L’EUROPA CHE C’E’

Cos’è l’Europa? Un pensiero, un concetto? Un mercato? Un regolamento, una legge?
Qualcuno dirà che è l’antico Impero Romano, che l’illuminismo ha forgiato nella modernità.
L’Impero del tempo antico era forte nel Nord Africa, e aveva più di un piede in Asia. Ma quella non è Europa.
Nel medioevo era chiaro dove finiva l’Europa, ben prima delle idee di qualsiasi illuminato. Finiva dove finiva la cristianità.
Oggi, dove finisce l’Europa? L’Europa del dopoguerra, quella che si è data un nome? Nata come impeto ideale, come una casa, è diventata presto un mercato. L’idealità si è disseccata in regolamenti, in leggi; il cuore inscatolato, le radici negate.
Invece di riconoscere l’esistente, si è troppo spesso cercato di creare una nuova realtà basata su una propria idea. Si è negata la tradizione, che era esattamente quello che aveva creato e manteneva l’esistente stesso.

La creatività, la libertà di quest’Europa arrivano dal fatto che al cuore dell’Europa c’è l’uomo, la persona, una persona che può essere garantita nella sua unicità e concretezza solo dal rapporto con Dio. Al centro dell’Europa, della sua grandezza, del suo cuore, c’è il cristianesimo, o quantomeno la luce che nei secoli ha generato.

Non si può regolare la vita. Non ci si può aspettare dalla politica, e ancor di più dal mercato, la soluzione ai propri problemi. La storia dell’Europa, di questa storia di storie è questa. Occorrono quindi non burocrati, non chi pensa di poter imporre la sua misura, ma chi permetta all’Europa dei popoli e delle persone di trovare la loro. Aiutando, incoraggiando, coordinando quello che può esserci di disordinato; ma mai imponendo una gabbia che nasce da una ragione troppo stretta.

Questa l’Europa che vogliamo: un patto di libertà. Tra persone libere, certe di chi sono, per il bene di tutti.

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L’EUROPA CHE C’E’ultima modifica: 2009-05-25T22:13:59+02:00da ritina5
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Un pensiero su “L’EUROPA CHE C’E’

  1. SE I PROFETI IRROMPESSERO

    Prendo atto che il mio precedente intervento ha suscitato una certa indignazione…da una parte ne sono contento perché significa che seppur in maniera brutale sono riuscito a scuotere qualche coscienza…a mettere il dito nella piaga e fare in modo che si levasse una reazione.
    Dall’altra me ne dispiace perché non è mia intenzione scandalizzare…solo che quando si trattano argomenti di capitale importanza ho imparato che non serve tanto usare il fioretto… quanto è necessario mettere in campo…l’artiglieria pesante.
    Così ho cannoneggiato con le parole più dure che ho trovato genitori e figli perché si destino dal torpore di una vita “tutto miele e niente sale” e volgano lo sguardo verso l’alto…da dove ci viene la salvezza.
    Mi è stato rimproverato un atteggiamento maschilista nei confronti della donna che rinnego decisamente poiché sono convinto che sia l’uomo che la donna abbiano ognuno un loro preciso ruolo da interpretare…l’uno complementare all’altro.
    Un ruolo che ha stabilito Dio, o se vogliamo la natura, oppure il buon senso…
    comunque da qualunque parte lo si giudichi il risultato è sempre lo stesso…
    l’uomo è tenuto a fare l’uomo…la donna a fare la donna.
    Sono stato invece giustamente accusato di avercela con l’umanità…è vero… io ce l’ho a morte con te uomo che sei stato creato con una dignità di poco inferiore agli angeli e ti sei ridotto a vivere come una bestia… preoccupandoti di soddisfare esclusivamente i tuoi bisogni primari.
    Ce l’ho a morte con te donna che hai relegato in un angolo la tua vocazione di moglie e madre… privando la tua famiglia del pane buono della tua più genuina
    identità…per trasformarti in un cioccolatino e finire in pasto ai cani.
    Per bocca del profeta Isaia… Dio 2500 anni fa proferiva queste parole attuali più che mai contro la donna colpevole di aver…”alzato la testa”…

    Poiché si sono insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando con gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli ai piedi, perciò il Signore renderà tignoso il cranio delle figlie di Sion, il Signore denuderà le loro tempie. In quel giorno il Signore toglierà l’ornamento di fibbie, fermagli e lunette, orecchini, braccialetti, veli, bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, anelli, pendenti al naso, vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, specchi, tuniche, cappelli e vestaglie.

