PERCHE’ PADRE PIO PER NOI?

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Una rivelazione su ciò che Gesù gli disse quel 20 settembre….

Il 20 settembre è il 90° anniversario della stimmatizzazione di padre Pio e il 23 settembre è il 40° della morte. Proprio alla vigilia di entrambi sta per uscire un libro di don Francesco Castelli che contiene documenti inediti, eccezionali, sull’episodio delle stimmate e sulla loro origine. In uno di essi “il cappuccino svela – non lo farà mai più durante la sua vita – il toccante dialogo fra lui e il misterioso personaggio, autore delle stimmate” e le parole che spiegano il motivo di quelle stimmate.

Il grande evento avvenne il 20 settembre 1918 e forse la data non è casuale: era stato il giorno della presa di Roma da parte dei piemontesi, fine del potere temporale e inizio della persecuzione al papa, ma anche di una purificazione della Chiesa. Il fenomeno delle stimmate impose all’attenzione del mondo quello sconosciuto e umile francescano e ne fece una luce che attrasse e ancora attrae milioni e milioni di persone.

Padre Pio divenne così una straordinaria risposta del Cielo all’apostasia del secolo XX. Un giorno di aprile dell’anno 30 d.C., all’apostolo Tommaso, che non credeva che i suoi compagni avessero davvero visto e parlato con Gesù, dopo la sua morte, risorto nella carne e vivo, Gesù andò incontro e disse “Tommaso metti qua il dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente!”.

Così, all’incredulità del secolo delle ideologie, pochi mesi dopo la Rivoluzione d’ottobre, Gesù ha risposto mostrando quelle stesse piaghe, del crocifisso risorto, sul corpo di uno dei suoi più grandi amici, padre Pio: crocifisso per 50 anni davanti al mondo e alla stessa scienza la quale più volte ha studiato e analizzato le sue stimmate ritenendone inspiegabili sia la formazione, sia il perdurare contro ogni legge naturale, sia la sparizione alla vigilia della morte senza lasciar traccia alcuna, di nuovo contro le leggi della biologia.

Francesco d’Assisi fu il primo stimmatizzato e padre Pio è stato il primo e unico sacerdote stimmatizzato della storia della Chiesa. Un fatto che assume un significato particolarmente importante alla luce delle rivelazioni di don Castelli. Storico e docente di Storia della Chiesa, don Francesco Castelli lavora anche nella Postulazione per la causa di beatificazione di Karol Wojtyla. E’ autore di alcuni lavori su padre Pio di cui abbiamo dato notizia anche da queste colonne.

Dunque in questo libro “Padre Pio sotto inchiesta. L’ ‘autobiografia’ segreta” (Ares), di cui parlerà anche il settimanale “Oggi”, pubblica un documento eccezionale: la relazione scritta nel gennaio 1922 da monsignor Raffaello Carlo Rossi, vescovo di Volterra, inquisitore per conto del S. Uffizio a San Giovanni Rotondo nel maggio 1921. Che contiene, fra l’altro, il verbale dei sei “interrogatori” di padre Pio, resi sotto giuramento, dove è contenuta la “bomba”.

Questo dossier era stato secretato e quindi nessuno ha potuto consultarlo. Solo dal giugno 2006 Benedetto XVI ha consentito l’apertura degli archivi del S.Uffizio per i documenti del pontificato di Pio XI (quindi dal 1921 al 1939). Il primo a poterli vedere è stato lo storico Sergio Luzzatto che ha pubblicato di recente un libro dove manifesta molto interesse alla politica e alle ideologie (e anche ai pettegolezzi di paese su padre Pio), ma non altrettanto ai documenti e alla sostanza, né alla materia religiosa (su cui non pare preparato). Forse per una conoscenza sommaria della vicenda di padre Pio, Luzzatto sembra non si sia accorto (nel suo libro non ne dà notizia) dell’esplosiva rivelazione fatta dal giovane frate in quel maggio 1921 al vescovo Rossi.
v Finora, sull’episodio cruciale della stimmatizzazione, si sapeva solo quel poco che padre Pio aveva rivelato per lettera, il 22 ottobre 1918, al suo direttore spirituale. Era la mattina del 20 settembre. Padre Pio aveva appena celebrato la messa, era rimasto solo in chiesa e come di consueto stava nel coro per fare il ringraziamento. “E mentre tutto questo si andava operando”, scrive in quella lettera, “mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue. La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell’istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue”.

Questa finora era l’unica versione del fatto decisivo della vita di padre Pio e c’erano tanti punti interrogativi: chi era il misterioso personaggio? Costui disse qualcosa? Fra i due si svolse un dialogo? Per quale scopo le stimmate sul corpo di padre Pio? Sono domande di enorme importanza.

Adesso, dal libro in uscita, apprendiamo che nel 1921 padre Pio, rispondendo alla richiesta di monsignor Rossi, aveva rivelato i particolari decisivi dell’avvenimento, chiarendo, di fatto, tutti quei punti interrogativi. Ecco le sue precise (e inedite) parole: “Il 20 settembre 1918 dopo la celebrazione della Messa, trattenendomi a fare il dovuto ringraziamento nel Coro tutt’a un tratto fui preso da un forte tremore, poi subentrò la calma e vidi Nostro Signore in atteggiamento di chi sta in croce, ma non mi ha colpito se avesse la Croce, lamentandosi della mala corrispondenza degli uomini, specie di coloro consacrati a Lui e più da lui favoriti. Di qui si manifestava che Lui soffriva e che desiderava di associare delle anime alla sua Passione. M’invitava a compenetrarmi dei suoi dolori e a meditarli: nello stesso tempo occuparmi per la salute dei fratelli. In seguito a questo mi sentii pieno di compassione per i dolori del Signore e chiedevo a lui che cosa potevo fare. Udii questa voce: ‘Ti associo alla mia Passione’. E in seguito a questo, scomparsa la visione, sono entrato in me, mi son dato ragione e ho visto questi segni qui, dai quali gocciolava il sangue. Prima nulla avevo”.

Da questo documento straordinario – sottolinea don Castelli – si apprende anzitutto che padre Pio conosceva bene l’identità di chi gli è apparso e soprattutto che “la stimmatizzazione non fu il risultato di una sua richiesta personale”. Altro che autosuggestione e psicosi. Il Padre chiese solo cosa poteva fare per confortare Gesù. Fu Gesù che lo invitò ad aiutarlo a portare il peso dei peccati del mondo, dell’ingratitudine e della mancanza di amore (specialmente dei consacrati).

