RITORNO ALL’ESSENZIALE

Copio integralmente l’articolo pubblicato dal carissimo amico Cogitor, che ringrazio di aver proposto, perchè ci da l’opportunità di approfondire ciò che è Essenziale alla vita e che si riverbera nel cuore del “Dolce Cristo in terra”: Papa Benedetto XVI.

 

Ritorniamo all’essenziale!

 

Un’omelia può diventare una vera e propria preghiera? Per rispondere a questo particolare interrogativo bisogna leggere e meditare lo splendido (davvero splendido) discorso che il nostro Papa teologo rivolge ai fedeli al termine della processione eucaristica, svoltasi a Lourdes in occasione della sua visita pastorale. Ogni ulteriore commento risulterebbe inadeguato; nel testo (lo riportiamo integralmente) che Papa Benedetto XVI offre alla nostra attenzione è possibile condividere una preziosissima lezione d’amore nei confronti di Gesù eucaristia. Molti giornali preferiranno, ovviamente, soffermarsi (criticandone indebitamente i contenuti) su altre considerazioni esposte dal Papa in questi giorni di pellegrinaggio a Lourdes, noi vogliamo invece raccogliere questa “preghiera eucaristica” (mi permetto di chiamarla così) e farla nostra.
A volte penso alle tantissime occasioni di incontro vissute nelle nostre comunità ecclesiali di appartenenza, dove talvolta ci si sofferma (forse più del dovuto) su mille problematiche che riguardano la nostra vita (naturalmente serve anche questo) perdendo però di vista “l’essenziale”!!!
Io credo che le parole del Papa (qui riportate integralmente, anche se il testo è un po’ lungo) siano un esplicito richiamo  all’essenziale.


Signore Gesù, Tu sei qui! E voi, miei fratelli, mie sorelle, miei amici, voi pure siete qui, con me, davanti a Lui!

Signore, duemila anni or sono, Tu hai accettato di salire su di una croce d’infamia per poi risuscitare e restare sempre con noi, tuoi fratelli, tue sorelle. E voi, miei fratelli, mie sorelle, miei amici, voi accettate di lasciarvi afferrare da Lui. Noi Lo contempliamo. Noi L’adoriamo. Noi L’amiamo. E cerchiamo di amarLo di più. Noi contempliamo Colui che, nel corso della cena pasquale, ha donato il suo Corpo e il suo Sangue ai discepoli, per essere con loro “tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

Noi adoriamo Colui che è all’inizio e alla fine della nostra fede, Colui senza il quale noi non saremmo qui sta sera. Colui senza il quale noi non ci saremmo per nulla. Colui senza il quale nulla vi sarebbe, nulla, assolutamente nulla! Lui, per mezzo del quale “tutto è stato fatto” (Gv 1,3), Lui nel quale noi siamo stati creati, per l’eternità, Lui che ci ha donato il suo Corpo e il suo Sangue, Lui è qui, questa sera, davanti a noi, offerto ai nostri sguardi. Noi amiamo – e cerchiamo di amare di più – Colui che è qui, davanti a noi, offerto ai nostri sguardi, alle nostre domande forse, al nostro amore. Sia che camminiamo o siamo inchiodati su di un letto di dolore – che camminiamo nella gioia o siamo nel deserto dell’anima (cfr Num 21,5), Signore, prendici tutti nel tuo Amore: nell’amore infinito, che è eternamente quello del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre, quello del Padre e del Figlio per lo Spirito e dello Spirito per il Padre e per il Figlio. L’Ostia Santa, esposta ai nostri occhi, dice questa potenza infinita dell’Amore manifestata sulla Croce gloriosa.

L’Ostia Santa ci dice l’incredibile abbassamento di Colui che s’è fatto povero per farci ricchi di Sé, Colui che ha accettato di perdere tutto per guadagnarci al Padre suo.

L’Ostia Santa è il Sacramento vivo ed efficace della presenza eterna del Salvatore degli uomini alla sua Chiesa. Fratelli miei, sorelle mie, amici miei, accettiamo, accettate di offrirvi a Colui che ci ha donato tutto, che è venuto non per giudicare il mondo, ma per salvarlo (cfr Gv 3,17), accettate di riconoscere nelle vostre vite la presenza attiva di Colui che è qui presente, esposto ai nostri sguardi. Accettate di offrirGli le vostre proprie vite! Maria, la Vergine santa, Maria, l’Immacolata Concezione, ha accettato, duemila anni or sono, di donare tutto, di offrire il suo corpo per accogliere il Corpo del Creatore. Tutto è venuto da Cristo, anche Maria; tutto è venuto mediante Maria, lo stesso Cristo. Maria, la Vergine santa, è con noi questa sera, davanti al Corpo del Figlio suo, centocinquant’anni dopo essersi rivelata alla piccola Bernadette. Vergine santa, aiutaci a contemplare, aiutaci ad adorare, aiutaci ad amare, ad amare di più Colui che ci ha tanto amato, per vivere eternamente con Lui.

