Graziella

FACCIAMO TUTTI MEA CULPA!

Amici di Magdi Cristiano Allam

Ancora una volta ci ritroviamo a discutere drammaticamente sulle sorti di una vita umana. E’ accaduto con Welby, poi con Nuvoli ed ora con Eluana Englaro.

di: Fabio Cavallari

Oggi sento il dovere di pronunciare un “mea culpa”. Non sta accadendo nulla di imprevisto, niente che già non sapevamo. Spesso, persi nel quotidiano, ci facciamo trascinare da piccoli dibattiti insulsi, da diatribe pseudo politiche che accendono animi e surriscaldano le voci. Anche noi (uso il plurale, ma rivolgo questo rimprovero prima di tutto a me stesso) cadiamo nella piccola ed insignificante marea del qualunquismo. E’ un’onda lunga quella che oggi è arrivata sin dentro le aule di un Tribunale per sentenziare cosa è vita e cosa non lo è. Chi è una persona e chi non lo è più. E’ tragico, drammatico, orrendo un mondo che si è ridotto a questo. Magdi Cristiano Allam lo ripete da tempo: serve una riforma etica della nostra società. Se non partiamo da lì, se da quel punto non intendiamo fondare le radici, ci ritroveremo sempre nella stessa situazione. Una sentenza di un giudice, una lettera al Presidente della Repubblica, un appello alla buona morte. La battaglia culturale richiede dedizione ed insistenza. La nostra buona volontà, la mia buona volontà, non può essere dettata dal calendario dal pensiero debole e dai palinsesti televisivi: oggi Eluana, dopodomani le intercettazioni telefoniche di qualche politico. No! Il tema della vita o è centrale o non è. Provo orrore nel pensare che tra qualche mese, ci staremo occupando di altro, che la battaglia, persa o vinta, farà parte di un appendice, di un paragrafo. No, la battaglia in difesa della vita è il libro. Relativismo e nichilismo, sono i nemici che dobbiamo affrontare. In questi giorni esprimono il loro volto più crudele nel nome di Eluana, ma domani saranno ancora più pericolosi perché abiteranno il vuoto tentando di occupare anche lo spazio della pietà. Oggi, mobilitiamoci per difendere la sacralità della vita, in ogni luogo, con sottoscrizioni o presidi, ma teniamo ben presente che se non riusciremo ad elevare questo tema a discussioni quotidiana, a principio etico fondamentale, ci ritroveremo sempre nella stessa condizione. Ci sarà sempre un giudice, un politico, un anchorman televisivo che sfrutterà l’effetto emotivo di un singolo caso, per modificare antropologicamente il nostro essere personale e collettivo. Non possiamo delegare la difesa della sacralità della vita ad alcuno, o diventerà la nostra prassi oppure saremo costretti a rincorrere, di volta in volta, le spinte scientiste del superumanesimo. “Mea culpa” per Eluana.
Grazie a Fabio Cavallari di questo contributo che sottoscrivo totalmene!

FACCIAMO TUTTI MEA CULPA!ultima modifica: 2008-07-14T12:18:20+02:00da
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