Il libro contiene anche un altro documento eccezionale e inedito: l’esame accurato delle stimmate fatto dal vescovo. E’ strano che Luzzatto non lo abbia citato. E’ vero che esso confuta totalmente le sue tesi, ma ha un valore storico enorme. Questa è infatti l’unica vera inchiesta del S. Uffizio sulle stimmate. E l’ “inquisitore”, che confessa di essere arrivato “con una personale prevenzione in contrario”, dopo un’ispezione a tutto campo, accuratissima, senza sconti, pure con eccessi di rigore, riconosce infine: “non son potuto rimanere nella personale prevenzione contraria”. Ma anzi, dà voto favorevole. E – ben valutate tutte le altre ipotesi – deve riconoscere che quelle stimmate si spiegano solo con un’origine divina.

Il prelato testimonia pure di aver constatato personalmente il “profumo” (specialmente) del sangue di padre Pio e documenta fenomeni come la temperatura corporea a 48° (quando il padre pensa a Gesù) e la bilocazione. Ora, dopo queste ultime rivelazioni del libro di Castelli, è più chiaro il senso di quelle stimmate. Kierkegaard dice che Gesù ci fa letteralmente scudo col suo corpo santo. Ebbene, padre Pio è lì con lui a fare scudo a ciascuno di noi, (come fece padre Kolbe per quel padre di famiglia). E a milioni si riparano dietro di lui.

Antonio Socci
Da “Libero” 10 settembre 2008

Dal sito Lo Straniero

PERCHE’ PADRE PIO PER NOI?ultima modifica: 2008-09-20T13:01:14+02:00da ritina5
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27 pensieri su “PERCHE’ PADRE PIO PER NOI?

  1. Premetto ed ammetto che in questo caso la mia difesa di Luzzatto è preconcetta , nel senso che non ho letto il suo libro. Ma davvero il suo valore come storico è indiscutibile e non sarà certo un improvvisato apologeta come Socci a metterla in discussione. Mi pare un po’ azzardato sostenere che l’importanza dell’esame del vescovo sia “enorme”, non solo perché, nonostante tutto, si tratta di una parte in causa, ma poiché è stato effettuato in assenza di ulteriori controlli esterni e indipendenti. Come al solito tutto si risolve nell’impossibile tentativo di conciliare ragione e fede: se basta quest’ultima alla comprensione della realtà, non c’è bisogno di grandi esami delle stimmate; se invece si vogliono rispettare le regole della ragione, non si può assolutamente inferire che “quelle stimmate si spiegano solo con un’origine divina”. Socci dovrebbe ripassare un po’ Guglielmo di Occam prima di uscirsene con queste affermazioni che nulla hanno a che fare con un’analisi razionale dei fatti.

  2. Carissimo Guido. Il monsignor Rossi era andato da Padre Pio proprio per smascherarlo, e anche padre Gemelli; padre Pio non ha avuto vita facile con la Chiesa ufficiale. Quando Gemelli disse che erano manifestazioni isteriche, che a furia di pensare alle piaghe di Gesù Cristo, le erano uscite queste ferite; al che Padre Pio, di rimando, disse che pensasse intensamente di essere un bue, e vediamo se gli escono le corna! Nessuno mette in dubbio la capacità di storico di Luzzatto, ma quantomeno un dubbio sulla sua obbiettività scientifica sorge.
    Poi vorrei proporti un quesito che mi frulla in testa da un po’: Se Dio non esiste ma esiste solo la materia, questa materia deve essere intelligentissima e ha una “ragione” spropositata, tanto è grande la sua perfezione (e non sto a indicare gli indizi che provano l’unicità intellettiva del cosiddetto “caso”). Se Dio esiste, essendo Dio, è creatore di tutta la materia che prende varie forme; ora dimmi tu, se è “Signore” del cosmo, avendolo creato e voluto, solo sulla “terra” e su quello che, così parzialmente, conosciamo, la Sua signoria non avrebbe effetto? Solo l’uomo sarebbe fuori dal Suo volere e potere? La Ragione umana non ne verrebbe mortificata se solo la razza umana fosse fuori dall’unità del cosmo? Non sarebbe più un “universo”(come tante voci che formano un unico verso; uni-verso) ma un caos. Scusami se mi spiego con tanto misero linguaggio; te l’ho detto che sono un’illetterata e pure ignorante; ma qualche volta mi vengono dei pensieri…delle domande…Dimmi che ne pensi. Ciao, un bacino…

  3. Mi pare più che legittimo prendere in considerazione l’ipotesi che esista un dio.
    Il problema si pone relativamente al metodo con cui noi, uomini dalle limitate facoltà conoscitive, tentiamo di raggiungere la verità su questo ipotetico ente che chiamiamo dio.

    La prima e più immediata costatazione è che la conoscenza per via religiosa produce di tutto fuorché una verità universale: ogni fede ha un’idea diversa e contraddittoria di dio, e in quanto fede non è disposta a cambiare questa idea a nessun costo. Già questo mi pare molto indicativo.

    Naturalmente ciascuna fede può cercare poi di “provare”, con gli strumenti della ragione, l’esistenza di un’entità divina. Però anche in questo caso, già il fatto che in migliaia e migliaia di anni di storia non si sia mai giunti ad una verità condivisa mi pare pittosto indicativo.
    Il problema è che, allo stato delle conoscenze attuali, la ragione umana non può che prendere atto di un universo fisico (di cui ha scoperto moltissime leggi di funzionamento) e limitarsi a formulare ipotesi alternative circa un universo meta-fisico (divino, sovranaturale) sul quale non sa nulla e la cui esistenza, finora, non è dato provare.

    Io sono più illetterato e ignorante di te e credo che una discussione seria sull’esistenza o meno di dio sia al di fuori della nostra portata.
    Quel che posso dirti è che il tuo modo di ragionare attorno alla questione non è nuovo. Quella che tu utilizzi si chiama “prova teleologica” e, se ti può far piacere, era il cavallo di battaglia di san Tommaso (oltre che di Aristotele). Ma non è affatto vero che la materia sia “intelligente”. L’universo è quello che è: definirlo “perfetto” o un “caos” è una proiezione umana, dipende dai punti di vista e da quanto siamo riusciti a scoprire del suo funzionamento. Ricorda che le costanti fisiche che regolano l’universo materiale non sono leggi “perfette” stabilite da qualcuno, ma solo descrizioni probabilistiche (medie statistiche) dei fenomeni naturali.
    La “perfezione” dell’universo naturale è un’astrazione ben lontana dalla realtà, e quand’anche fosse vera non implicherebbe necessariamente l’esitenza di un’entità soprannaturale (e men che meno di una divinità “cristiana” piuttosto che induista o pagana).

