Una presenza irriducibile

Il crocifisso di Michelangelo.
12/11/2009 – Il volantino di Comunione e Liberazione a proposito della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sui crocifissi (anche in formato pdf)

La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro i crocifissi nelle aule scolastiche ha suscitato una vasta eco di proteste: giustamente quasi tutti gli italiani – l’84% secondo un sondaggio del Corriere della Sera – si sono scandalizzati della decisione.

«E voi chi dite che io sia?». Questa domanda di Gesù ai discepoli ci raggiunge dal passato e ci sfida ora.
Quel Cristo sul crocifisso non è un cimelio della pietà popolare per il quale si può nutrire, al massimo, un devoto ricordo.
Non è neppure un generico simbolo della nostra tradizione sociale e culturale.
Cristo è un uomo vivo, che ha portato nel mondo un giudizio, una esperienza nuova, che c’entra con tutto: con lo studio e il lavoro, con gli affetti e i desideri, con la vita e la morte. Un’esperienza di umanità compiuta.
I crocifissi si possono togliere, ma non si può togliere dalla realtà un uomo vivo. Tranne che lo ammazzino, come è accaduto: ma allora è più vivo di prima!

Si illudono coloro che vogliono togliere i crocifissi, se pensano di contribuire così a cancellare dallo “spazio pubblico” il cristianesimo come esperienza e giudizio: se è in loro potere – ma è ancora tutto da verificare e noi confidiamo che siano smentiti – abolire i crocifissi, non è nelle loro mani togliere dei cristiani vivi dal reale.
Ma c’è un inconveniente: che noi cristiani possiamo non essere noi stessi, dimenticando che cos’è il cristianesimo; allora difendere il crocifisso sarebbe una battaglia persa, perché quell’uomo non direbbe più nulla alla nostra vita.

La sentenza europea è una sfida per la nostra fede. Per questo non possiamo tornare con tranquillità alle cose solite, dopo avere protestato scandalizzati, evitando la questione fondamentale: crocifisso sì, crocifisso no, dov’è l’avvenimento di Cristo oggi? O, detto con le parole di Dostoevskij: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?».

Comunione e Liberazione

 

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Una presenza irriducibileultima modifica: 2009-11-12T16:23:39+01:00da ritina5
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3 pensieri su “Una presenza irriducibile

  1. Il Dio che attraversa la storia
    tra simboli, segni e gesti
    è costantemente non accolto…
    la luce della sua Parola
    è rifiutata dalla notte
    delle parole umane…
    Ancora oggi Egli attraversa
    le strade dei crocifissi e degli impoveriti della terra
    e con loro discriminato e messo fuori dalla società.

  2. Io credo che noi cristiani non dobbiamo difendere il crocifisso solo perché l’europa ha radici cristiane…Gesù non vuole stare in vetrina solo perché appartiene al passato. Oggi vede quanto lontani siano gli interessi del mondo dai suoi interessi…quanto lontane siano le sue vie dalle vie dei cristiani del nostro secolo che amano dire…”Signore Signore”…mentre sprofondano nel benessere. Oggi Gesù ci direbbe…”guai a voi ipocriti che ingoiate il cammello e filtrate il moscerino”.

  3. Carissimi Miele e David, chiedo scusa se non ho risposto con sollecitudine ai vostri gentili commenti, sono stata poco bene e ho molto trascurato il pc. Dite bene: Gesù è ancora e sarà sempre discriminato da questo “mondo”… nei Suoi piccoli, nei Suoi poveri, nei Suoi fratelli più indifesi. Il Crocifisso non è un arredo, ma è il simbolo del nostro Dio, la radice della nostra umanità e libertà, per questo ci si possono rispeschiare tutti coloro che stimano la propria dignità e umanità. Anche se, per una stupidissima sentenza, verrà tolto dalle aule scolastiche, nessuno mai lo potrà togliere dal nostro cuore! Mi vengono alla mente le parole di un grande Amico che, rivolgendosi ai politici di turno, diceva: “Lasciateci andare in giro con le pezze al culo ma lasciateci la libertà di educare”! Questa libertà di educare è messa in gioco, ed è la sfida per noi Cristiani del terzo millennio. Un grazie e un abbraccio affettuoso! Teniamoci uniti…

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