MODERNITA’ ANTICATTOLICA

Monsignor Luigi Negri: «Serve un nuovo umanesimo»

di Chiara Sirianni

«Ciò che sta al centro della mia riflessione è una delle grandi cose che mi ha trasmesso Giussani in 50 anni di amicizia con lui: la missione. Quella missione di cui avevo fatto con lui esperienza fin dai tempi del mio liceo, perché la missione non si impara se non facendola. Quella missione che Giovanni Paolo II ha definito: “Il riaccadere del dialogo fra Cristo e il cuore dell’uomo”».
Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino – Montefeltro, ha dato con queste parole la chiave di lettura del suo nuovo libro, Per un umanesimo del terzo millennio – Il magistero sociale della Chiesa (Ares) durante la tavola rotonda che si è svolta il 24 aprile presso l’Università Cattolica di Milano sul tema “Chiesa e modernità, il dialogo necessario”. Il dibattito è stato introdotto dal rettore Lorenzo Ornaghi, che insieme a Stefano Cavalleri (direttore di Studi Cattolici) ha ripercorso la storia della dottrina sociale, ricordando come papa Giovanni Paolo II l’abbia collocata nell’ambito della teologia morale, facendo sì che diventasse la guida comportamentale per gli uomini, e per i cristiani in particolare, nel loro essere cittadini.
Don Stefano Alberto (docente di Introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica) ha espresso la sua gratitudine a monsignor Negri per il suo lavoro pioneristico, per poi sottolineare che nonostante la valenza pubblica della Chiesa sia intrinseca all’esperienza cristiana fin dalle sue origini, nei tempi non facili del post-concilio non era così scontato parlare di dottrina sociale, e che il fatto che oggi si affrontino diffusamente queste tematiche sia in realtà frutto di un lungo e faticoso percorso, di cui questo libro rappresenta idealmente il terminale.
L’editore Cavalleri ha lodato il testo come strumento utile ad affrontare una materia che è vasta e complessa, e che necessita uno studio approfondito, e ha augurato ai giovani presenti in sala di avere «il coraggio di attenersi al difficile», senza cercare a tutti i costi scorciatoie e semplificazioni.
A questo don Negri ha risposto ribadendo che al cuore della sua riflessione non sta tanto la dottrina sociale intesa come precettistica che si è andata formulando nei grandi documenti della Chiesa, quanto piuttosto la sua aderenza col reale, con la vita concreta delle famiglie cristiane, con l’agire quotidiano dei cittadini. «Non si può staccare la missione dalla riflessione. Se non ancoriamo la riflessione all’uomo diventiamo povera gente, che va alla ricerca del consenso. Ho studiato la dottrina sociale della Chiesa e la sua storia per sostanziare la missione, perché la dottrina sociale è l’espressione di una testimonianza, è l’espressione di un martirio».
Della stessa opinione don Stefano Alberto, secondo il quale la dottrina sociale porta la fede a misurarsi con l’uomo storico concreto, con i suoi problemi vitali, e illumina tali problemi alla luce della fede: la Chiesa è così portatrice di un nuovo umanesimo, che non si fonda come teoria all’interno della riflessione dottrinale, ma anche e soprattutto come prassi all’interno dell’esperienza ecclesiale.
Su questo stesso concetto di nuovo umanesimo che fa da titolo al suo libro ha riflettuto in conclusione il vescovo di San Marino – Montefeltro: «La Chiesa non è antimoderna, è la modernità che è anticattolica: la Chiesa per principio non si è mai opposta a nessuno, se mai si è posta, e dove è presente la civiltà è meno barbara, duemila anni di storia della Chiesa lo dimostrano. Tutte le volte che non è stata in grado di influire centralmente sulla vita dell’uomo il popolo non ci ha guadagnato, e il popolo di oggi non ci guadagna da questo attacco forsennato alla fede. L’umanesimo moderno è un umanesimo esclusivo, perché un umanesismo che è fondato solo sull’uomo, è un umanesimo disumano. Esiste una circolarità virtuosa fra cultura e missione, perché la missione è espressa dalla cultura, e la cultura introduce nella missione: la nostra è stata una generazione fortunata, perché abbiamo fatto un’esperienza straordinaria, abbiamo avuto dei grandi maestri, che ci hanno aperto la mente attraverso l’incontro, perché l’incontro può contenere il giudizio e anche il dissenso, ma la chiusura non è mai virtuosa. Vorrei che avvenisse di voi quello che i miei maestri hanno fatto con la mia testa: l’hanno aperta». ( www.tempi.it/cultura/001036-modernit-anticattolica  )

MODERNITA’ ANTICATTOLICAultima modifica: 2008-05-04T11:36:24+02:00da ritina5
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