    Ad ogni modo basta un po’ di osservazione per rendersi conto che l’universo (a cominciare dall’uomo!) è tutto fuorché perfetto.
    Per esempio, inferire l’esistenza di dio dal fatto che il “caso” non avrebbe mai potuto costruire un organismo così complesso come il corpo umano è un assurdo logico. I tuoi ragionamenti, mi pare, hanno lo stesso vizio logico di fondo di quelli sul disegno intelligente, e cioè di postulare (in modo più o meno esplicito) l’esistenza di un ente non necessario alla descrizione del fenomeno. Con il sospetto che l’obiettivo reale non sia la spiegazione del fenomeno stesso, ma l’introduzione forzata di una causa non necessaria a tale spiegazione. A parte il caso dei fanatici creazionisti che prendono la Genesi alla lettera, tutto ciò si vede bene nella diatriba sul disegno intelligente, che non mette in discussione i fondamenti della moderna teoria darwiniana (e come potrebbe? nessun’altra teoria è più efficiente nel descrivere l’evoluzione!) ma pretende di far rientrare dio dalla finestra come mente ordinatrice dell’evoluzione. Ma, come ammoniva già secoli fa il saggissimo Guglielmo di Occam, entia non multiplicanda sunt: postulare un disegno intelligente a partire dalle basse probabilità che le molecole semplici si organizzino in forme di vita complesse serve solo a mantener viva lidea di dio anche quando non è necessaria a spiegare la realtà osservata. Basse probabilità non significano nessuna probabilità e non implicano alcuna intelligenza superiore. Ha ragione chi sostiene che sarebbe come voler dire che, visto che un solo biglietto su una decina di milioni vince la lotteria nazionale, la lotteria stessa è stata concepita per far vincere lui.

    Comunque, l’onere della prova dell’esistenza di dio spetta al credente. E’ scorretto dal punto di vista logico postulare l’esistenza di dio, di un cosmo creato da lui, e poi chiedere a me di ragionare sull’ipotesi che solo uomo sia al di fuori del suo volere. Con ancor più misero linguaggio ti rispondo: e che ne so? Boh! Sei tu che postuli una non ben definita “unità del cosmo”, non io. Io non so nemmeno bene cosa intendi. E se la ragione umana è “mortificata” non è colpa di nessuno, né bisogna inventarsi entità soprannaturali per riscattarla dal suo stato.

    Concludo con una domanda. Non ti pare assolutamente contraddittorio che per provare l’esistenza di dio si faccia appello al tempo stesso alla “perfezione” delle “leggi” naturali (che dimostrerebbero l’esistenza di un’intelligenza soprannaturale) e a quei fenomeni che apparentemente violano quelle stesse leggi (i cosiddetti “miracoli”, tipo le stimmate di Padre Pio)? Delle due l’una, non ti pare?

  4. A me non sembra contraddittorio, Dio è onnipotente e l’ordine “intelligente” serve a garantire il nostro equlibrio, è fatto su misura.

    La conoscenza non può essere esclusivamente logico-razionale come afferma d’ockham. Diciamo che ad oggi la logica aristotelica è quella più sfruttata in assoluto quando si tratta di “verità”, tuttavia è incoerente come ampiamente dimostrato, inadeguata ad una comprensione completa (kant). Come la comunicazione non sottostà alle sole leggi grammaticali, così tutto il resto. L’oggettività è semplicemente una questione di comprensione, di dialettica appropriata. Per cui anche una religione può essere oggettiva se diffusa coi giusti mezzi, esplicata col linguaggio appropriato.

    Una delle poche cose per le quali intravedo un barlume di “qualcosa di non così estremamente ed ineluttabilmente terribile” (:Prrrr poi non dire che non dico mai niente in vostro favore 😀 ) in cl, è che si vanta la conoscenza, non di fede, ma intuitiva, sentimentale, come una grande innovazione controtendenza…. in realtà non è niente di innovativo, però è controtendenza…. in ambito di verità almeno… non che il new age sia controtendenza, ma rispetto a cl è meno incisivo. Fatto confusione? in sostanza, il new age al contrario di cl è un prodotto debole che non viene mai preso seriamente dall’opinione pubblica spesso neanche da chi lo pratica. (paganesimo and co non li considero new age)

  5. Cioè, l’ordine “intelligente” (le leggi di natura) prova l’esitenza di dio e allo stesso tempo ciò che che vìola tale ordine intelligente (cioè sovverte le leggi di natura) prova sempre e comunque l’esistenza di dio?
    Sarebbe come se, in un processo, una prova che scagiona e una che accusa dessero il medesimo risultato. A me sembra un po’ assurdo.

  6. Di Guglielmo di Occam ho solo citato una famosa raccomandazione, che è validissima anche oggi, e cioè che bisogna non spiegare un fenomeno utilizzando cause non necessarie (in pratica, non c’è bisogno di dio per spiegare l’esistenza del mondo).

    Che la conoscenza non sia solo logico-razionale lo sappiamo tutti, ma un fondamento logico-razionale è indispensabile. Il problema di CL è proprio che riduce la conoscenza a un “incontro”, a un “innamoramento, insomma a una specie di esperienza estetica: quindi a qualcosa che sfugge completamente alla ragione. Nessuno può “oggettivamente” dire che una musica o una poesia sia migliore o più vera di un’altra. Quindi si tratta di conoscenza che non ha a che fare con la categoria di verità.

    Non capisco bene in che senso citi Kant, visto che nessuno come lui ha negato che la religione e la metafisica abbiano un valore conoscitivo, proprio perché manacano dei requisiti di razionalità.

    Resto in fiduciosa attesa del giorno in cui una religione potrà essere dialetticamente essere considerata oggettiva, ma temo che dovrò aspettare parecchio.

  7. Guido, la perfezione è per l’uomo (e per gli altri esseri viventi). Dio ha creato il mondo, una “intelligenza” dietro la creazione non implica che il Dio dei cristiani si debba attenere per forza a quelle regole. Perfetto non vuol dire che non può essere mutato in nessun modo.

    Kant introduce un aspetto di trascendenza nel principio conoscitivo, quella che sui libri viene definita rivoluzione copernicana del pensiero, è con lui che comincia una più consistetente rivisitazione della logica.

    Il fondamento logico-razionale può venire prima o dopo indifferentemente:
    Se io dico qualcosa come “bene” e lo dico con un tono arrabbiato tutti capiscono che quel bene non ha il significato proprio della parola. Puoi anche pensare che il nostro intelletto rielabori l’espressioni facciali e le associ alla parola, ma rimane cmq il fatto che tu avverti la sensazione immediatamente.

