LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO

 http://www.activitaly.it/immaginicinema/metropolis/MetropolisPhotoAlbum/images/maria.jpg   “GAFFE” LERNER, LA VOCE DEL PADRONE E L’OPERAIO DELLA THYSSEN UMILIATO

da “Libero” 7 marzo 2008

Non so se Gad Lerner (che torna ad essere per l’occasione “Gaffe” Lerner) si sia risentito quando, nel suo blog, sono arrivati questi messaggi indignati (con lui) per ciò che è accaduto mercoledì sera al suo programma, L’Infedele. Di sicuro deve esserne imbarazzato Fausto Bertinotti (come vedremo).
Prima di leggere alcune di queste mail riassumo l’accaduto. Il titolo della puntata era “Povero Marx imbavagliato!”, con tanto di foto del filosofo barbuto col bavaglio. A essere silenziato e strapazzato in modo imbarazzante da Lerner, però, è stato l’operaio simbolo dell’attuale classe operaia (sedotta e abbandonata), ovvero Ciro Argentino, il giovane lavoratore della ThyssenKrupp, amico dei poveri operai morti in fabbrica a Torino nel rogo del dicembre scorso.
Argentino era stato invitato alla trasmissione insieme con due ospiti politici: Fausto Bertinotti e Matteo Colaninno (figlio di Colaninno), già dirigente di Confindustria e oggi capolista del Pd in Lombardia. Evidentemente l’operaio era stato chiamato lì per dar voce alla rabbia operaia (di questi tempi più che giustificata), ma siccome non si comportava a comando e ha osato per due volte disturbare il signor Colaninno, sovrapponendo la sua voce alla voce del padrone, per lesa maestà ha scatenato la spropositata reazione di Lerner che gli ha intimato – con toni che oggi nessuno usa – di non disturbare più o altrimenti di andarsene. Il povero operaio intimidito, zittito e pallido, non ha più osato “disturbare”, non trovando il coraggio di alzarsi e mandare a quel paese il conduttore.
La scena ha colpito molti. E qualcuno ha scritto subito al blog di Lerner. Giuseppe A. Possedoni, per esempio, ha inviato questa mail: “Caro Collega, nella tua, come in ogni altra trasmissione che diffonde dibattiti in tv, le interruzioni, anche irruente e fatte con toni in grado di innervosire un morto, avvengono continuamente. Solo nel tuo programma di stasera, però, mi è capitato di vedere il conduttore (cioè tu) rivolgersi a un ospite nel modo assolutamente inammissibile che hai usato nei confronti dell’operaio della Thyssen quando ha dato sulla voce all’imprenditore Colaninno”. Un certo Sandro, a sua volta, osserva sarcastico: “E bravo gaddino, lo sapevo che avrebbe fatto carriera, l’ho sempre saputo fin da quando facevo il ‘gabbiottaro’ a Lotta Continua…. ma certe volte riece a sorprendermi per la sua scorrettezza dialettica come quando zittisce l’operaio della Thyssen trattenendo, anzi non trattenendo, lo sdegno per le pressanti domande che mettono in difficoltà il suo ‘protetto’ Colaninno. Poi qualcosa sull’ex ‘prodiano’ Bertinotti: è passato senza soluzione di continuità dal sostegno al moderato liberismo del governo alla sferzante retorica classista (ma ndò stava negli ultimi due anni?)…..non più credibile!!!!”.
Infine un’altra telespettatrice, Silvana Mazzarello, scrive a Lerner: “Ti ho sempre ammirato molto e non mi perdo una tua trasmisione ma….(e qui la mail diventa tutta maiuscola, nda) non permetterti mai più di umiliare ed azzittire nel modo che hai usato stasera una persona come l’operaio che hai bistrattato. C’è modo e modo !!! Capisco che non ti stia simpatico perché probabilmente non vota Pd. Però non ti puoi permettere di riversare su gente che già sta soffrendo una situazione anche la pubblica umiliazione. Chiaro ?!!!”.
Probabilmente è stato più di un incidente. Più di una gaffe. Lerner, nei suoi programmi, ha sempre dedicato molta attenzione al mondo operaio e di recente, dopo la tragedia della Thyssen, ha realizzato pure uno speciale dell’Infedele sugli operai di Torino. La sua è infatti la generazione che è passata da Lotta continua e Potere operaio al Palazzo del potere. E’ l’informazione di Sinistra. Allora come si spiega l’incidente di mercoledì sera? Prima spiegazione: è stata solo una gaffe. Probabile, può capitare a tutti di sbagliare. Ma c’è anche una seconda spiegazione possibile (e se ne trova traccia nel blog di Lerner): si può ritienere che ieri come oggi questi intellettuali di sinistra sempre abbiano pensato gli operai come scenografia e tappezzeria, da far parlare o gridare a comando, all’interno del proprio palinsesto ideologico. Una volta Bertinotti diceva che il Pci aveva insegnato agli operai a non togliersi più il cappello davanti al padrone. Mercoledì si è avuta la sensazione che si sia fatto togliere di nuovo il cappello all’operaio davanti al padrone, capitalista “illuminato” candidato del Partito democratico. E’ stata una scena imbarazzante. Molti hanno avuto la percezione di cosa sia la Casta.

