IL DON GIUS…

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Oggi sono quattro anni che Don Luigi Giussani è “Ritornato alla casa del Padre”, come si suol dire negli annunci funebri. Ma il Don Gius, come affettuosamente lo chiamiamo, è più vivo che mai. E opera in mezzo ai suoi, ah, se opera!

L’ho incontrato poche volte. Venne al mio paese verso il settantatre settantaquattro; non ricordo bene. Ma allora non l’ho conosciuto. A quei tempi non giravo per sacrestie…perciò posso sapere solo dai racconti di chi c’era.

L’ho incontrato per la prima volta di persona a Rimini, ai primi Esercizi della Fraternità. Eravamo in pochi, circa settecento al Palazzetto dello Sport. Dopo la “Lezione” del mattino, avevo il cuore sottosopra; non avevo mai sentito parlare così di Cristo e dell’Uomo. Due amici con cui avevo fatto il viaggio per Rimini spiavano le sensazioni che trasparivano sul mio volto. Cosa desideri, mi ha chiesto uno di loro; conoscere Giussani, ho risposto. Andiamo. Dietro il palchetto, protetto da una tenda, c’era Gius con alcuni amici, uno mi pare fosse Don Camisasca…Appena ci ha visti ha esultato ed è corso incontro ai miei due amici perché si conoscevano da tempo. Si sono abbracciati e scambiati una specie di saluto tribale; si sollevavano a vicenda come dei ragazzini, così, in aria come pupazzi! Che gioia e che libertà nelle loro facce…Poi venne il mio turno, “Ecco una pecorella del gregge del Parroco di Campagna” (era così che Giussani appellava affettuosamente il mio amico prete); Egli mi puntò addosso gli occhi azzurri, che sapevano guardare il fiorellino del campo e l’Infinito, e non disse niente, mi guadava e mi stringeva la mano. Non ero emozionata, era semplice e normale come vedere mio padre. L’ho salutato e mi sono girata per andare all’uscita, dietro di me i miei amici parlottavano con lui. Ad un tratto sento un vocione che mi chiamava; “Hei, piccola…!” era il Gius che mi chiamava, teneva le braccia sulle spalle dei miei amici e mi ha detto: “Te li raccomando, capito? Te li affido, prenditi cura di loro, te li raccomando!” Ho accennato un “sì” con la testa e lui mi ha sorriso con una letizia dello sguardo che non ho dimenticato. Ancora mi fa compagnia. Ho cominciato a pregare per loro; il gesto più amorevole che si possa fare. Questa è stata la “consegna” che Don Giussani mi ha affidato e io da buona figlia obbedisco.

IL DON GIUS…ultima modifica: 2009-02-22T16:51:04+01:00da ritina5
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