Eppure, questo fiume carsico della pedofilia, dei brutti vizi che sorgono all’ombra delle grandi virtù cristiane, solo ora è uscito allo scoperto. Non è frutto della Chiesa di Ratzinger ma è la colonna infame che si nasconde dietro i colonnati della fede. Potrebbe essere un merito della Chiesa di Ratzinger che queste cose – non di oggi – vengano oggi allo scoperto, seppur tra mille prudenze e reticenze, tentativi di ridimensionare e circoscrivere l’affare. Cosa volete che faccia la Chiesa se, dall’alto della sua saggezza millenaria, sa che queste pagine infami vengono usate non per combattere e condannare i pedofili ma per abbattere la credibilità e la fiducia nella fede cattolica, nella Chiesa e nei suoi sacerdoti? La Chiesa tende a circoscrivere, a limitare i danni. È comprensibile, non può fare diversamente. L’altro giorno Ratzinger ha detto una cosa in linea con la tradizione cristiana: intransigenza contro il peccato di pedofilia, indulgenza contro i peccatori. Una linea profondamente cristiana, nel senso proprio di Gesù Cristo verso la Maddalena; che vale in Chiesa e non nella Giustizia civile, intendiamoci. Ma non solo: quando Papa Giovanni disse la stessa cosa, distinguendo tra la condanna del comunismo, l’errore, e l’indulgenza verso i comunisti, gli erranti, fu salutato come saggio e buono. Lo dice Ratzinger ed è scandalo. Non sto paragonando la pedofilia al comunismo, per carità. Sto dicendo che il criterio di giudizio è cristiano in ambo i casi. La pedofilia è un male in sé, senza attenuanti, penalmente rilevante. Agli occhi della chiesa, invece il comunismo segnava l’avvento dell’ateismo, la persecuzione religiosa, l’odio di classe, lo sterminio dei nemici, l’avvento del totalitarismo più radicale, la fine della libertà e della dignità della persona. Due mali imparagonabili tra loro: uno, privato, e concentrato su creature deboli e indifese, umanamente ripugnante. L’altro pubblico, animato perfino da una professione di fede che si intendeva come sostitutiva della fede religiosa, ma abbattutosi su intere classi, interi popoli, con milioni di vittime.
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Svegliati, tu che dormi!
di Gabriele Mangiarotti
Sembra che questa invocazione, tratta dalla antica liturgia (Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà”) oggi debba essere rivolta alla Chiesa, almeno ad alcuni suoi pastori.
Siamo di fronte ad uno dei più terribili attacchi sferrati negli ultimi anni alla presenza della Chiesa nel mondo, sintesi di tutto l’armamentario laicista, radicale, massonico ed illuminista. E le armi sono veramente subdole e raffinate (e basta avere un po’ di dimestichezza con i giovani per coglierne il risultato: fango sulla Chiesa, disprezzo e sfiducia, rinuncia alla speranza. E un uomo e un giovane senza speranza sono facile preda di ogni potere). Così una generazione viene gravemente turlupinata e umiliata, soprattutto da coloro che, in altri tempi e in altre occasioni, si sono fatti paladini di ogni abiezione morale propagandata come rispetto della libertà. E per sincerarsene basta leggere queste affermazioni fatte ad un convegno dei radicali: «In ogni caso in uno Stato di diritto essere pedofili, proclamarsi tali o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato; la pedofilia, come qualsiasi altra preferenza sessuale, diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone.
È invece certo che criminalizzare i pedofili in quanto tali – come “categoria” – non sulla base dei loro comportamenti ma della loro “condizione”, non è ulteriormente tollerabile, e alimenta forme di psicosi sociale, e accessi di intolleranza che non costituiscono un argine alla violenza contro i minori, ma uno stimolo a una caccia agli “untori” letteralmente devastante sul piano civile o politico». Ora gli stessi radicali si scagliano contro una presunta difesa della Chiesa e del Papa verso i preti pedofili! È il caso di dire: da che pulpito vien la predica! (continua)