    Cl, almeno per quanto la conosco io, parla di “ragionevolezza” non di logica o razionalità. Anticipa al concetto logico la sensazione che scaturisce dall’incontro. E’ una ragionevolezza piuttosto fessa a volte, anche perchè spesso si portano argomentazioni incomprensibili come fa socci, cioè pretendono di trovarci un principio razionale logico (forse perchè come dicevo, il pensiero dominante è quello logico razionale, e ci si sente deboli senza una base intellettuale solida). Nessuno può dire che una poesia o una musica sia più vera delle altre, infatti finchè l’arte rimane arte non ha pretesa che sul bello, quando diventa religione ha pretesa di verità. E’ lo stesso principio della magia, conta lo spirito dell’approccio.

    Non c’è bisogno di Dio per spiegare l’esistenza del mondo, è vero, d’altra parte quando Nietzsche diceva che Dio è morto lo diceva anche per questo, però pare che per certe persone Dio sia necessario per spiegare l’esistenza dell’uomo. E per un essere umano è difficile scindere il proprio mondo dal mondo, come dire, probabilmente il mondo non è fatto per l’uomo, ma non abbiamo idea di come sia altrimenti, senza di noi.

    Rita, credo abbiamo un’idea totalmente diversa di verità. E sull’iran ho ragione io! (adesso ne approfitto visto che sei gentile)

  8. “Kant introduce un aspetto di trascendenza nel principio conoscitivo, quella che sui libri viene definita rivoluzione copernicana del pensiero, è con lui che comincia una più consistetente rivisitazione della logica. ”

    Sarebbe a dire?

  9. Ho già detto più volte che non ritengo credibile la nozione di “ragionevolezza” proposta da Giussani. E’ qualcosa di molto diverso dal concetto comune di “ragione” e del resto lo stesso Giussani parla di ragionevolezza della fede, il che è tutto dire. La ragionevolezza di Giussani non è una modalità di conoscenza del reale, ma una forma di giustificazione della fede come risposta ai bisogni esistenziali. Insomma, ha a che fare con la ricerca della felicità piuttosto che con la ricerca della verità.
    Ma sai, se serve ad essere felici qualunque cosa è ragionevole: anche farsi di metadone, pregare Manitù o credere che il mondo è stato creato dal Grande Elefante Rosa che vive al di là delle nuvole…

  10. L’intuizione pura, la conoscenza trascendentale e il noumeno; rivoluzione copernicana del pensiero= cambia il principio di realtà da esclusivamente oggettivo a filtro della ragione, quindi mentre prima ruotava tutto intorno all’oggetto con kant tutto ruota intorno al soggetto.

    Sulla rivisitazione logica, oltre ai succitati c’è l’abolizione del silogismo -in chiave gnoseologica-, e per esteso la negazione della metafisica aristotelica, fa l’esempio della prova ontologica dell’esistenza di Dio di S. Bernardo(?) D’aosta il quale affermava che chi nega Dio compie un duplice processo ovvero quello di affermazione e quello di negazione seguente (“dio (affermazione) non (negazione) esiste”), per cui secondo lui se si riesce a pensare Dio vuol dire che Dio esiste (non aveva tutti i torti). Kant dice pari pari (e ci voleva kant….) che non perchè riesco a pensare un sacchetto di monete questo si materializza ed esiste.

    I cattolici non hanno mai letto kant, lo so.

  11. Non voglio difendere giussani, ho letto un solo libro e sono rimasto allibito da come una figura del genere, estremamente povera di contenuti, modesta insomma… sia stata presa ad esempio e trasformata in un santone.
    Il principio di ragionevolezza di cl ha a che fare con la verità, ma retroattivamente… nel senso che se io ti tiro un pugno tu senti dolore e ragionevolmente cerchi di dare una spiegazione logica a quel dolore… i cattolici intuiscono una verità e ragionevolmente tentano una giustificazione….. e posso credere cecamente che non sia facile giustificare un Dio che muore risorge ecc.. ecc… ^^”…

    E’ che tu sei abituato a filtrare tutto razionalmente verità non razionali forse non riesci a concepirle, o al limite scindi la componente esistenziale da quella teoretica. O almeno questa l’impressione che mi dai. Talvolta è una scelta.
    La ragionevolezza della fede esiste, nel senso se uno ti racconta che esiste l’america anche se non ci sei stato lo sai che esiste perchè è ragionevole pensare che l’altro non ti stia mentendo (quante volte te l’avranno rifilata questa versione…..). Tutto sta nel legame tra chi profetizza e chi crede… è un serpente che si morde la coda e arriva fino agli albori cui per ovvie ragioni è difficile parlare.

  12. Sappiamo bene quel che rappresenta Kant per la filosofia, e siamo d’accordo. Continuo a non capire a che proposito l’hai citato.

    La versione dell’America l’ho sentita anch’io milioni di volte, certo. Ma non è che ripeterla all’infinito la faccia diventare più credibile. L’esempio corretto sarebbe quello in cui uno mi dice che una cosa esiste e un altro che invece non esiste. Le variabili che mi fanno persuaso di una o dell’altra versione (o, caso che qui nessuno contempla mai, che mi fanno sospendere il giudizio) sono molteplici. E il grado di fiducia che ho nell’uno piuttosto che nell’altro dipende da innumerevoli fattori, non ultimo dal fatto che sappia argomentare meglio (o lo abbia saputo fare in passato) la propria versione: in altre parole, che sia razionalmente più convincente.
    L’esempio dell’America è una baggianata, perché fa coincidere un banale atteggiamento pratico (fidarsi di chi si conosce) con il fondamento della conoscenza, il che non sta né in cielo né in terra.

    Non esistono “verità non razionali”, su questo dobbiamo intenderci: la verità si dà solo nell’ambito della ragione, come insegna il grande Kant. Ciò non vuol dire che la nostra vita e la nostra felicità non dipenda dai sentimenti, da intuizioni non razionali, dall’arte e dal linguaggio simbolico, da componenti esitenziali eccetera.

    Lo dici tu stesso che tutto sta nel legame tra chi profetizza e chi crede. Ma nel legame (nella cosiddetta appartenenza) risiede forse la felicità, non la verità: tanto è vero che se Giussani avesse detto che l’America non esiste gli avrebbero creduto senza fiatare.

  13. Dio ha inserito un’arte segreta nelle forze di natura in modo da consentire a quest’ultima di modellarsi passando dal caos a un perfetto sistema del mondo.

