L’ITALIA HA 60 ANNI

Chissà perché nessuno pone la questione del conflitto d’interessi per il nuovo Presidente della Russia, Medvedev, patron della Gazprom, che ha il monopolio in patria e ricatta l’Europa con l’energia!
Si dice: l’Italia non è la Russia. Si diceva così anche ai tempi del comunismo: “Noi siamo diversi”. O forse perché dobbiamo dipendere dal gas russo, perciò “zitti e Mosca”?

Una bella persona ha scritto che in ginocchio si risolvono molte cose, fra le quali anche il governo di una nazione.
Si parte sempre di qui: perché governare, chi governare e come?
Qualche migliaio di anni fa un giovane re chiese di avere in dono la saggezza. E gli fu concessa.
Prima di lui, suo padre, è ancor oggi ricordato come un governante fedele e giusto, pur con le sue pecche personali. Entrambi avevano ben chiara la loro dipendenza dal vero Governante.

Ogni legge in Italia comincia così: In nome del popolo italiano. La nostra Costituzione infatti afferma: La sovranità appartiene al popolo. C’è sempre qualcuno cui rendere conto del proprio operato di governo o di giudizio. Ma chi è il popolo?

Ognuno di noi nasce dal babbo e dalla mamma. Si chiama famiglia questa piccola società cui partecipano altri eventuali fratelli e sorelle. Si appartiene ad un insieme di rapporti fatti di zii, cugini e nonni. Si è uniti via via ad una storia precedente e a nuovi rapporti di vicinanza, di scuola, di lavoro, di affari. Si appartiene ad una società.
Ma io sono io, unico, irripetibile titolare di diritto. Così pure tutti coloro che vivono con me nella società. Tutti e ciascuno titolari di diritto. Non dipendenti dalla società, bensì costruttori di società.

E’ il principio di sussidiarietà. Da subsidium = aiuto, sostegno.
Nel linguaggio militare dei Romani erano le truppe di riserva, ausiliarie. Quelle che dovevano sostenere l’impegno della prima linea. Non potrebbe essere diversamente.
Nella famiglia s’inizia questo lavoro di sostegno reciproco, fino alla società maggiore, al cosiddetto Stato o alla Comunità Internazionale. Non è viceversa.
Sussidiarietà orizzontale o verticale è un modo molto sottile per disconoscerne la vera natura. Qualsiasi società dittatoriale non la riconosce. Qualsiasi ideologia deve negarla. Il problema del potere si pone qui: o è servizio (sostegno) o è usurpazione (violazione del diritto originario).

Nelle nostre odierne società democratiche, senza re, saggi o meno, cosa significa questo?
La maggioranza dei cittadini, per mutua convenzione, è chiamata a governare. O sostiene la società intera o la violenta, usurpandone la sovranità comune. Appare chiaro che il buon governante è chi sostiene, non impone, la vera vita del popolo che gli è affidato, chi libera e sostiene le energie proprie del popolo nella famiglia, nell’educazione, nel lavoro, nella tutela della vita.
Il dittatore impone le proprie visioni, le proprie ricette.
Il buon governante sostiene le opere del popolo, dei vari soggetti presenti in esso.
Non per niente la Costituzione Italiana usa le parole “riconosce” e “sostiene”.

Statalismo, fiscalizzazione eccessiva, partigianeria, imposizione ideologica sono perciò quanto di più contrario si possa immaginare al diritto della persona umana e alla Carta Costituzionale. “Dai loro frutti li riconoscerete”.
Sostenere chi sostiene il lavorio delle realtà popolari, delle libere aggregazioni sociali nella famiglia, nell’educazione, nel lavoro, nella tutela della vita è realizzare la Costituzione, è costruire una società veramente democratica.
Nella coscienza che bisogna sempre stare in ginocchio e chiedere quella saggezza necessaria a governare.

Rimini in Dies socio di SamizdatOnLine

L’ITALIA HA 60 ANNIultima modifica: 2008-03-10T19:00:20+01:00da ritina5
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