CACCIA AI CRISTIANI

 

 

INDIA, LA CACCIA AI CRISTIANI NON SMUOVE L’OCCIDENTEhttp://www.ilsussidiario.net/img/WEB/Orissa_IndiaR375_26ago08.jpg
 

Questa notizia è dedicata soprattutto a coloro che si informano soltanto attraverso il TG1 delle 20. Costoro infatti, ancora non sanno che in India, più precisamente nello stato dell’Orissa, si è scatenata la caccia al cristiano da parte dei fondamentalisti indù. Finora il bilancio parla di 14 morti, una cinquantina di chiese distrutte, centinaia di case bruciate o distrutte, villaggi messi a ferro e fuoco, decine di migliaia di sfollati. Le violenze anti-cristiane in Orissa  vanno avanti da molto tempo, ma l’ondata scatenatasi in questi giorni non ha precedenti. Ad innescarla la morte di un leader religioso indù, pretestuosamente attribuita ai cristiani proprio per scatenare la reazione. A fomentare le violenze sono i gruppi estremisti indù, che mescolano il fondamentalismo religioso al nazionalismo più estremo, ma le autorità locali appaiono compiacenti mentre il governo centrale non sembra avere né la forza né la volontà di fermare le violenze.

Per questo motivo la Chiesa indiana ha ieri chiuso per protesta le 25mila scuole cattoliche dell’India, un pilastro del sistema educativo indiano. “La protesta intende ricordare la carneficina dei cristiani nell’Orissa – sottolinea il card Osvaldo Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, in un articolo pubblicato da Asia News – acuita dall’incapacità del governo centrale di fermare le violenze, mentre nel Paese monta un sentimento anti-cristiano e i fedeli sono torturati e uccisi”. Il prelato afferma di voler mandare “un segnale chiaro” non solo all’India, ma in tutto il mondo sull’importanza della presenza della comunità cristiana, da sempre in prima fila “nel sociale, nell’educazione e nell’opera di assistenza verso i bisognosi”. Un’opera ancora più significativa in India perché “non tiene conto della differenza di casta” e abbraccia “tutta la popolazione”.

Ed è proprio quest’ultimo uno dei motivi fondamentali dell’odio anti-cristiano, la minaccia che la presenza cattolica porta a quella forma di schiavitù che è il sistema delle caste, difeso con forza dai gruppi nazionalisti indù. Se ne parlerà più diffusamente nel numero del Timone di settembre-ottobre, ma intanto invitiamo tutti i nostri lettori a manifestare solidarietà con i cattolici indiani, sia con la preghiera sia con la diffusione delle informazioni, che sulla stampa occidentale passano con il contagocce. Del resto lo sappiamo già: le violenze contro i cristiani non smuovono le coscienze, non mobilitano i media e le star dello spettacolo e dello sport. Che diamine, non siamo mica il Tibet!

Tocca comunque a noi per primi mostrare solidarietà ai nostri fratelli nella fede. Nel modo più concreto che esista: con il digiuno e la preghiera. Segnaliamo per questo l’iniziativa dell’istituto missionario PIME a Milano, una veglia pubblica di preghiera e digiugno che si terrà il 5 settembre, giorno della festa liturgica della beata Madre Teresa di Calcutta. L’appuntamento è per le ore 18 nella chiesa di San Francesco Saverio in via Monterosa 81, a MIlano. 

Da Il Timone

   
CACCIA AI CRISTIANIultima modifica: 2008-08-30T00:37:16+02:00da ritina5
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6 pensieri su “CACCIA AI CRISTIANI

  1. Ciao,

    scusami per il commento fuori tema, ma volevo invitare tutti a leggere e commentare alcune riflessioni su giovani e scuola, che ho pubblicato sul nostro blog questa mattina.

    Per accedere potete cliccare qui sotto sul mio nome

    Grazie e a presto

  2. Il Timone ha un’impronta molto apologetica e come tutto quello che c’è di apologetico, in ogni dottrina, convince solo chi è già convinto dei temi trattati.
    Ad ogni modo evidenzia informazioni che di solito compaiono giusto in appendice ad altre fonti di notizie e bisogna saper dare a Cesare….

    @Nicolas: Ops… ma questo è spam.

  3. Dal punto di vista operativo, concreto, mi sembra umano e comprensibile e ragionevole che, nell’immediato, i cristiani si mobilitino per i cristiani. In un angolo del cervello continua però a ronzarmi un dubbio che non so come esprimere. E’ come se su tutto ciò restasse un’ombra. E’ normale soffrire di più se un’ingiustizia colpisce un tuo caro, ma non per questo è più ingiustizia di un’altra.
    Se il Padre (eterno o meno) è Uno, è Uno per tutti. Non ci sono fratelli nella fede, quindi, ma fratelli e basta. Da questo puntodi vista tutti ci dovrebbero essere cari allo stesso modo, a prescindere dalla fede.

  4. “Da questo puntodi vista tutti ci dovrebbero essere cari allo stesso modo, a prescindere dalla fede.” Appunto, caro Guido; perciò la meraviglia della disinformazione e i mancati cortei con bandiere incendiate, riservati ad altri soggetti! Se sono cristiani rientrano nella norma, le persecuzioni, è nel conto…

  5. “Appunto, caro Guido; perciò la meraviglia della disinformazione e i mancati cortei con bandiere incendiate, riservati ad altri soggetti!”

    Hai perfettamente ragione. Ma c’è un però: io non ho mai, dico mai, partecipato a un corteo del genere. Cosa voglio dire con ciò? Che bisogna sempre scegliersi interlocutori di un certo livello: se la pietra di paragone sono certi cretini ideologizzati e faziosi è acile avere sempre ragione. Ma esistono moltissime persone che hanno perrfettamente chiara la gravità del problema, pur non essendo cattoliche. E poi basta con questo piagnisteo sul silenzio dei media: sembrate i radicali che sono sempre in V a dire che non hanno abbastanza spazio in TV! Delle persecuzioni in India hanno parlato tutti: il Corriere lo ha fatto in prima pagina.

    Bisogna scegliersi sempre il nemico migliore, non quello più facile da attaccare: criticare la “mentalità dominante” è una polemica superficiale e improduttiva. Perché, da buoni realisti, non ve la prendete come sarebbe giusto con i grandi governi occidentali (Bush e Berlusconi in primis) che per tenrsi buono un colosso come l’India non dicono nulla?

    P.S. come sempre le mie sono provocazioni. E’ ovvio che a livello personale il mio cuore è con le vittime…

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