Una folla immensa di testimoni è invisibilmente presente accanto a noi, vicino a questa grotta benedetta e davanti a questa chiesa voluta dalla Vergine Maria; la folla di tutti gli uomini e di tutte le donne che hanno contemplato, venerato, adorato la presenza reale di Colui che si è donato a noi fino all’ultima goccia di sangue; la folla degli uomini e delle donne che hanno passato ore ad adorarLo nel Santissimo Sacramento dell’altare. Questa sera, noi non li vediamo, ma li sentiamo dire a ciascuno e a ciascuna di noi: «Vieni, lasciati attrarre dal Maestro! Egli è qui e ti chiama! (cfr Gv 11,28). Egli vuol prendere la tua vita e unirla alla sua. Lasciati afferrare da Lui! Non guardare più alle tue ferite, guarda alle sue. Non guardare ciò che ti separa ancora da Lui e dagli altri; guarda l’infinita distanza che Egli ha cancellato nell’assumere la tua carne, nel salire sulla Croce che gli hanno preparato gli uomini e nel lasciarsi mandare a morte per mostrarti il suo amore. Nelle sue ferite Egli ti accoglie; nelle sue ferite Egli ti nasconde. Non rifiutarti al suo amore!». La folla immensa di testimoni che s’è lasciata afferrare dal suo amore è la folla dei santi del cielo che non cessano di intercedere per noi. Erano peccatori e lo sapevano, ma hanno accettato di non guardare le loro ferite, di non guardare ormai che le ferite del loro Signore, per scoprirvi la gloria della Croce, per scoprirvi la vittoria della Vita sulla morte. San Pier-Giuliano Eymard ci dice tutto, quando esclama: “La Santa Eucaristia è Gesù Cristo passato, presente e futuro” (Prediche e istruzioni parrocchiali dopo il 1856, 4 – 2,1. Sulla meditazione).

Gesù Cristo passato, nella verità storica della sera nel cenacolo, ove ci conduce ogni celebrazione della santa Messa. Gesù Cristo presente, perché Egli ci dice: “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. “Questo è”, al presente, qui e ora, come in tutti i “qui e ora” della storia umana.

Presenza reale, presenza che supera le nostre povere labbra, i nostri poveri cuori, i nostri poveri pensieri. Presenza offerta ai nostri sguardi come qui, stasera, presso questa grotta ove Maria s’è rivelata come Immacolata Concezione.

L’Eucaristia è anche Gesù Cristo futuro, il Gesù Cristo che verrà. Quando contempliamo l’Ostia Santa, il suo Corpo di gloria trasfigurato e risorto, contempliamo ciò che contempleremo nell’eternità, scoprendovi il mondo intero sostenuto dal suo Creatore in ogni istante della sua storia. Ogni volta che ce ne cibiamo, ma anche ogni volta che lo contempliamo, noi l’annunciamo fino a che Egli ritorni: “donec veniat”. Proprio per questo noi lo riceviamo con infinito rispetto.

Alcuni tra noi non possono o non possono ancora riceverLo nel Sacramento, ma possono contemplarLo con fede e amore, ed esprimere il desiderio di potersi finalmente unire a Lui. E’ un desiderio che ha grande valore davanti a Dio: essi attendono con maggior ardore il suo ritorno; attendono Gesù Cristo che deve venire.

Quando un’amica di Bernadette, all’indomani della sua prima comunione, le chiese: “Di che cosa sei stata più felice: della prima comunione e delle apparizioni?”, Bernadette rispose: “Sono due cose che vanno insieme, ma non possono essere confrontate. Io sono stata felice in ambedue” (Emmanuélite Estrade, 4 giugno 1958). Il suo parroco testimoniò al Vescovo di Tarbes riguardo alla sua prima comunione: “Bernadette si comportò con grande raccoglimento, con un’attenzione che non lasciava nulla a desiderare … Appariva profondamente consapevole dell’azione santa che stava compiendo. Tutto si svolge in lei in maniera stupefacente”. Con Pierre-Julien Eymard e con Bernadette, noi invochiamo la testimonianza di tanti e tanti santi e sante che hanno avuto per l’Eucaristia il più grande amore. Nicolas Cabasilas esclama e dice a noi stasera: «Se Cristo dimora in noi, di che cosa abbiamo ancora bisogno? Che cosa ci manca? Se rimaniamo in Cristo, che cosa possiamo desiderare di più? Egli è nostro ospite e nostra dimora. Felici noi che siamo la sua abitazione! Che gioia essere proprio noi la dimora di un tale Inquilino!» (La vie en Jésus-Christ, IV, 6). Il Beato Charles de Foucauld nacque nel 1858, lo stesso anno delle apparizioni di Lourdes. Non lontano dal suo corpo irrigidito dalla morte fu trovata, come il chicco di frumento gettato nella terra, la lunetta contenente il Santissimo Sacramento, che fratel Carlo adorava ogni giorno per lunghe ore.

