Un Avvenimento che si è reso conoscibile

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, abbiamo detto. La migliore risposta a tante chiacchere, moralismi, vendette è la vita reale, scoprire e conoscere il senso e il gusto del vivere, portare alla luce il bene e non il male. Il conoscere è un’avvenimento che accade, non una insinuazione. Avvenimento come quello accaduto a Rimini pochi giorni fa.
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UN AVVENIMENTO CHE SI E’ RESO CONOSCIBILE
Durante l’incontro concusivo del Meeting di Rimini la nostra amica Emilia ha detto con il gran vigore che la contraddistingue, che ciascuno di noi ha portato con sè il proprio “quotidiano” all’interno del Meeting. Sarà dunque possibile portare il Meeting dentro il quotidiano? Dentro la ripresa del lavoro, della fatica, delle “solite cose”? Debbo darti ragione, cara Emilia. Dentro il Meeting ho portato tutto, ma proprio tutto! E la scoperta più impotante, la “conocenza” più grande che mi è avvvenuta, è stata proprio quella che riguarda me stesso. Che riguarda la mia vita. Si tratta dell’essermi scoperto, realmente “conosciuto” come unito. Pertanto non si può parlare di parentesi, di ricordi, di nostalgie. E’ già così. Tutto ciò che ho visto questa settimana al Meeting è stato ciò che ha determinato la mia certezza nel discutere con chi ho incontrato oggi, ed è ciò che mi mette dentro una strana voglia di rimettermi all’opera, al lavoro. Mentre attorno a me sento solo lamento. Lamento per le vacanze terminate, per il lavoro che ricomincia. Ma come posso riprendere il lavoro senza avere negli occhi (imperterrite, schiaccianti, decisive) le formelle di Giotto?
Il lavoro è ciò che compie l’uomo! Che lo ri-mette in accordo con Dio (che l’ha fatto) perfino dopo il peccato originale. E che tristezza dunque per chi sento lamentarsi, che si perde davvero il meglio.
Una delle domande più incalzanti di questi giorni è stata “ma cos’è il Meeting?”. In parte mossa da persone arrivate in fiera per la prima volta, e nel confronto, si sa, occorre proprio giocarsi e darsi le ragioni di ciò che si afferma. Ma in parte perchè il focus della settimana riminese potrebbero apparire gli incontri, le mostre, gli stand.Ma è questo il Meeting? E quando hai dato la tua disponibilità per il lavoro volontario, e con i turni non riesci a vedere nemmeno una mostra? Oppure, come nel mio caso, hai invitato molte persone, ed all’arrivo di ciascuna di queste occorre che si vada ad accoglierle, anche se in mente si aveva un’altra cosa? Che succede se le mostre o gli incontri non si riesce a vederli
perchè si fa i conti con “quel che c’è da fare”?

Beh succede che il Meeting si svela, o meglio esso è sempre lo stesso, però la domanda che ti nasce dentro ti spinge ad essere più attento. Più acuto. Ed allora eccolo l’avvenimento! La conoscenza di cos’è il Meeting! E questo strano “affare” di cui tutti un po’ parlano (chi bene chi male) si mostra nelle passeggiate lungo le piscine, dove si vedono volti contenti, più o meno noti, familiari, amici, ma tutti contenti! Perfino i volontari in piedi dalla mattina presto lo sono! Ma perchè? Andiamo avanti.
E ci si scopre amici con persone conosciute da poche ore perchè si condivide il turno all’international point, o si rimane colpiti da un’assemblea coi volontari, più che dall’incontro col mitico “I’m Tony from London” Blair. O ancora c’è bisogno che arrivi un’amica Ruwandese per riaccorgersi cosa sia il Meeting. Perchè basta guardare il suo stupore, ed ascoltare la sua domanda così semplice e così disarmante: “ma perchè tutte queste persone sono qui?” E così ci si accorge che questo strano “affare” lo si comprende e lo si vive meglio così che magari andando a vedere tutte le mostre o tutti gli incontri. Proprio perchè il Meeting è tutto questo!

E’ tutto unito! Proprio come noi che ci siamo dentro. Dentro perchè lo costruiamo, perchè lo guardiamo, perchè lo viviamo! Ed allora è chiaro che non si può tornare a casa lasciandolo a Rimini il Meeting. Perchè non è un evento. Cesana ha detto che lui non è un attore e noi non siamo una platea, bensì un popolo. Ed il Meeting è la vita che questo popolo vive!

E’ il modo che questo strano popolo ha di divertirsi, di impegnarsi, di comunicare la cultura, la bellezza. Di raccontare cose, fatti, incontri. Di raccontare dei propri amici: di Alfredo, Cleuza, Padre Aldo, Rose, Franco il carcerato. Di discutere e dialogare di ciò che interessa la vita, come la politica o l’economia. E’ un unico grande, immenso corpo che vive. E che vita ragazzi! Vale davvero la pena darla tutta! E la vita si può dare solo per Uno che c’è… qui ed ora!

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Un Avvenimento che si è reso conoscibileultima modifica: 2009-09-04T00:44:11+02:00da ritina5
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