    Immanuel Kant

  14. Kant da una definizione simbolica di noumeno, questà è la grande contraddizione del suo pensiero. Definisce i limiti della ragione. Benchè poi lui alla fine riduca tutto al razionale si rifugia in termini come intuizione pura, e trascendentale, che più hanno a che vedere con la metafisica che con la razionalità pratica. Capito il nesso adesso?

    Ora ti spiego una cosa, hai presente quando loro dicono prima o poi capirai, perchè tutto sta nell’incontro…. ecco, loro lo dicono così….. io ti dico che può darsi anche che non ci arriverai mai, e che tutto stà nel metabolizzare quello che ti viene detto, ossia, nel digerire. Mi spiego, non so se ti è capitato talvolta di sentire una cosa stupida, banale, non averci fatto caso per molto tempo, e poi, magari la stessa cosa detta da una persona che in quel momento è particolare ti apre a quel tipo di conoscenza, talvolta non importa neanche che te lo dica una persona altra, ma diciamo che è più probabile che accada così. Tutto questo non ha niente a che vedere con la logica, è una questione “sentimentale”, intuitiva. Così detto, non voglio rinunciare alla discussione, ne giustificare quella matassa di scuse smielate dell’incontro e bla bla bla… è che se non ti è mai capitato è difficile spiegarti. Descrivi i colori ad un cieco di nascita e difficilmente riuscirà ad immaginarsela.
    Le verità irrazionali esistono. Ci sarebbe da definire cosa le persone intendono come verità, ma la tirerei lunga, diciamo che, la verità è un obbligo morale, è quella cosa che non si può negare che non sia vera, la condicio sine qua non (detto giusto?). Come tu saprai ci sono cose difficili da spiegare, le emozioni ad esempio, l’espressione “vero amore” dovrebbe essere una minchiata per te. Da innamorati ci si può capire solo da soli, magari la gente che ti sta intorno ti dice che è infatuazione, o ossessione, ma tu solo sai se di quella persona sei innamorato o no… Il principio di verità irrazionale è lo stesso, prendi Dio: un credente riesce ad intuirlo, a cogliere intuitivamente in modo puro Dio, non riesce a spiegarlo razionalmente ma non può negarlo…. (poi come quel Dio -intuizione pura- sia proprio quello cristiano non ci so arrivare, devi chiederlo a loro ^^”).
    Tutti si possono sbagliare, la verità è parente stretta della psicanalisi e per questo presenta molti lati oscuri legati alle proprie emozioni, alla felicità… Tu continui a dissociare i due aspetti, esistenziale e teoretico, quasi come se la verità non fosse un prodotto umano.

    Sul fidarsi: non vuole essere una ragione razionale, ma ragionevole, se una persona che per incalcolabili variabili supponi non ti direbbe una bugia, mi sembra ragionevole crederci. Ciò non vuol dire che l’america esista davvero, ma che è ragionevole credere che esista. Forse non hai chiara la differenza tra ragionevole e razionale….

    Sul legame: una volta un’amica mi ha detto che non voleva essere la mia mentore, perchè in origine il rapporto tra allievo e maestro è qualcosa che va oltre il semplice scambio di opinioni, l’allievo accetta come vero qualsiasi cosa dica il maestro…. e lei mi diceva che ci avrebbe preso troppo gusto a prendermi in giro sparando cazzate. Questo non perchè l’allievo è fesso, ma perchè è così intenso il rapporto tra i due che vi è una fiducia cieca. Per quanto ti sembrerà assurdo tutto ciò a senso, ma è come spiegare il sesso a chi non è mai stato con una donna, un mentore non lo trovi quasi mai oggi.

  15. La tua frase iniziale su Kant era questa: “Diciamo che ad oggi la logica aristotelica è quella più sfruttata in assoluto quando si tratta di “verità”, tuttavia è incoerente come ampiamente dimostrato, inadeguata ad una comprensione completa (kant)” e no, non ho ancora capito a che titolo lo citassi.
    Tanto meno capisco il nesso quando dici che “si rifugia in termini come intuizione pura, e trascendentale, che più hanno a che vedere con la metafisica che con la razionalità pratica” – anche perché il termine “trascendentale” in Kant non rimanda affatto alla metafisica! Mi pare che utilizzi un po’ a caso e in modo un po’ approssimativo pezzi del pensiero di Kant per dimostrare non si sa bene cosa. (Ora non rispondere con il solito tono acido dicendo che ti annoi, per favore 🙂

    Tu vai avanti imperterrito senza prestare bene attenzione a ciò che dico e insisti a “spiegarmi” cose che so perfettamente. Ma mi sa che sei tu che non distingui razionalità e ragionevolezza.
    La distinzione tra razionalità e ragionevolezza a me è chiarissima (credo di aver già detto che mi è capitato di parlarne direttamente con Giussani): quel che dico è appunto che la ragionevolezza è un atteggiamento pratico, la razionalità è la base della conoscenza. Ammetterai che c’è una bella differenza.
    La baggianata dell’America nasconde una rozza equazione: se credi che esista l’America anche se non l’hai mai vista, puoi pure credere che esista Dio anche se non l’hai mai visto. Come se davvero le due cose fossero paragonabili! Se è ragionevole credere all’America, è ragionevole credere a Dio, no? Che cazzata galattica!
    Hai mai pensato che, in fondo, la ragionevolezza di cui parli è solo un’espediente pratico per arrivare alla fine della giornata senza farsi scoppiare il cervello? In genere ci fidiamo degli altri e supponiamo che non ci mentano quando ci indicano una strada, ci dicono l’ora o come si chiamano. Ma con questo, cosa dimostriamo?

    Usi certi termini con eccessiva disinvoltura, ma diciamo pure che sì, continuo a dissociare l’aspetto “teoretico” e quello “esistenziale”. E ci mancherebbe.
    Vedi, dobbiamo intenderci sui termini, altrimenti non ci capiamo, e siccome fior fior di cervelli più affilati dei nostri hanno elaborato un vocabolario filosofico più o meno condiviso, affidiamoci a quello. Una “ragione non razionale ma ragionevole” è un non-sense.
    Insisto su Kant perché ha fatto chiarezza sui termini e perché dopo di lui è più difficile predicare la verità di entità metafisiche (leggi: logicamente contraddittorie). La ragione (=razionalità) di Kant è UNIVERSALE: è cioè una facoltà che, se esercitata, produce una verità intersoggettiva (in soldoni, uguale per tutti). Cosa che non si può nemmeno lontanamente dire per qualunque “intuizione” religiosa o forma di “innamoramento”.

