Celeste nostalgia…

ricamo.jpgQualche anno fa – ma sembrano secoli – le ragazze usavano prepararsi il corredo con le loro mani. Dopo aver rassettato la cucina prendevano il lavoro di ricamo e uscivano nel vicoletto. Si riunivano tutte le ragazze del circondario, perché il lavoro fatto in compagnia era più leggero e meno noioso. Che fascino esercitavano su di me, bambina, tutti quei lini, i fili colorati, le forbicine adatte, il ditale, gli aghi di varie misure…

Che allegria emanavano i loro occhi, pieni di una speranza di futura gioia!

Alcune erano fidanzate, altre  speravano di esserlo presto. Si scambiavano le confidenze e abbassavano la voce in un sussurro se la confidenza era molto riservata o un po’ piccante! C’erano anche le donne più vecchie che, maliziosamente, rivelavano un piccolo particolare della vita a due che le ragazze si accingevano a cominciare; ma piccolo piccolo, tanto per stuzzicare la curiosità…Io non capivo niente ma le fanciulle diventavano tutte rosse e, ridendo, nascondevano il volto nel ricamo.

Ci si raccontava tante storie, i “fattarielli”, come si diceva…

Ero invidiosissima delle loro agili mani, della loro fantasia nel riprodurre sulla stoffa dei fiori magnifici che sulla stoffa diventavano vivi e profumati! Le guardavo con gli occhi sgranati e desiderosi… Qualcuna si impietosiva e mi regalava un pezzetto di stoffa, dopo avervi disegnato con la matita un piccolo fiorellino, e un’altra mi faceva la grazia di qualche filino di cotone da ricamo; impazzivo per il “moulinee”! Davo inizio all’arte e con quale orgoglio presentavo a mia madre, la sera, il mio piccolo capolavoro…

Si lavorava fino al suono del vespero. Al suono delle campane si smetteva e si cantava un inno alla Madonna, prima di rientrare in casa a preparare la cena.

Ancora adesso, mi capita di cantare quell’inno, ne ricordo poche parole ma hanno il potere di riportarmi indietro nel tempo, di farmi riascoltare quelle voci, quei suoni, quei profumi…

Il canto cominciava così:

“Odo suonar la squilla della sera

Che dolcemente ci invita alla preghiera,

per salutar la cara Madre mia

Ave Maria, Ave Maria…”

Che nostalgia, di quando i rapporti erano semplici e veri, quando si era felici delle povere, piccole cose quotidiane!

Celeste nostalgia…ultima modifica: 2010-03-13T15:50:44+01:00da ritina5
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