VITA E MORTE CHE SI ABBRACCIANO

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Ultimamente si sente spesso parlare di morte. Se ne parla senza averne fatto esperienza diretta, sulla propria pelle, altrimenti non se ne potrebbe parlare, è logico. Se ne parla sui giornali specialmente, in tv, tra la gente quasi mai; porta male. I più hanno paura dell’ignoto, non si sa cosa c’è “dopo” e soprattutto “se c’è” un dopo. Sono svariate le ipotesi. Mi viene in mente una storiella ebraica sull’argomento.

C’erano due gemelli sul punto di nascere, era quasi finito il tempo di gestazione. Il primo diceva all’altro: “Non usciamo, restiamo qua, al sicuro, questo è tutto il nostro mondo, fuori non sappiamo quello che c’è, se ci sono nemici, bestie cattive, se avremo freddo…” Il secondo gemello, tipo più intraprendente e avventuroso, diceva: “Ma no…vedrai che troveremo un mondo affascinante, pieno di cose belle e buone, vedremo cosa sono quei rumori e quelle piccolissime luci che ogni tanto intravvediamo, vedremo finalmente il volto della mamma!” E il primo insisteva: “Ti dico che è meglio restare qua, io ho una grande paura dell’ignoto!” Il secondo: “Io rischio…esco…pista…arrivooo…!” e uscì, con gli occhi chiusi e col cuore che batteva a mille ma pieno di speranza e di curiosità.

Dopo un attimo il fratellino restato al sicuro, al caldo dentro la pancia della madre udì un grido, un pianto, e si ritrasse, impaurito, nel posto più lontano dall’”uscita” abbarbicandosi al cordone ombelicale e dicendo tra se “L’avevo detto, io…!”

Ma il fratello aveva visto una bellissima luce che lo aveva inondato di calore, tante facce allegre che lo guardavano con amore e gli dicevano: “Benvenuto Shimon, ti abbiamo tanto atteso e finalmente sei arrivato, ti vogliamo tanto bene!” E vide finalmente il volto della sua mamma!

VITA E MORTE CHE SI ABBRACCIANOultima modifica: 2009-03-10T11:28:27+01:00da ritina5
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2 pensieri su “VITA E MORTE CHE SI ABBRACCIANO

  1. L’ho sempre fatto anche io questo paragone tra vita e gestazione, tra morte e nascita.

    Non sapevo che qualcuno l’avesse fatto prima di me.

    Ti sono grato per questo racconto che mi ha fatto ricordare questo paragone

  2. Anche io ho visto sempre sempre una somiglianza tra la vita e la morte. Ma non siamo i soli, la Chiesa, come ben sai, festeggia il dies natalis dei suoi santi nella ricorrenza della loro morte. Poi, se ci pensiamo, il “passaggio” è simile; è faticoso, pauroso, doloroso, ma…alla fine la luce. In natura molti processi sono simili, dunque… Grazie carissimo della tua amicizia, che ricambio di cuore!

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