    Quando qualcuno ti dice “seguimi e capirai” sai per certo che sei fuori dalla dimensione razionale: questo per definizione, anche se nulla toglie che esistenzialmente possa essere l’esperienza della tua vita.
    Quando qualcuno ti dice “devi provare per capire” rispondigli “per capire mi devi spiegare”. Questo è la ragione: spiegare. Non innamorare, ammaliare, affascinare: spiegare. Argomentare con metodo, con coerenza logica. Ciò che è argomentabile è condivisibile. Ciò che è argomentabile è confutabile, e solo ciò che è confutabile, come ben sai, può essere vero.
    E’ ovvio che due innamorati sono chiusi in una loro personalissima dimensione (e speriamo per loro che comprenda un po’ di sana ginnastica) incomprensibile agli altri. Appunto: hai dato la perfetta definizione di ciò che sfugge alla dimensione razionale, quindi alla ragione universale, quindi alla categoria di verità. Non mi stupisce che CL utilizzi la metafora dell’innamoramento come forma di adesione alla sua esperienza: perché ciò confina tutto in un ambito emozionale la esonera da una disamina razionale (cioè da ogni confronto dialettico). Mi stupisce che ci caschi anche tu.

    Per farla semplice: se qualcuno intuisce “in modo puro” Dio dietro le stimmate di Padre Pio, ma non riesce a spiegarlo (ma va?) sono problemi suoi, e io ho tutto il diritto di dire che non può spacciarmelo per “vero” fino a quando non riuscirà ad argomentare una spiegazione logica. Figurati che io dietro le stimmate intuisco in modo puro il Grande Puffo, ma non lo vado mica a dire in giro.

    L’ho tirata in lungo, lo so.

  16. Spiegare il sesso a qualcuno che non è mai stato con una donna non saprei, ma se vuoi farti spiegare il sesso da qualcuno che non è mai stato con una donna, be’, basta ascoltare tutti i giorni i vescovi… 🙂

  17. Ahahah, non ci giurerei sui vescovi… magari sono solo frustrati dai sensi di colpa…

    Allora, si hai scritto tanto, vedo di sintetizzare un po’ se riesco.

    Prendi il termine “noumeno” è appioppato ad un’ entità pura inconoscibile e pur tuttavia ne si afferma l’esistenza in sè. Qualcuno, forse lo stesso kant, fa la distinzione tra metafisica e ontologia, se non sbaglio, dicendo che la prima non prende in considerazione il reale nelle sue elucubrazioni, risponde alla domanda perchè, e la seconda invece al contrario risponde al come e si basa sui principi conoscitivi. Kant da questo punto di vista sta più nell’ontologia. Tuttavia il discorso non cambia, sapresti spiegarmi dove risiede la razionalità nell’intuizione pura? per stessa ammissione di kant sfugge alle categorie logiche.
    Te l’ho già spiegato come Kant inferisce sulla veridicità della logica aristotelica, o almeno a grandi linee, su quello siamo ok?
    E continuerò a prendere pezzettini di kant mica mi metterò a spiegarlo tutto dall’inzio….

    Saprai anche bene la differenza tra razionalità e ragionevolezza, ma continui a parlare della ragionevolezza come se fosse razionalità °-°. E’ ovvio che c’è una bella differenza. Lo dici tu, la ragionevolezza non è indagine sulla verità, ma è giustificazione di questa…. te l’ho detto, la ragionevolezza ha valore retroattivo sulla verità, la quale è raggiunta per altra via da quella razionale. La ragionevolezza non ha valenza di verità razionale ma è una giustificazione secondo ragione.
    L’equazione del’america non è paragonata a quella di Dio con semplicità. Se tu non fossi mai stato in america e fossi convinto che la terra fosse piatta e un tizio di nome colombo vien da te e ti dice che esiste l’america (che non si chiamava america ma chissene) tu probabilmente non ci credi. Se però ti spiega che la terra è tonda e come ha fatto per arrivarci e ti fa notare come le barche scendano verso il basso quano passano la linea dell’orizzonte, puoi dire che è ragionevole che l’america possa esistere…. non, invece, che sia vero che l’america esiste. La verità la scopri solo se intraprendi il viaggio lungo una rotta alternativa e oscura, cioè se ti fidi di Colombo. (ovvio che ti può anche far fesso). Paragona questo a Dio….
    La ragionevolezza è una spiegazione necessaria per mettere ordine, tutti quanti ne facciamo uso, non è una trovata dell’ultimo minuto per non uscire di testa. Che poi i cristiani siano impauriti da quasi tutto ti do ragione, ma non è questo il punto.

    Tu che termine avresti usato al posto di teoretico?
    Non è un non sense, le emozioni le riusciamo a capire perchè le proviamo tutti, perchè dici che è un non sense una religione che si basa sulla ragionevolezza? Io un sentimento non saprei spiegarlo diversamente. E dire che l’odio (visto che la parola amore la si straconsuma) esiste ed è vero, non mi sembra un non sense.

    Non è come dici tu. Del tempo fa, ebbi una discussione con una tizia amica di mia sorella che mi restava troppo sul cazzo, diceva che esiste anche un inteligenza che non si trovava qui ma qui (spostando l’indice dalla testa al cuore)… le avrei preso la testa e sbatacchiata contro un muro tanto gli serviva a poco, lei era intelligente altrove… Quindi ti capisco, ma se ti dico che non è così è perchè qualcosa mi avrà fatto cambiare idea no? SIa che sia stata una malia, che che io sia suggestionabile di mio, che invece abbia scoperto un’ altra via di conoscenza, questo è difficilmente spiegabile. Ma son qui che ci sto provando.
    Non mi prendere per fesso come lamica di mia sorella o come uno di cl qualunque se ti dico così 😛 a suo tempo sarebbe sembrato fricchettone, qualunquista e approssimativo, banale, anche a me.
    Per capire devi seguire.
    Il tuo linguaggio è fin troppo razionale, con te gli esempi non han effetto per cui ci dobbiamo intendere sui termini, capire vuol dire comprendere, e comprendere sta per prendere parte alla vita con l’altro, e di conseguenza ha molto a che fare con l’esperienza. Se mi spieghi non riesco a capire, posso capire la matematica, la grammatica, tutte quelle materie che vivono esclusivamente nella razionalità, ma non tutto il resto. E non capire tutto il resto ha anche una valenza di verità gnoseologica, piuttosto che esclusivamente esistenzialista. Per questo non puoi scindere così categoricamente le due parti.

