IL METODO DI MAGDI CRISTIANO

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Dopo la lettura di “Grazie Gesù”… il metodo di Magdi Cristiano Allam

autore: 

Fabio Cavallari (Operaio e Giornalista)

Carissimi “Amici di Magdi Cristiano Allam”,
Dopo qualche settimana di silenzio, tento oggi spregiudicatamente di fissare un punto all’interno della dialettica che permette di ritrovarci qui, tutti assieme, in questo luogo di discussione. Serve una premessa per focalizzare con efficacia il senso di quanto voglio esprimere. Ho parlato di “silenzio” come assenza di interventi, di profusione di parole. Il silenzio però non è assenza, anzi è esso stesso determinazione di una presenza. Il silenzio e lo sa bene la mia amica Suor Maria Gloria Riva, è tutt’altro che distacco o separazione. Per dar forza alle parole, ed affinché le parole acquistino pregnanza e significato è necessario ponderare. Uno dei guasti più invalidanti prodotti dalla modernità riguarda proprio lo svilimento, l’assuefazione e il deprezzamento del valore intrinseco della parola. A volte, serve una sorta di sospensione per poi riprendere voce. Per chi scrive, questo è antropologicamente necessario, intimamente vitale. Lasciar sedimentare le idee, rigettando istinto e foga dialettica, permette poi il dispiegarsi della parola. Perché questo ragionamento? Cosa c’entra con “Amici di Magdi Cristiano Allam”? E’ centrale, fondante. Come tutti voi ho letto “Grazie Gesù”, ho poi avuto l’opportunità di intervistare Magdi Cristiano (per Tempi e RadioMissioneFrancescana) e di seguire alcune sue presentazioni. Bene, oggi credo di poter fissare perlomeno un punto, per carità molteplici possono essere gli elementi di riflessione, ma quello a cui io mi riferisco è di metodo. Ogni volta che ascolto Magdi, che leggo i suoi scritti, percepisco l’afflato di un pensiero affettivo, la corrispondenza di un amico. Nel suo ragionare è preminente un metodo dialettico. Ogni parola, se analizzata etimologicamente, non tradisce mai il senso di fondo. Ogni parola pronunciata, scandita o scritta costituisce fondamenta, radici e basi. Punto centrale di questo pensiero il “Logos” attraverso il quale l’uomo e la verità entrano in relazione costituendo una totalità. Logos anche come tramite con cui Dio ha creato il mondo attraverso l’incarnazione di Gesù Cristo. Per oggettiva incompetenza teologica mi voglio soffermare sul primo aspetto e lì fissare quel punto che ho individuato come centrale. Magdi Cristiano Allam senza alcuna reticenza, ritrosia o timidezza, attraverso un’analisi didascalica della realtà, produce una vera e propria indagine critica. Vale per tutti l’esempio riguardante l’islam. Egli, attraverso lo studio, la ricerca e l’approfondimento del Corano è arrivato ad affermare che il medesimo è “fisiologicamente violento e storicamente conflittuale”. Il giudizio è netto, senza appelli, ma seguendo il suo filo logico si comprende che esso non è il portato di una riflessione asettica, moralistica od intellettuale, bensì il risultato di una concreta e inconfutabile valutazione della realtà, di una accurata e particolareggiate lettura delle sure del Corano. Il metodo utilizzato risponde alla volontà di ricercare la verità, attraverso dati certi e inequivocabili. Ricerca che portata a compimento non può rimanere occultata per opportunismo, timidezza od ossequio al politicamente corretto. Questa prassi potrebbe essere indicata come il primo gradino della metodologia applicata da Magdi Cristiano. La sua riflessione però non si ferma qui. Questo è un punto da mettere in luce con particolare enfasi. Infatti, se la critica si fermasse alla pura critica, noi saremmo al cospetto di un buon metodo d’analisi ma a nulla più. Chi si ferma a questo stadio, inevitabilmente cade nell’invettiva, nella retorica, nell’accusa, nell’incriminazione e nella denuncia. Elementi che in un particolare momento e processo storico posso essere utili, propedeutici ed efficaci, ma inconcludenti e irrilevanti al fine di una lettura propositiva del mondo e degli uomini. Magdi Cristiano, infatti, individua nella critica un passaggio ineluttabile ma non il tutto. Essa diviene elemento necessario ma non ultimo. Il mezzo ma non il fine. Il secondo passaggio offerto risponde ad una riflessione forse da taluni abusa ma ancor oggi assolutamente valida pronunciata da Papa Giovanni XXIII: “Guardarsi senza sfidarsi, cercare il dialogo tenendo presente la differenza tra errore ed errante”. Magdi Cristiano Allam, incarna questo principio alla perfezione. Egli non si sottrae al dialogo e differenzia l’islam dai mussulmani, distingue l’idea dalla persona. Solo con la persona, infatti, è possibile dialogare non certo con un’astrazione. Un passaggio questo sul quale non è possibile cadere in fraintendimenti pena il vanificarsi stesso del concetto di dialogo. Il medesimo è, infatti, nulla, se finalizzato alla edificazione di se stesso e se non inteso come uno strumento innestato su una base di valori condivisi (quelli che Benedetto XVI identifica come i valori inconfutabili, essenza stessa della nostra umanità) per perseguire traguardi condivisi. Il metodo offerto da Magdi Cristiano Allam su cui volevo focalizzare l’attenzione e fissare un punto è proprio questo: studio, analisi della realtà, critica, distinzione tra idea e persona, apertura al confronto e rigetto dell’invettiva fine a se stessa, come del dialogo fittizio incentrato sulla pura formalità. Una lezione magistrale quella offertaci da Magdi Cristiano. Da qui bisogna ripartire, da qui tutti noi dovremmo focalizzare le nostre attitudini e capacità.

Grazie Fabio, per questa tua lucida e appassionata testimonianza per un carissimo e grande uomo; Magdi Cristiano Allam. Per i cristiani che vivono con comodità la loro fede è una sferzata, ma anche un segno di speranza!

( Dal blog di FabioCavallari)

IL METODO DI MAGDI CRISTIANOultima modifica: 2008-06-04T11:03:01+02:00da ritina5
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7 pensieri su “IL METODO DI MAGDI CRISTIANO

  1. Tor…nonsisacchè, sei troppo sospettoso, assomigli tanto a un mio caro amico; un certo A.V. di Milano, simpatico ma diffidente, così diffidente che non si convince neanche se scende Domineddio dal cielo! ma gliela perdono perchè mi sono affezionata a lui, la sera prima di andare a letto recito i suoi commenti a mo’ di paternoster e mi addormento serena e giuliva come una bimba in fasce!
    Hai visto? non crede neanche alle sconnessioni e ai pc impallati!
    Egli è coerente con la sua fede; quella di non credere in niente.
    Ma anche chi non crede in niente crede in qualcosa; crede di non credere in qualcosa…
    ODDìO, MI SON PERSA NELL’ELUCUBRIO!!!

  2. Infatti Chesterton disse che i credenti sarebbero diventati creduloni.

    “Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. E’ una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. E’ una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.

  3. Qui c’erano una quarantina di commenti su Allam. Dove sono finiti? Da quando in qua l’impallamento del computer causa la sparizione dei commenti?

    P.S. quando la finite di ripetere a pappagallo quelle quattro frasi fatte che vi insegnano a scuola di comunità? Perché non vi togliete questo vizio di attribuire ad altri affermazioni che non hanno mai fatto e di giungere alle conclusioni senza sapere cosa pensano o fanno veramente?
    Qualcuno qui ha mai detto che non crede in niente? E allora di che andate cianciando?

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