GLORIAE CHRISTI PASSIO

 

Partire per rimanere: comunione e missione in Russia

Incontro con l’arcivescovo di Mosca monsignor Paolo Pezzi

Un auditorium stracolmo di persone ha accolto con un grande applauso l’ingresso in sala di monsignor Paolo Pezzi. L’occasione è stata l’incontro svoltosi alle 17 in sala D7 dal titolo “Partire per rimanere: comunione e missione in Russia” che ha visto come protagonista il sacerdote di origini romagnole nominato da poco meno di un anno arcivescovo di Mosca.
“Sono quasi imbarazzato nel darle del ‘lei’ – ha detto nell’introduzione Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione – per quell’amicizia che con don Paolo ho condiviso fino adesso. Ci tengo a chiedergli che cosa ha generato il ‘sì’ di un giovane in servizio di leva all’invito di un commilitone. Chi avrebbe mai immaginato questo filo della storia?”. Ricordando l’esperienza da seminarista di don Luigi Giussani, Savorana ha poi aggiunto che “oggi don Gius si compiace perché un suo figlio è stato chiamato a collaborare affinché quel suo sogno giovanile di unità della Chiesa di Dio diventi realtà”.
“Quando mi hanno chiesto di parlare a questo Meeting – ha esordito monsignor Pezzi – ho subito pensato a quando venticinque anni fa io montavo questo palco come volontario. C’era il mio amico Aldo che teneva la supervisione, sapeva tutto di come si doveva lavorare. E io seguivo lui. Oggi sono a parlare da questo palco, ma nella sostanza è lo stesso”. Gli applausi dei presenti quasi coprono le parole dell’arcivescovo. “Nella mia vita ho sempre cercato la risposta al mistero di Dio – ha continuato -, magari anche ingenuamente e incoscientemente, ma ho scoperto con stupore un disegno buono sulla mia vita”. E così, continuando il paragone con la sua esperienza di volontario al Meeting, monsignor Pezzi ha tenuto a precisare che oggi per lui “dire sì a Cristo nell’accettare la nomina del Papa è come quando venticinque anni fa dicevo di sì ad Aldo che mi chiedeva di portargli una chiave numero cinque per montare il palco”.
“Come posso allora servire questo mistero?” si è chiesto. “Per rispondere devo rimanere in rapporto con Dio, perché il sì a Cristo è sempre un sì a persone e circostanze concrete. Per questo mi interessava di più il sì che continuare a sognare circostanze favorevoli al mio temperamento. Ciò che fa fiorire il deserto è l’offerta quotidiana. Perché anche la vita di tutti i giorni di un vescovo è piena di cose aride, ma questa è un’occasione di protagonismo solo se si offre ogni cosa a Cristo”.
Passando a spiegare il titolo scelto per l’incontro, il presule ha raccontato di un aneddoto avvenuto quindici anni fa, quando prima di ripartire per la Russia era stato a trovare un amico monaco della Cascinazza, nell’hinterland milanese. “Gli dissi che lui rimaneva in monastero perché io potessi partire. Non si rimane infatti se non per partire. E non si parte se non per rimanere. Solo rimanendo nello stupore ritrovo il gusto dell’avventura della mia vita e della missione che ho imparato a gustare all’interno della Fraternità San Carlo Borromeo e nel rapporto con don Massimo Camisasca”.
Il sì pronunciato da monsignor Pezzi è sempre stato un gesto concreto, di cui fare memoria e poter rendere testimonianza. “Nel 1984, in occasione del trentennale del movimento – ha raccontato – scrissi a don Giussani che ero così grato dell’esperienza vissuta da essere disposto ad andare ovunque nel mondo. Non avevo mai pensato alla Russia, se non per le affascinanti letture del Samizdat. Partire per rimanere per me è stata una condivisione di vita, che oggi si riflette nell’attirare uomini in un miracolo di comunione. La vita si trasforma solo nell’obbedienza – ha aggiunto – che è la condizione secondo la quale tutto quello che fai esprime la comunione che affermi, piegarsi alle circostanze invece che perseguire un proprio progetto”.
Nell’ultima parte del suo intervento monsignor Pezzi si è soffermato a parlare della situazione della Russia, sottolineando un problema fondamentale di metodo: “Oggi ci si arresta a livello di analisi della situazione, dimenticando qual è la priorità e il punto di partenza. Per chi vive in Cristo l’ecumenismo è infatti l’andare verso l’altro col desiderio di conoscere la verità in lui presente. Attraverso di me la presenza di Cristo tende a diventare trasparente e questo lo posso vedere nella mia amicizia con alcuni preti ortodossi con i quali ci troviamo in incontri informali che hanno a tema l’educazione di noi stessi e di chi incontriamo”.
“Tutta questa mia esperienza – ha concluso il vescovo – mi fa guardare con pietà alle persone che incontro senza voler ingrossare le fila. Per me significa guardare con attenzione alla realtà della Russia e della sua Chiesa ortodossa, ricordandomi che tutti gli uomini, compresi i russi, sono bisognosi di Cristo”.
“Carròn tempo fa ci diceva che c’è un inconveniente in tutto questo: – ha affermato Savorana nel chiudere l’incontro – noi non possiamo pretendere di partire da Dio. Si parte dalla realtà. Per dare ragione di questa realtà io devo iniziare un percorso, come don Paolo ci ha testimoniato, per poter poi arrivare a dare un nome a questa realtà. Il suo motto episcopale è ‘Gloriae Christi passio’, desiderio e passione per la gloria di Cristo. Noi facciamo il Meeting – ha aggiunto il portavoce di Cl – animati dentro la nostra incoerenza dallo struggimento che quel nome sia conosciuto, incontrando tutto e tutti”.