    Come ti ho già detto, tu ne fai una questione di dialettica soggetto-oggetto, ciò che non può essere messo in comunione (ç___ç perdonami per aver usato questo termine, ma chissene dobbiamo far vedere che siamo superiori alla cultura cattolica, che abbiamo imparato a servirci di loro per i nostri scopi altri….) con il mondo non è argomentabile, ma la dialettica non è esclusiva della razionalità. O altrimenti non ho ancora capito cosa cavolo vuoi dire…. Prova a porti col punto di domanda magari riesco a rispondere più chiaramente.

    Su padre Pio c’hai ragione, questa è una delle tante argomentazioni che esula dall’aspetto ragionevole e si infila in quello razionale che non sta in piedi. Ma la gente cattolica, per la maggior parte è stupida, basta ascoltare certa musica e la mediocrità dei loro intellettuali… Ritina mi piace invece, perchè va con gli uomini senza essere sposata, è controtendenza, e poi è sempre in tempo a cambiare religione. 😀

  18. p.s.
    Può darsi che in futuro continui a dirti che mi annoi, è che sono molto volubile, cambio idee e sentimenti continuamente, ma quel che conta è l’ultima versione. Non che adesso tu mi stia simpatico, ma sono più incline a sorbirmi queste menate.

  19. Beh a me tu non sei simpatico né antipatico, visto che non ti conosco. Ma direi che tu hai in quanto a menate non hai rivali… 🙂

    Con tutto il rispetto, più che spiegare a me Kant dovresti fare un ripassino generale di filosofia e imparare a usare una terminologia rigorosa (“il reale nelle sue elucubrazioni” è un altro stupefacente non-sense, in italiano prima ancora che in filosofia. Kant che “sta nell’ontologia” è sublime: e come ci sta? Bene?). Cerca anche di mantenere il filo del discorso: ad ogni post su Kant hai introdotto nuovi concetti senza che si capisca cosa vuoi dimostrare. Ti ricordo che io avevo solamente accennato ad Occam, tu invece avevi introdotto kant nella discussione. Ora ti concedo l’ultima possbilità. 🙂 La domandina è semplice semplice: perché hai parlato di Kant? Non mi devi spiegare Kant, ma solo dirmi a che titolo lo citi.

    Quanto al resto, mettiamola così: credere in dio è ragionevole, dire che dio esiste no. Dire che dio esiste è un puro e totale atto di fede: non è ragionevole e tantomeno razionale. Dire che le stimmate di Padre Pio sono divine è un purissimo atto di fede: non è ragionevole e tantomeno razionale.
    Non ci sarebbe molto altro da aggiungere.

    Tu hai scritto “ragione non razionale”, che è un non-sense. Se intendevi “religione non razionale” siamo tutti d’accordo, le religioni non lo sono, sono semplicemente ragionevoli. Questo, non so davvero più che parole usare, nessuno te lo contesta! Ma sono ragionevoli nel senso che, dal punto di vista emozionale-esistenziale, possono dare un significato alla vita.
    Hai detto niente, mi dirai. Ma io non nego che l’aspetto emozionale-esistenziale sia fondamentale (l’ho ripetuto decine di volte!). Nego però che la ragionevolezza, così come intesa da Giussani, sia una forma della conoscenza.

    E’ proprio questione di intendersi sui termini: la conoscenza, per definizione, è universale, perché trascende le verità personali, gli innamoramenti, le culture particolari, i misticismi e tutto ciò che non può essere sottomesso al vaglio della discussione razionale.

    Ti concedo tranquillamente che la ragione sia intimamente connessa al sentimento, ma con ciò? Ti concedo anche che la dimensione non-razionale possa avere una valenza gnoseologica.
    Ma la ragionevolezza resta un concetto incommensurabile rispetto alla conoscenza razionale, il cui significato è per di più usato a sproposito da Giussani. Potrei arrivare a ritenere vero che la terra è tonda anche senza averla mai circumnavigata, solo sulla base di un’analisi razionale, come è effettivamente successo già prima di Colombo. E potrei mettermi in viaggio per le Americhe proprio perché non mi fido di Colombo.
    Non necessariamente la fiducia è indispensabile alla conoscenza: ma questo CL non lo può ammettere perché altrimenti crolla il metodo del “segui e capirai”. Non capisco come tu non colga il paradosso: se è ragionevole credere in cose non-logiche e non-razionali e se per farlo è necessario “seguire”, stare dentro un legame, com’è che tutte le religioni (per definizione non-razionali) si concepiscono come verità assoluta, che vale cioè universalmente, erga omnes?

    Se mi dai ragione su Padre Pio mi dai ragione su tutto il resto, perché io non nego che affidarsi a Padre Pio (o a Giussani) possa rendere felici. Io dico solo che se segui la ragione sei sul faticoso cammino della ricerca della verità; se segui la ragionevolezza giussaniana entri in una dimensione di verità autoreferenzali e incomunicanti, in cui è assolutamente impossibile stabilire se sia più ragionevole il Grande Puffo, Jeovah, Buddha, Allah, Manitù, Kurt Cobain, Lutero, Beethoven, Ratzinger o Ronaldinho. Ognuno di questi ti può dire seguimi e capirai, col risultato che alla fine tutti i gatti sono bigi e non si capisce più un cazzo.

  20. Rispondo solo su kant per adesso perchè mi manca il tempo e la voglia.

    Francamente critichi un bel po’ ma non porti alcuna spiegazione su kant.

    “la prima (la metafisica) non prende in considerazione il reale nelle sue elucubrazioni” è ovvio che se ne prendi solo un pezzetto non si capisce… ma a me pare chiaro.

    Kant introduce la trascendenza nel processo cognitivo, modifica il concetto di metafisica. QUesto è quanto, dopo kant si può parlare di una conoscenza altra alla razionalità, perchè il trascendente non è razionale.

  21. Fammi un favore, se mi citi, citami per intero la frase sennò è improbabile che vada a ricercarla nel contesto.

    Ti ho detto ho letto il libro del giussani, e si usa la ragionevolezza spesso in modo ambiguo, si giustifica con dei sillogismi…. ed è assurdo nel 2008. Però le risposte più interessanti le ho sentite dalla gente qualunque di cl, loro parlavano davvero di ragionevolezza (e poi scazzavano in mille altre cose ma vabbè). Tu hai ragione perchè il principio di ragionevolezza è quasi sempre usato nella forma, in realtà poi si intentano cause formali, efficenti, finali, materiali, costruendo castelli su castelli. Però se lo prendi per come è in sè stesso è un principio inattacabile, e niente affatto un non sense. A te piace sproloquiare dicendo “non sense”. Se ammetti che i sentimenti e le intuizioni abbiano valenza gnoseologica mi dai ragione…. che vuol dire l’irrazionale non è commensurabile al razionale? Talvolta la consocenza può essere parziale senza la componente non razionale e viceversa.

