IL PROBLEMA REALE

Ho ricevuto da una cara amica questo giudizio realistico sulla vera situazione della nostra bellissima e amata Terra; il CILENTO.Giudizio che condivido in pieno.Lo propongo perchè il vero problema ( incendi, spazzatura, disoccupazione, emigrazione, ecc. ecc. ) è questo!

Patrimonio in svendita

di Ruggero Cappuccio

 

“Il Cilento è dimenticato dalla storia. Il Cilento è falsificato dalla politica. Il Cilento è mortificato dai cilentani deviati.

La terra di Parmenide la terra di Zenone, la terra della filosofia lieve e profondissima, la terra legata al mito di Poseidonia, alla grandezza della Scuola Eleatica, alla lancinante lucidità di Giambattista Vico, la terra dei castelli, dei mulini ad acqua e delle foreste ombrose, brucia anche questa estate.

La meraviglia delle ripe rosse è perduta e il calcolo degli anni che occorrerebbero per ricostituire questo capitolo di bellezza mette i brividi. Le perle di quella natura, riconosciuta patrimonio dell’umanità, vanno distrutte dal momento che un’umanità deviata ha elaborato posizioni diverse su cosa significhi la parola patrimonio. Ma il paradosso più crudele è questo: sino a quando il Cilento è stato dimenticato è rimasto incredibilmente protetto. Dal giorno in cui tutti hanno deciso di proteggerlo si sta consumando la sua distruzione.

Il Cilento scoperto non è adeguatamente protetto e quando non bruciano i boschi secolari bruciano le coscienze. L’equilibrio ambientale dei luoghi vagheggiati dalla Yourcenar era assicurato dalla cultura contadina, dalla bellezza grecizzante e latinizzante di una lingua e dal senso rituale della vita. Queste tre coordinate sono state annientate dai massimi sistemi del sogno imprenditoriale, del sogno capitalistico, del sogno globalizzante.

Ma i cilentani potrebbero fare muro, difendersi, in una parola amare la loro terra. Una minoranza esigua lo fa, ma è composta di nomadi sparsi, lontani, senza collegamento. La maggioranza invece corrisponde ai cilentani deviati che stanno dando alla sacralità rituale dei santi patroni, al concetto di comunità e alle congreghe storiche splendidamente fotografate da Giampiero Volpe, il colpo di grazia. Si sta consumando l’annientamento di una civiltà. Il Cilento deviato non si rivolge al popolo dei cervelli, preferisce il popolo degli stomaci.

Le politiche locali sono troppo spesso inqualificabili; si tratta di piccole piattaforme che recitano il ruolo di affluenti del grande fiume elettorale che scorre verso Camera e Senato. Deliranti in genere le gestioni delle Pro Loco, delle comunità montane, di associazioni fantasma nate senza un progetto, solo per aderire al patto concentrico: io ti do tu mi dai. È un gioco al ribasso in cui si chiede nei due mesi di luglio e di agosto quello che manca nei restanti dieci. Ci si chiede ad ogni nuova stagione quale sia il numero delle presenze.

Non ci si chiede mai quale sia la qualità dei visitatori.

Milioni di euro vengono bruciati, come le foreste, spesi per poche retrive performance operate dai cantanti di turno. Campanilismo spietato tra Comuni e Comuni, tra liste e liste elettorali. Spaccature laceranti che minano le piccole economie dei paesi e uccidono la speranza di una vasta piattaforma di energie costruttive.

È in atto una svendita colossale del Cilento in cui la figura del cilentano deviato impone alla minoranza dei cilentani sensibili una politica di accattonaggio molesto che fitta garage e seminterrati ai turisti, che concede licenze edilizie ad occhi chiusi, che anestetizza le coscienze con una raffica di volgari iniziative gastrodemenziali al limite dell’osceno. Brucia il Cilento, dunque, ma se brucia fuori è perché da tempo sta bruciando dentro, messo all’asta dal potere centrale e dalla gran parte dei micropoteri locali, pronti a pagare gli aerei per spegnere il fuoco, sempre in ritardo, senza voler sostenere forze speciali per tutelare sul serio il territorio. Viene il dubbio che il Cilento bruci da sé, che il Cilento bruci dentro sé.

La minoranza sensibile lotta individualmente e si domanda perché un territorio dichiarato parco nazionale, dichiarato in più zone patrimonio dell’Unesco, stia vendendo l’anima al gioco di una camorra mentale che ammazza l’onore secolare di una terra, promettendo agli affiliati del cretinismo un pugno di euro in più.”

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IL PROBLEMA REALEultima modifica: 2008-01-11T12:21:11+01:00da ritina5
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