SE LA CHIESA HA PAURA

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Se la Chiesa ha paura di Marco Politi (Repubblica, 22 ottobre 2008)

LA POLEMICA.

Cacciare il divino dalla Bibbia assolutizzando la storia è la nuova, debole tentazione dell’ideologia anticristiana

Gesù storico, chi ha paura della verità?

DI GIANNI GENNARI

La paura è un grande tema, e affrontarla dice coraggio. Gesù di Nazareth ha detto spesso ai suoi «non abbiate paura!». A lui il coraggio non mancava. E anche Karol Wojtyla, esempio di coraggio in vita e in morte, ha iniziato il suo servizio petrino, nel nome di quel Gesù, proprio con l’invito «non abbiate paura».
Duemila anni di storia tra le due voci, e in mezzo una Chiesa che ne ha viste tante, fedeltà e tradimenti, di suoi e di altri, eroismi e meschinità, peccati e luminosità…
Fa effetto, perciò, leggere ieri su ‘Repubblica’ (p. 43) questo titolone, «Se la chiesa ha paura», subito sotto spiegato: «Gesù diviso tra fede e storia».
Marco Politi , dopo lunghi periodi di corrispondente dai Paesi dell’Est da circa venti anni vaticanista, scrive che oggi la libertà degli studi biblici fa paura alla Chiesa cattolica…
È vero – concede – che da tempo essa ha approvato e promosso l’uso dei metodi storico-critici nell’analisi della Scrittura…
È vero che lo stesso «Joseph Ratzinger quando era ancora un teologo senza porpora cardinalizia» ne faceva uso, e di recente ne ha ribadito l’utilità, ma ‘Repubblica’ non si fa incantare: oggi la realtà è diversa, regna «la paura» e la Chiesa prepara, anzi attua «un giro di vite a oltre un secolo di ricerca teologica».
Con duplice dimostrazione.
La prima grande, alla lettera: «Il Sinodo dei vescovi – vedi tu, ndr – proprio dedicato alla Bibbia, si è aperto con una messa in guardia contro le ‘analisi unilaterali’, cioè contro il metodo storico critico».
Perché secondo Politi «metodo storico critico» e «analisi unilaterali» sono per la Chiesa la stessa cosa, come confermerebbe addirittura un intervento del Papa stesso al Sinodo.
Sì, egli «ha reso omaggio al metodo storicocritico per i suoi contributi di altissimo livello», ma poi – ecco il punto – «ha evocato i rischi di un’interpretazione positivista o secolarista, che non offre spazio al divino nella storia». Dunque per non aver paura del metodo, il Papa avrebbe dovuto dire che esso è benedetto dalla teologia e dal Papa anche se qualcuno pretendesse di usarlo riducendo unilateralmente tutto a cose di mondo, negando Dio, affermando Gesù di Nazaret come folcloristico predicatore di bella utopia e perciò la Chiesa come una realtà che per venti secoli lo ha utilizzato per il suo potere e per far star buoni i popoli oppressi, mentre essa – vecchio e mai dimenticato ‘oppio dei popoli’ – se la vedeva con i potenti del mondo e li utilizzava per i suoi scopi?
Bella logica… Non basta. Ecco impavida una seconda dimostrazione della paura. Dopo aver ricordato come conquiste moderne imposte alla Chiesa dalla scienza laica la data del Natale fissata come sostituto della festa del Sole al 25 dicembre, o la Dormizione di Maria, cioè il fatto che anche Maria ha affrontato il morire cose da sempre ovvie e risapute – Politi entra nel merito di alcune ‘questioncelle’ specifiche che per lui dimostrano la paura della Chiesa, ma qui, consapevole dei suoi limiti, si appella all’autorità.
Quale? Quella di Corrado Augias e dei suoi due ultimi libri, ma non direttamente – eccesso di difesa in casa – , bensì tramite ‘lo storico’ Pesce e ‘lo storico’ Cacitti che tra distacco e furbizia lo hanno affiancato complici nelle due imprese. E i temi evocati sono quelli che nei due libri squillano liberatori della verità vera: Gesù? Non era Figlio di Dio! Non lo ha mai detto, e anzi ha gridato «disperato» di essere abbandonato da Dio. La Chiesa? Mai pensata da Gesù! E’ una invenzione successiva al 135, data della seconda distruzione di Gerusalemme.
«La Trinità? Una elaborazione teologica» successiva di secoli, e «inconcepibile per l’Ebraismo in cui è nato Cristo».
Varrebbe la pena di affrontare questi punti uno per uno, e se con un minimo di competenza sbalorditi certa sicumera; leggi il Nuovo Testamento e non trovi mai che proprio Gesù stesso dice, per esempio: «Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10, 30) o «Prima che Abramo fosse, Io sono» (Gv 8, 58)? O che qualcuno gli dice, e che Lui si lascia dire «Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio» (Gv 11, 27)?
Leggi San Paolo – testi sicuri tra il 45 e il 60 d. C., accertati da codici anche antichissimi – e trovi decine di volte il termine «chiesa», come trovi celebrati insieme in successione «Dio Padre, Gesù Cristo Signore e lo Spirito Santo»… Non c’è il termine «Trinità»?
Sicuro, ma «i Tre» ci sono, e decine di volte tutti insieme. Non vale? Allora va bene.
Siamo seri.
A proposito, due ultime note. La prima è un lamento di Politi : ‘Avvenire’ una prima volta ha trattato il libro di Augias con «normale critica», ma poi, dopo il successo, con un «feroce attacco».
Rilegga, Politi : la sostanza era la stessa.
Ma soprattutto non faccia lo gnorri.
Anche Elio Guerriero, su ‘Famiglia Cristiana’(n. 36, 7/9: ‘Rancore e pregiudizio’) ed il mite e aperto Enzo Bianchi sulla ‘Stampa’ (4/10: ‘Inesattezze, metodi impropri, e troppi stereotipi’!) sono stati durissimi.
L’ultima nota proprio sulla ‘paura’.

Negli ultimi decenni del socialismo reale non si ricordano articoli coraggiosi di Politi , allora corrispondente da Mosca e dall’Est, in difesa della libertà dei cristiani, perseguitati, discriminati, imprigionati e uccisi a centinaia di migliaia. Era paura, o era ed è la convinzione di sempre, e cioè che «la religione è l’oppio dei popoli»? Nei fatti ‘la Chiesa’ non ha avuto paura allora.

Perché dovrebbe averla oggi?
Appoggiandosi ai libri di Augias, già sbugiardati da teologi e biblisti, un violento attacco del vaticanista di «Repubblica» contro l’analisi biblica compiuta dal Papa, che pure di recente ha omaggiato il metodo storico-critico per il suo contributo

Le solite banalità e i soliti ritornelli, tra distacco e furbizia: così Gesù non avrebbe mai voluto fondare una Chiesa e non si sarebbe mai proclamato Figlio di Dio. Pure sciocchezze.

© Copyright Avvenire, 23 ottobre 2008

Grazie a Papa Ratzinger Blog

SE LA CHIESA HA PAURAultima modifica: 2008-10-23T23:06:34+02:00da ritina5
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