Anche perché al telespettatore veniva da pensare che il debordante conduttore non si permette di rivolgersi con quei toni agli ospiti “importanti”, come certi industriali e banchieri, o D’Alema o Bertinotti. E il compagno Bertinotti – di fronte a quella scena umiliante – non ha sentito il bisogno di intervenire per dire a Lerner che, a quel punto, insieme all’operaio se ne sarebbe andato anche lui.

A meno che mi sia sfuggito qualcosa, è stato lì a guardarsi la reprimenda senza obiettare. Chi tace acconsente. Eguale atteggiamento del resto ha tenuto “la mia saggia amica Lella Costa” (come si esprime Lerner, pratico di salotti sessantottini) e pure “il prete di strada don Andrea Gallo”. Tutti “de sinistra”, a parole, ma incapaci di sollevare la minima obiezione di fronte a una scena avvertita, almeno da certi telespettatori, come un’umiliazione. Il contributo della signora Costa, in tutta la serata, si è sostanziato in una battutella freddina su Fabrizio Corona che non c’entrava niente ed era peraltro assente. Che talento umoristico! Peccato non si sia cimentata sui due ospiti presenti, Bertinotti e Colaninno. O su Lerner e la sua sfuriata.
Probabilmente i presenti neanche si sono resi conto dell’assurdità della scenata perché forse danno per scontato che l’operaio – ancorché chiamato come ospite in un programma – non deve disturbare e deve aprir bocca quando lo decide l’illuminato Conduttore. Quella è la sua parte in commedia. L’operaio deve far casino solo se sono i sindacati o il partito a ordinarglielo. Se invece è il cuore, la coscienza, la dignità a farlo parlare – mettendo così in imbarazzo il signor Colaninno, chiaramente a digiuno di politica, ma schierato a Sinistra – allora la voce del proletariato si può silenziare e poi si può proseguire amabilmente la borghese conversazione salottiera.

Era chiaro che Colaninno, il quale si è sempre presentato in tv come confindustriale e mastica poco di politica, fosse in fortissimo imbarazzo di fronte a chi lo contestava da sinistra e a chi ironizzava sul suo sbarco nel partito di D’Alema e Veltroni. Ma così “scortato” da Lerner ha dato la sensazione di essere molto a corto di argomenti. Ha dato l’impressione di essere l’ultimo rampollo di quella borghesia italiana che si è sempre caratterizzata per la furbizia. Col cuore a sinistra e il portafogli a destra. Solidarietà vivissime dunque a Ciro Argentino. La classe operaia non va in Paradiso, con questa Sinistra, e chissà che non mandi tutti all’inferno.

Antonio Socci   GRAZIE CARO SOCCI PER LA TUA VIGILE ATTENZIONE!

LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISOultima modifica: 2008-03-09T17:51:22+01:00da ritina5
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