    Invece di profumo ci sarà marciume,
    invece di cintura una corda,
    invece di ricci calvizie,
    invece di vesti eleganti uno stretto sacco,
    invece di bellezza bruciatura.

    Se fossimo più sobri, leggendo la bibbia ci accorgeremmo che sarebbe più salutare per le nostre anime condurre una vita grama, sofferta…improntata allo stretto necessario…affinché possa valere per noi il giorno del giudizio, come varrà certamente per tutti coloro che si sono sottomessi alla verità, la sentenza del Signore…”beati coloro che soffrono perché saranno consolati”.
    Il più grande fra tutti gli uomini è stato il profeta Giovanni Battista…non una pura apostola dell’amore come madre Teresa di Calcutta od uno dei tanti benefattori dell’umanità che hanno speso la vita al servizio del prossimo…non uno di questi meravigliosi santi ma un selvaggio…che ha vissuto nel deserto minacciando a destra e a manca…questi, stando a ciò che dice Gesù… è stato il più grande.
    Sappiamo che nessuno è grande se non è grande nell’amore…allora forse Giovanni ha avuto un suo modo d’amare che a noi sfugge…abituati a pensare che amare significhi sempre e solo dare…dare…e dare.
    Amare forse è anche riprendere, correggere, minacciare, inveire, castigare, picchiare…cose ormai fuori moda…andate perdute per i nostri figli…e ne vediamo i frutti.
    Dice Gesù nell’Apocalisse…”quelli che amo io li riprendo e li castigo”… queste parole ci mostrano l’intima connessione fra amore e punizione…ci mostrano che bisogna cominciare ad amare i nostri cari non appena il male bussa alla loro porta e non si sia poi costretti, come avviene oggi…a preparare la medicina quando è troppo tardi.
    Da ciò se ne deduce che il più alto atto d’amore, la più grande carità… è dire la verità… come faceva Giovanni Battista, come faccio io.
    Non mi curo di ottenere consensi…mi preoccupo soltanto di riesumare la verità e fare in modo che torni a brillare per coloro che la amano… e vogliono tornare sulla via della salvezza.
    Gesù non è venuto a portare la pace sulla terra ma la spada…è venuto a dividere nelle famiglie chi è con lui…da chi è contro di lui…non vuole che gli uomini
    vivano in pace, a meno che non sia la sua pace…che non è quella che offre il mondo o il messaggio cristiano del nostro secolo.
    Chi si accontenta di un brodino di spiritualità può guardare a Medjugorie dove uno dei tanti “falsi cristi” che appaiono qua e là…una mal riuscita imitazione della madonna offre sconti eccezionali sull’ortodossia cristiana e tante parole buone…dette con garbo.
    La regina della pace poi è tanto bella, tanto dolce, i suoi messaggi sono sospiri d’amore…è proprio irresistibile…come una tentazione gettata dal diavolo quale
    esca per i cristiani del nostro tempo che non sopportano di essere pettinati contro pelo.
    Chiudo con questa poesia della poetessa ebreo-tedesca Nelly Sachs… per cercare di far comprendere che dietro ai volti severi, ai toni duri, alle minacce verbali di chi si sente chiamato a gridare… c’è un cuore infiammato d’amore…che sa guardare oltre i confini di questa vita…un cuore che non si rassegna a veder morire la speranza per una moltitudine di anime che corre verso il supplizio eterno…

    Se i profeti irrompessero…
    per le porte della notte
    incidendo ferite di parole
    nei campi della consuetudine.

    Se i profeti irrompessero…
    riportando qualcosa di remoto
    per chi da tempo la sera
    ha smesso di aspettare.

    Se i profeti irrompessero…
    per le porte della notte
    e cercassero un orecchio come patria,
    orecchio degli uomini ostruito d’ortica,
    sapresti tu ascoltare?

    Se i profeti entrassero
    sulle ali turbinose dell’eternità,
    se ti lacerassero l’udito con le loro parole.

    Se i profeti si levassero
    nella notte degli uomini
    come amanti in cerca del cuore dell’amato,
    notte degli uomini, avresti tu un cuore
    da donare loro?

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