(G.B.)
Rimini, 26 agosto 2008

GLORIAE CHRISTI PASSIOultima modifica: 2008-08-27T20:19:34+02:00da ritina5
Reposta per primo quest’articolo

10 pensieri su “GLORIAE CHRISTI PASSIO

  1. Anzitutto scusami se disturbo proprio in questi giorni che Ti vedranno impegnatissima con il meeting.

    Sono capitato casualmente sul tuo blog e ne ho apprezzato molto stile e contenuti. Volevo chiederti il permesso di aggiungere un link sul nostro http://pessanoconbornago.myblog.it/ verso “graziella”

    Naturalmente saremo onorati decidessi di fare lo stesso con noi.

    Ringraziandoti in anticipo per il tempo dedicatoci, e in atessa di riscontro per autorizzarci a fare quanto sopra proposto, ti saluto caramente

    Nicolas

  2. Carissimo Nicolas, sono piacevolmente stupita delle tue parole; s’incontrano così pochi “gentleman” sul web che quando ne conosci qualcuno non puoi fare altro che gioirne.
    Sono felice e onorata di scambiare il link col vostro interessantissimo blog (ho gia dato un’occhiatina…), dopo, con calma, tornerò per conoscervi meglio e fare amicizia! Per ora ti lascio un abbraccio e un augurio di buona giornata!
    ps: ho gia aggiunto il vostro link!

  3. Cara Ritina5,

    Ti ringrazio molto per la considerazione e sono onorato che tu abbia deciso di linkarci. Sono sicuro potrà nascere un proficuo sodalizio culturale

    Buona giornata anche a Te

  4. hai conosciuto nicolas, mi fa piacere, anche io ho il suo link
    Ciao Ritina, non ti dimentichi di me vero?

  5. E come faccio a dimenticarti? Ho visto i tuoi commenti da Nicolas; vedi? L’amicizia si allarga, e ci ritroviamo sempre! A domani, carissimo, ti auguro una buona notte. Bacioni!