Il P.de Foucauld ci affida la preghiera scaturita dall’intimità del suo cuore, una preghiera rivolta al Padre celeste, ma che, con Gesù, possiamo in piena verità fare nostra davanti all’Ostia Santa: «’Padre mio, affido il mio spirito nelle Vostre mani’. E’ l’ultima preghiera del nostro Maestro, del nostro Diletto…Possa diventare la nostra, e che essa sia non solo quella del nostro ultimo istante, ma quella di tutti i nostri istanti: «Padre mio, mi rimetto nelle Vostre mani; Padre mio, mi affido a Voi; Padre mio, mi abbandono a Voi; Padre mio, fate di me ciò che vi piacerà; qualunque cosa facciate di me, vi ringrazio: grazie di tutto; sono pronto a tutto, accetto tutto; Vi ringrazio di tutto. Supposto che la Vostra volontà si compia in me, o mio Dio, supposto che la Vostra volontà si compia in tutte le Vostre creature, in tutti i Vostri figli, in tutti coloro che il vostro cuore ama, non desidero null’altro, mio Dio; rimetto la mia anima nelle Vostre mani; Ve la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore, perché Vi amo ed è un bisogno del mio cuore donarmi, rimettermi nelle Vostre mani, senza misura, con infinita confidenza, perché Voi siete il Padre mio».

Diletti fratelli e sorelle, pellegrini di un giorno e abitanti di queste vallate, fratelli Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, voi tutti che vedete davanti ai vostri occhi l’infinito abbassamento del Figlio di Dio e la gloria infinita della risurrezione, restate in silenzio e adorate il vostro Signore, il nostro Maestro e Signore Gesù Cristo. Restate in silenzio, poi parlate e dite al mondo: non possiamo più tacere ciò che sappiamo. Andate a dire al mondo intero le meraviglie di Dio, presente in ogni momento delle nostre vite, in ogni luogo della terra. Che Dio ci benedica e ci protegga, ci conduca sul cammino della vita eterna, Lui che è la Vita, per i secoli dei secoli. Amen.


Benedetto XVILourdes, domenica 14 settembre 2008


RITORNO ALL’ESSENZIALEultima modifica: 2008-09-15T13:38:10+02:00da ritina5
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11 pensieri su “RITORNO ALL’ESSENZIALE

  1. A me sentirmi dire così tante volte che sono povero incapace infelice ecc…. mi mette una tristezza. Boh, comincio a pensare che il 90% dei cristiani abbia notevoli mancanze affettive, che so, genitori che li trattavano male, delusioni amorose, un infanzia difficile…. è difficile spiegarlo altrimenti. Credere in un essere soprannaturale eppure reale è già difficile, ma che questo essere sia una confettura di albicocche dolce dolce che ama tutti indiscriminatamente è qualcosa di morbosamente insano. Che poi per coerenza: se Dio fosse fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo non sarebbe affatto così generoso e magnanimo ^^”, anzi direi piuttosto incazzoso e superbo (vecchio testamento docet), e gentile solo con chi pare a lui, qualcuno che ritenga alla sua altezza… che so… zeus… odino…maradona….al capone… bush… questa gente qua.

    p.s.
    fermorestando che una mia amica dice che kurt kobain è Dio. Il che avvaliderebbe di più la mia tesì.

  2. Caro Daniele, i tuoi commenti mi fanno morire dal ridere; vorrebbero essere irriverenti ma sono solo satirici e beffardi. Maradona, Bush, Al Capone, ecc. all’altezza di Dio, anzi, pari, è troppo forte! Comunque siamo “noi” fatti a immagine di Dio, non viceversa! 😉

  3. Ma no, io gioco sempre, ci sorridevo anche io mentre dicevo bush al capone ecc… non lo so fare l’attaccabrighe, mi sento troppo serio… e poi se vi faccio ridere accettate meglio quello che dico (sono la mutazione genetica del troll che si adegua per sopravvivere). Se siamo fatti ad immagine di Dio la cosa è reciproca…nel senso che per forza anche lui deve assomigliare a noi…. e per questo è un po’ incredibile che sia buono giusto bravo amorevole…..bah bah, gloria gloria a kurt kobain!