    TU puoi arrivare alla conoscenza in mille modi diversi, il mio era solo un esempio, certo che se ti fai i calcoli e vedi che la terra è tonda, poi dovrai cmq verificare.
    Io non sono un sostenitore assoluto della guida necessaria, l’ho anche detto prima. Dico che molte volte capita così. La fiducia non è l’unico appiglio della fede… c’è anche chi prova sente intuisce ecc certe cose.

    La conoscenza deve avere valenza universale, questo dipende, secondo il pensiero scientifico è così, che poi è quello preponderante, e come ti ho detto la razionalità è il modello più in voga. Secondo il misticismo invece la conoscenza deve essere privilegio di pochi, per cui non era così necessario il fatto che fosse comprensibile a tutti, per cui il vincolo al razionale è meno stretto. D’altra parte cos’è la verità? una formula scritta su un libro o un principio morale? in fondo anche la scienza non è sostenuta da alcun principio solido, la ragione (e qui si ritorna a kant) poggia su delle basi inconoscibili, i sensi anche…. dire che 2+2 fa 4 non dimostra che quel quattro esiste.
    Dirai, ecco vedi! mi parli di esistenzialismo… no, ti parlo di conoscenza non di ricerca della felicità.

    Nel cercare la verità tutti siamo su due strade parallele. La gente crede nella logica e nella scienza perchè questa gli è più utile per sbrigare le proprie faccende, il contadino che deve piantare i pomodori guarderà il meteo per sapre quando piove piuttosto che pregare Dio. E’ più facile credere alla razionalità. Però ci sono persone che han avuto esperienze diverse e preferiscono pregare il Dio piuttosto che guardare il meteo (si sa mai ci fosse un altro mondo, un altro modo di conoscere le cose)… Ma c’è da domandarsi se la verità sia nel piantare o meno i pomodori…. crediamo vero quel che è più utile, e la felicità c’entra sempre di mezzo. Anche se io non credo l’uomo cerchi la felicità ma qualcos’altro, non Dio, dico un altro sentimento che è più simile al “seguire la propria naturalità”, come se si cercasse di ritrovare la propria volontà. Ma non parliamo di questo.

  22. Mah, guarda: sei TU, non io, quello che ha introdotto Kant nella discussione. Quindi non so cosa dovrei spiegarti.

    La domandina semplicissima era: perché hai introdotto Kant nella discussione?
    La tua risposta continua ad essere una spiegazione – non richiesta e avulsa dalla discussione – di quel che (secondo te!) è la filosofia di Kant.
    Non che sia così importante, per carità. Ma non ci vuole un genio per rispondere.

    P.S. non ti piace l’espressione non-sense? diciamo allora che “il reale nelle sue elucubrazioni” non significa un’emerita fava, né in linguaggio filosofico, né in semplice italiano…

  23. Bah, qui andiamo avanti all’infinto. Che dirti? Convinto tu…
    Del resto se per arrivare alla verità esiste la scorciatoia del misticismo, delle illuminazioni personali, delle intuizioni subitanee, beh… meglio per tutti!
    Potremo mettere in soffitta tutte quelle cianfrusaglie come il dialogo socratico (che noia), la validazione delle ipotesi (gran perdita di tempo), la falsificabilità delle teorie (pedanteria filosofica), il principio di non contraddizione (banalità ormai superata), la verifica dei risultati (patetica pignoleria) e il metodo scientifico in generale (un’inutile zavorra).
    Posto che quella di verità è un concetto sfuggente e indefinito, mi rimane solo la curiosità di capire che fine fa questo concetto in un contesto dove ciascuno ha la sua verità personalizzata non confrontabile con le altre. Quello che tu stai postulando è il più puro relativismo. Chissà cosa ne pensa la tua amica Ritina di una simile verità!

    P.S. Potevi fare uno sforzo e trovare un esempio un po’ più decente di quello dei pomodori… credi sul serio che la scienza meteorologica e le preghiere abbiano il medesimo potere predittivo? credi cioè che abbiano pari dignità quanto a potere conoscitivo? Non scherziamo. (E non entro nemmeno nel merito di quale dio sia meglio pregare…)
    Altra cosa sarebbe dire che il contadino che annusa l’aria e predice il temporale utilizza una forma di conoscenza non-razionale. Questo può essere: se non fosse che la conoscenza del contadino è irrimediabilmente legata a lui e con lui muore; è per così dire “autistica” e non comunicabile fino a quando non si estrinseca in un linguaggio logico-razionale che la trasformi in una verità condivisibile attraverso il riferimento ad elementi confrontabili (mettendo in correlazione, per esempio, certi eventi con certe conseguenze: quando il vento fischia nel camino, farà freddo; quando il cane si gratta in quel modo, pioverà). A ciò si aggiunge un piccolo ma decisivo particolare: la verifica delle previsoni. Anche nel caso, che in verità credo sia solo ipotetico, in cui la conoscenza del contadino fosse al 100% non razionale (“pioverà perché lo sento”), non è difficile verificare quanto quella conoscenza sia “vera”. Peccato però che quando si parla di Dio e del senso della vita questa verifica non c’è mai. Quindi tutte le intuizioni non-razionali si equivalgono (“Manitù c’è perché mi parla in sogno”; “Ho visto la Madonna”,”Ho capito che esiste Dio grazie all’incontro con CL”, “Ho capito che esiste Allah grazie all’incontro con i Fratelli Musulmani”, “Elvis Presley è Dio perché sento che è così”, “Sento che Buddha mi chiama” e via “intuendo”…)

  24. Socci tende a credere al soprannaturale con grande facilità tenendo in scarsa considerazione le parole di Gesù che ci ha invitati ad essere in ogni caso “prudenti come i serpenti”. Nessuno tiene conto che Dio ci ha inviato una “potenza d’inganno” per quelli che vanno in perdizione affinché credano a ciò che vogliono credere. Ce ne informa chiaramente san Paolo nella seconda lettera ai tessalonicesi. Questa potenza d’inganno produce fenomeni soprannaturali come se fossero divini ma in realtà vengono dalla spirito cattivo e generano una spiritualità che possiamo definire “carnale”. Padre Pio è un personaggio con molte ombre…non ha la limpidezza di santa Teresa di gesù bambino e potrebbe essere stato vittima di questa manifestazione. Stando al vangelo nel giorno del giudizio ci saranno santi che scenderanno dal calendario per andare al supplizio eterno e non mi meraviglierei se padre Pio fosse fra questi.

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