  6. “Di recente ho vissuto un fenomeno per me strano: sentirmi nella posizione di Giovanni e Andrea quando incontrarono Gesù per la prima volta”. Waters, già presente al Meeting due anni fa, inizia il suo intervento raccontando ciò che considera novità nella sua vita. “Sono seduto a un bar, prendo un caffè con un amico e c’è una sedia vuota come per un altro ospite. Allora comincio a pensare a come sarebbe se arrivasse Lui: come potrei fare a riconoscerLo? Che aspetto avrebbe?”. È chiaro che per il giornalista irlandese deve accadere qualcosa di eccezionale per riconoscere la Presenza di Cristo su quella sedia, nella sua vita.
    Prova così a spiegare il suo lungo e complicato percorso all’interno della cultura moderna, descritta da lui come “una giungla buia all’interno della quale cammino a tentoni e tocco senza riuscire a capire se sono buone o cattive”. In effetti la sua vita è stata una giungla in cui ha anche affrontato il tunnel dell’alcolismo durante la ricerca della sua libertà, necessariamente diversa da quella in Cristo trasmessagli dalla sua famiglia. Ma il suo cuore non ha mai smesso di desiderare di incontrare una verità che sia più corrispondente della sua idea di libertà. Accogliendo allora la provocazione di don Giussani di essere onesto con se stesso e stare a ciò che accade nella sua vita, è arrivato alla radura camminando nella giungla della sua vita. “Lì ho incontrato gente che guardava tutti i miei desideri e mi ha invitato a fare un viaggio. Questo è il Meeting, l’Incontro. L’unico incontro che io conosca” conclude Waters. “Oggi Lui è presente nella mia realtà”.

