il più delle volte, con la coda tra le gambe. Quanti buoni propositi ci conducono a vergognosi fallimenti.
Riconoscersi bisognosi, riconoscere ciò che si è,  non fa cessare il bisogno; può evitare però di farci rimanere delusi da noi stessi.
Pensate al bambino, bisognoso di tutto. Lui chiama, invoca, perchè gli sia dato.
Pensate a chi non può neanche domandare, perchè non ha più voce. Pensate ad un ammalato immobile in un letto. Bisognoso di tutto.
Eluana apre gli occhi la mattina, li chiude la sera, guarda, emette suoni. Non può nutrirsi da sola; occorre che qualcuno la imbocchi, o metta cibo nel sondino. Come una bambina di troppi anni.
Possiamo dare; possiamo decidere di non dare, per affermare ancora una volta orgogliosamente sulla vita altrui che siamo divinità che non hanno bisogno.
E non mendicanti di tutto.

Berlicche  socio di  SamizdatOnLine

Testimonianze: Tutta Sua, tutta Lui. Altro non mi interessaTracce
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ESPOSTI in favore di Eluana Englaro
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MENDICANTI DI TUTTOultima modifica: 2009-01-29T11:47:08+01:00da ritina5
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3 pensieri su “MENDICANTI DI TUTTO

  1. parole dotte e forse parole sagge.
    ho solo un dubbio, che mi costringe a riflettere, da semplice spettatore esterno di una tragedia così imtima.
    come può un padre accanirsi così caparbiamente contro tutto e tutti, per ottenere la fine della vita che più ha a cuore?
    hai scritto parole così delicate, precipitando però nella frase più cattiva che mai avresti potuto rivolgere ad un padre disperato “…per affermare ancora una volta orgogliosamente sulla vita altrui che siamo divinità che non hanno bisogno”.
    credi veramente nelle parole che hai rivolto al papà di eluana? credi veramente che questo sia ciò che il suo cuore senta ogni giorno da anni ormai?
    non riesco a pensare cosa prova il cuore di un padre davanti alla vita di un figlio che si spezza, provo ad immaginare le lacrime, il dolore infinito, non ci riesco e non mi pemetto di giudicare o consigliare o peggio decidere per lui… non è un caso politico, non è un drappo religioso da sfoggiare con orgoglio, è solo un’intima tragedia, una tragedia tra una figlia amata ed un padre disperato.
    comunque tu la possa vedere, prova, per una sola volta, ad immaginare il papà di eluana non come una “divinità” che si erge “orgogliosamente” su una “vita altrui”, prova ad immaginarlo come un semplice uomo, una creatura disperatamente persa tra le braccia di una figlia che non è più.
    buonanotte.

  2. Non si puo’ “immaginare” certi tipi di dolore, bisogna viverli. Io giudico questo padre solo perchè ha voluto e vuole che sia data la morte a sua figlia per mezzo di una legge, facendo del suo dolore un “caso” per cambiare addirittura la visione culturale che si ha dell’essere umano; la vita non è più un bene unico e indisponibile, ma diventa un bene che si puo’ togliere se le circostanze non corrispondono alle nostre attese e ai nostri canoni. Vogliamo essere “noi” a decidere ciò che vale e ha dignità e ciò che non ce l’ha. Posso capire che a volte preferiremmo saper morta una persona cara invece di vederla soffrire, e allora dobbiamo avere il coraggio e assumerci tutte le responsabilità con le conseguenze del caso; se la porti a casa e la lasci morire nel silenzio e nell’intimità, e non con tutta questa bagarre attorno. Ma lo scopo è un altro, e gli avvoltoi radicali che circondano Beppino Englaro lo sanno bene…

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