Graziella

L’augusta grazia del combattimento.

“Quando il mattino della battaglia le compagnie si svegliano e si armano nella nebbia, ognuna occupa il suo posto e attende il giorno. Devono solo attendere e tenersi pronte.

Poi il caso sceglie una di esse fra tutte, e la pone al centro del combattimento.

Essa non l’aveva meritato: l’onore ha deciso per essa.

E le altre compagnie, sue compagne, mentre combattono, sentono oscuramente che altrove il combattimento è più vero, la morte più esigente, il sacrificio più utile e l’esito più decisivo.

Per esse , lo sforzo ha delle soste; non ce ne sono per quelli che sono al centro; e quelli sentono di essere nella battaglia;

indovinano gli sguardi, le grida lanciate verso di loro, e su di loro il pensiero del capo.

Sotto questi sguardi, queste grida, questo pensiero, il loro gruppo ferito, decimato, lotta con coraggio maggiore del suo stesso coraggio, resiste con una forza maggiore della sua stessa forza.

Esso era al mattino simile agli altri, né più coraggioso, ne’ meno coraggioso ; e alla sera è diverso.

Ha superato la prova esce dal fuoco.

E’,rimane diverso, segnato agli occhi di tutti dalla augusta grazia del combattimento.

Un caso ne è la causa: l’eroismo è entrato in esso.

Tale è cristiano: un essere fra gli esseri, e simile ai più umili.

Ma egli combatte per l’intera natura, le potenze dall’alto sperano nel suo sforzo,

è stato scelto e da ciò deriva il sovrappiù della sua forza”.

(C. Peguy)




L’augusta grazia del combattimento.ultima modifica: 2009-12-15T16:53:10+01:00da
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