  7. Partire per rimanere: comunione e missione in Russia

    Incontro con l’arcivescovo di Mosca monsignor Paolo Pezzi
    Un auditorium stracolmo di persone ha accolto con un grande applauso l’ingresso in sala di monsignor Paolo Pezzi. L’occasione è stata l’incontro svoltosi alle 17 in sala D7 dal titolo “Partire per rimanere: comunione e missione in Russia” che ha visto come protagonista il sacerdote di origini romagnole nominato da poco meno di un anno arcivescovo di Mosca.
    “Sono quasi imbarazzato nel darle del ‘lei’ – ha detto nell’introduzione Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione – per quell’amicizia che con don Paolo ho condiviso fino adesso. Ci tengo a chiedergli che cosa ha generato il ‘sì’ di un giovane in servizio di leva all’invito di un commilitone. Chi avrebbe mai immaginato questo filo della storia?”. Ricordando l’esperienza da seminarista di don Luigi Giussani, Savorana ha poi aggiunto che “oggi don Gius si compiace perché un suo figlio è stato chiamato a collaborare affinché quel suo sogno giovanile di unità della Chiesa di Dio diventi realtà”.
    “Quando mi hanno chiesto di parlare a questo Meeting – ha esordito monsignor Pezzi – ho subito pensato a quando venticinque anni fa io montavo questo palco come volontario. C’era il mio amico Aldo che teneva la supervisione, sapeva tutto di come si doveva lavorare. E io seguivo lui. Oggi sono a parlare da questo palco, ma nella sostanza è lo stesso”. Gli applausi dei presenti quasi coprono le parole dell’arcivescovo. “Nella mia vita ho sempre cercato la risposta al mistero di Dio – ha continuato -, magari anche ingenuamente e incoscientemente, ma ho scoperto con stupore un disegno buono sulla mia vita”. E così, continuando il paragone con la sua esperienza di volontario al Meeting, monsignor Pezzi ha tenuto a precisare che oggi per lui “dire sì a Cristo nell’accettare la nomina del Papa è come quando venticinque anni fa dicevo di sì ad Aldo che mi chiedeva di portargli una chiave numero cinque per montare il palco”.
    “Come posso allora servire questo mistero?” si è chiesto. “Per rispondere devo rimanere in rapporto con Dio, perché il sì a Cristo è sempre un sì a persone e circostanze concrete. Per questo mi interessava di più il sì che continuare a sognare circostanze favorevoli al mio temperamento. Ciò che fa fiorire il deserto è l’offerta quotidiana. Perché anche la vita di tutti i giorni di un vescovo è piena di cose aride, ma questa è un’occasione di protagonismo solo se si offre ogni cosa a Cristo”.
    Passando a spiegare il titolo scelto per l’incontro, il presule ha raccontato di un aneddoto avvenuto quindici anni fa, quando prima di ripartire per la Russia era stato a trovare un amico monaco della Cascinazza, nell’hinterland milanese. “Gli dissi che lui rimaneva in monastero perché io potessi partire. Non si rimane infatti se non per partire. E non si parte se non per rimanere. Solo rimanendo nello stupore ritrovo il gusto dell’avventura della mia vita e della missione che ho imparato a gustare all’interno della Fraternità San Carlo Borromeo e nel rapporto con don Massimo Camisasca”.
    Il sì pronunciato da monsignor Pezzi è sempre stato un gesto concreto, di cui fare memoria e poter rendere testimonianza. “Nel 1984, in occasione del trentennale del movimento – ha raccontato – scrissi a don Giussani che ero così grato dell’esperienza vissuta da essere disposto ad andare ovunque nel mondo. Non avevo mai pensato alla Russia, se non per le affascinanti letture del Samizdat. Partire per rimanere per me è stata una condivisione di vita, che oggi si riflette nell’attirare uomini in un miracolo di comunione. La vita si trasforma solo nell’obbedienza – ha aggiunto – che è la condizione secondo la quale tutto quello che fai esprime la comunione che affermi, piegarsi alle circostanze invece che perseguire un proprio progetto”.
    Nell’ultima parte del suo intervento monsignor Pezzi si è soffermato a parlare della situazione della Russia, sottolineando un problema fondamentale di metodo: “Oggi ci si arresta a livello di analisi della situazione, dimenticando qual è la priorità e il punto di partenza. Per chi vive in Cristo l’ecumenismo è infatti l’andare verso l’altro col desiderio di conoscere la verità in lui presente. Attraverso di me la presenza di Cristo tende a diventare trasparente e questo lo posso vedere nella mia amicizia con alcuni preti ortodossi con i quali ci troviamo in incontri informali che hanno a tema l’educazione di noi stessi e di chi incontriamo”.
    “Tutta questa mia esperienza – ha concluso il vescovo – mi fa guardare con pietà alle persone che incontro senza voler ingrossare le fila. Per me significa guardare con attenzione alla realtà della Russia e della sua Chiesa ortodossa, ricordandomi che tutti gli uomini, compresi i russi, sono bisognosi di Cristo”.
    “Carròn tempo fa ci diceva che c’è un inconveniente in tutto questo: – ha affermato Savorana nel chiudere l’incontro – noi non possiamo pretendere di partire da Dio. Si parte dalla realtà. Per dare ragione di questa realtà io devo iniziare un percorso, come don Paolo ci ha testimoniato, per poter poi arrivare a dare un nome a questa realtà. Il suo motto episcopale è ‘Gloriae Christi passio’, desiderio e passione per la gloria di Cristo. Noi facciamo il Meeting – ha aggiunto il portavoce di Cl – animati dentro la nostra incoerenza dallo struggimento che quel nome sia conosciuto, incontrando tutto e tutti”.

  8. Scusami moltissimo, sono sempre io: ho fatto qualche prova per vedere se i commenti funzionano col copia-incolla e in effetti… funzionano! Peccato che quando voglio farlo io non funziona mai! Che strano

  9. Non saprei che dire; ho rinunciato a capire; ho scritto alla direzione mo non ho avuto risposte e neanche ho visto pubblicata la domanda. Misteri di Myblog…
    Peccato non poter continuare l’accesa discussione con te, Daniele, e quel simpaticone di Shino! Spero risolvano. Ti abbraccio.

  10. Non saprei che dire; ho rinunciato a capire; ho scritto alla direzione mo non ho avuto risposte e neanche ho visto pubblicata la domanda. Misteri di Myblog…
    Peccato non poter continuare l’accesa discussione con te, Daniele, e quel simpaticone di Shino! Spero risolvano. Ti abbraccio.

I commenti sono chiusi.