ORA L’OCCIDENTE DIFENDA IL DISSENSO

http://www.missioni.fratiminorier.it/images/missionier/foto-cina.jpg

di Renzo Foa [12 dicembre 2008]

Va letto con attenzione il documento che pubblichiamo in queste pagine, il manifesto di Carta ’08, perché si tratta di uno di quei testi che possono cambiare la storia della Cina e del pianeta, ricalcando altre importanti storie. O, almeno, la speranza è questa. Del resto, quando un piccolo gruppo di intellettuali cecoslovacchi si riunì attorno a Charta ’77 nessuno pensò che da lì a dodici anni uno di loro, Vaclav Havel, sarebbe salito al Castello, sarebbe cioè diventato presidente della Repubblica. Esattamente come, nell’estate del 1980, quando Solidarnosc fece la sua irruzione sulla scena, nessuno immaginò che quel movimento capace di raccogliere “tute blu” e pensatori sarebbe diventato l’artefice del “grande cambiamento” in quello che si chiamava allora Est, con l’epilogo del crollo del totalitarismo comunista.

Nello stesso modo, difficile è oggi prevedere a quale sbocco, e quando, porterà l’iniziativa assunta in questi giorni dalle 303 personalità cinesi, nell’anniversario della Dichiarazione universale  dei diritti dell’uomo. Possiamo però dire – ne siamo certi – che molto dipenderà dall’attenzione che nel mondo sarà riservata a Carta ’08 e dal sostegno che le verrà dato. La storia ci ha insegnato quanto siano stati importanti, nella rottura avvenuta nel 1989, i movimenti definiti “dissenso”. Ci ha detto che tutto è stato reso possibile anche dal coraggio di alcune esigue minoranze, da personalità che si sono esposte e che non hanno avuto paura di affrontare il rigore della repressione. Ci ha parlato della solitudine in cui a lungo sono stati lasciati Lech Walesa o Vaclav Havel o lo stesso Andrej Sacharov, per citare solo le figure più note. Ma ha anche testimoniato che senza di loro tutto il processo di crisi del totalitarismo comunista sarebbe stato certamente più lento, che forse non ci sarebbe stato il 1989, con nell’estate il primo governo presieduto da un intellettuale cattolico a Varsavia e nell’autunno la caduta del muro di Berlino e poi la frana dei regimi dell’Europa orientale.

Appunto, senza Walesa, senza Havel, senza Sacharov, senza i loro compagni e amici in patria e nel mondo, la vicenda europea e quella mondiale sarebbero andate come sono effettivamente andate? Carta ’08 rappresenta oggi per la società cinese la speranza che, come avvenuto vent’anni fa in questa parte del globo, possa aprirsi davvero una crisi nel regime di Pechino e possa esserci in tempi non lontani l’avvio di una transizione democratica. Ma va detto che questa speranza può essere più consistente se il mondo si preoccuperà di sostenere Carta ’08 e di difendere i suoi promotori e i firmatari del suo manifesto. In altre parole se chi si espone nella lotta per la libertà non verrà lasciato solo o se verrà sostenuto solo con la fragilità delle parole.

La storia d’Europa e del mondo è piena di episodi in cui i “coraggiosi” sono stati abbandonati, in parte perché è mancata la volontà politica di appoggiarrli, in parte perché si è preferito cedere al ricatto dei regimi tirannici. Commerci, scambi, prudenze diplomatiche troppo spesso in passato hanno fatto aggio sull’internazionalismo della libertà. Figuriamoci cosa può succedere quando si parla del colosso cinese, della grande potenza economica e finanziaria che sta imprimendo un segno indelebile su questa fase della globalizzazione. Ne abbiamo visti le anticipazioni in occasione dei giochi olimpici che si sono svolti a Pechino la scorsa estate. Però sappiamo che, nel mondo, si può trovare il coraggio di sfidare tirannie come quella cinese e che questo coraggio non può essere limitato solo ai giornali che danno voce al “dissenso” o alle forze politiche e intellettuali che lo sostengono.

Sappiamo che anche i governi possono fare di più, quanto meno lo sappiamo da quando il presidente francese Nicolas Sarkozy ha deciso di incontrare il Dalai Lama. Ci aspettiamo ora, da parte dei governi del libero Occidente, un sostegno non ipocrita a Carta ’08. Ci aspettiamo che non venga tollerato l’arresto dei suoi promotori e dei suoi militanti. Ci aspettiamo che si alzi un po’ la voce e che si sostengano i 303 coraggiosi che hanno firmato il documento che pubblichiamo in queste pagine. Ce lo aspettiamo naturalmente anche da parte del governo italiano, che non può reggersi su una maggioranza che si richiama alla parola libertà, se poi ignora che esiste un problema mondiale della libertà e della sua conquista sotto ogni cielo. A cominciare dalla Cina.
da Liberal


ORA L’OCCIDENTE DIFENDA IL DISSENSOultima modifica: 2008-12-12T13:19:00+01:00da ritina5
Reposta per primo quest’articolo