    Superfluo che soffoca il santo padre: ciabattine rosso porpora di S.Valentino (filiale vaticana dell’omonimo) colorito purpureo con papalina morbidosa sul collo del piede, tunica rifinita in oro della DM-style (uno stile della madonna) senza tasche e dettagli cuciti a mano dai bambini del terzo mondo, mutande d&g (Dio è gioia) sulle quali è calato un fitto mistero, anello con rubino e smeraldo, molto semplice e pratico, 70000 carati peso netto 3 kg, un gioiello sobrio, casual, per chi vuol viaggiar molto senza rinunciare ad ostentare le sue smisurate ricchezze, della gioielleria Barabba s.p.a. (santo per acclamazione), cmq su qualcosa ha pure risparmiato: scettro pastorale coop con pecorella smarrita omaggio (per fare le prove…), tiara in falso oro con rifiniture in plastica, reperita con 250 punti alla shell, macchinina porta papa rubata al campo da golf sulla tiburtina.

    Però non è il papa che non si vuole liberare di tutto questo, lui vorrebbe, è che quella roba non è sua è della chiesa e siccome la chiesa sono tutti i cristiani riuniti nel suo nome, non voleva toglierci qualcosa che è nostro, è un papa buono 😀

  4. cara ritina “il superfluo che soffoca il nostro Papa” è l’imponente ricchezza spirituale che la chiesa ha accumulato nei secoli e che oggi Dio, a causa dell’infedeltà dei suoi, ha reso inservibile… abbandonandola.
    Chi non vuol vedere che la chiesa è morta vive di superfluo, vive di passato, vive di ricordi…che poi la chiesa sia destinata a morire ce lo dice il catechismo della chiesa cattolica…

    677 La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione.

  5. cara ritina già che mi trovo a passare nel tuo blog ti lascio una considerazione sul colui che tu chiami…”dolce cristo in terra”…e ti invito ad approfondire…

    TUTTO E’ COMPIUTO

    Benedetto XVI
    ha tradito il cardinal Ratzinger
    ha rinnegato la verità
    e dato alla chiesa il colpo di grazia.

    La notte della sua elezione
    Satana gli ha offerto il trono di Pietro
    in cambio d’una menzogna.

    E quella chiesa che poche ore prima
    era “una barca piena di sporcizia
    sul punto di affondare”
    quella chiesa moribonda… d’improvviso…
    è diventata “giovane e viva”.

    http://davidilgrido.blogspot.com

  6. Gesù ben sapendo che gli uomini di chiesa lo avrebbero tradito non ha detto…
    “io sono la chiesa”…ma “io sono la verità”. Per gli ultimi giorni sempre Gesù sapendo che non ci sarebbero stati più riferimenti in terra ha detto…”alzate gli occhi al cielo perché la vostra liberazione è vicina”.
    Dobbiamo amare e seguire, non la chiesa, ma la verità fino in fondo…

  7. Voce di uno che grida nel deserto:

    Ecco i giorni della fine predetti da Gesù, Daniele e Amos,
    giorni di desolazione, Dio è stato annientato.
    L’apostolo continua ad annunciare e il sacerdote a celebrare
    ma il tabernacolo è vuoto, l’ostia deserta, il santissimo spento.

  8. Caro David, Gesù ha detto “Io sono la Via la Verità e la Vita”, ma ha detto anche a Pietro “Su te fonderò la Mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno”. Non prevalebunt, dunque. Sa’ bene, la Chiesa, che seguirà il Suo Signore sulla strada della Croce e anche della Resurrezione, che si vive tempi tristi e dolorosi, ma la Chiesa non è morta! Di quale Chiesa parli, caro amico? Non so’ se sei Cattolico; ma un vero Cattolico non sputa veleno sul Papa. “Dobbiamo amare e seguire, non la chiesa, ma la verità fino in fondo.” Dov’è la verità da seguire, nella propria pretesa visione? In una coscienza così labile da farsi trasportare da ogni vento? Quello che hai scritto nei tuoi commenti mi sembra che tu abbia una visione veterotestamentaria del Cristianesimo e molta confusione…

  9. cara ritina prima di essere cattolico quale sono io sono un discepolo di Gesù e non guardo in faccia a nessuno…quello che devo dire lo dico.
    Dici che sputo veleno sul Papa ma allora anche Gesù sputava veleno sui capi spirituali del suo tempo…che male c’è se si parla in nome della verità?
    Ho forse detto qualcosa di non vero…il voltafaccia dei giorni della sua elezione me lo sono forse inventato…non sono forse documentati i suoi discorsi…
    piuttosto siete voi che vi accontentate delle apparenze e non volete scavare per paura di vedere cose che mettano in pericolo le vostre sicurezze.
    Cara ritina “guai a voi che siete sazi”… di certezze, di salvezza, di sapienza.
    Se ami e conosci veramente Gesù non puoi stravedere per i papi del nostro tempo come non stravedeva san Francesco, che il Signore lo conosceva bene, per quelli del suo tempo…

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