QUEL BATTESIMO A 55 ANNI
PER MAGDI UNA GIOIA DISCRETA CHE SA TREMARE
DAVIDE RONDONI
Caro Magdi, la notizia del tuo battesimo ci hareso contenti. Di una gioia senza smarginature, una gioia esatta se così si può dire, senza fronzoli. Una gioia per la tua persona, per la tua vita di Magdi, per la tua vita di padre, di giornalista, e di compagno nella vita di Valentina. Per la tua vita prima ancora che per ciò che essa, inevitabilmente, rappresenta. Una gioia raccolta, annidata, radicale, come per la vita singolare, unica, irripetibile di tanti che come te l’altra notte, in ogni chiesa del mondo, hanno accolto il battesimo.
Perché dinanzi a un battesimo si resta un po’ come senza parole. Come una cosa grande e misteriosa. Come a uno spettacolo della natura, anzi come a qualcosa di più grande ancora che le cascate del Niagara, o dei vulcani del Nicaragua.
E allora, se chi lo ha ricevuto è piccolo, è un bambino, si può parlare d’altro. Si può sviare il discorso. E magari le mamme parlano tra loro dei vestitini, della crescita. E i padri, che in genere sono più impacciati, stanno in un angolo a fumare, a scambiarsi mezze parole sul lavoro, sul campionato. Ma se è un uomo di cinquantacinque anni, un professionista affermato, uno che insomma facendo la scelta di farsi battezzare sceglie di dire: la mia vita è cambiata; ecco, davanti a un uomo che cambia si resta un po’ senza parole.
Se fosse che cambia vita a causa dei debiti, o di una donna, o magari perché cambia città, lavoro, si saprebbe cosa dire. Si sprecherebbero commenti sul lavoro, sulle donne, e sui cambi della sorte. Si farebbero dei discorsi, delle chiacchiere, dei pettegolezzi. Ma se cambia vita perché si battezza, perché diviene cristiano e cattolico, ecco, non si sa bene cosa dire. Intendo noi che già eravamo battezzati. E coscienti per fortuna di cosa è un battesimo. Noi che sappiamo che non è una formalità si resta un po’ senza parole. Mentre forse molti, i quali pensano che il battesimo sia un atto formale, o coloro che non sanno più cosa è, ecco magari avranno da ridire. Qualche commento acido lo abbiamo già sentito.
Ma tra noi, tra quelli che eravamo dentro al battesimo, peccatori e battezzati, noi che sappiamo cosa è il battesimo e cosa è il peccato, un silenzio è sceso. Per te, per la tua vita di Magdi, per la tua e per la vita dei tanti che l’altra notte hanno fatto questa scelta. Un silenzio dove si fa largo un sorriso. Dove si fa largo quella specie di gioia che risponde. Quella che è nel cuore la risposta all’incontro con un segno di speranza. Una gioia radicale, esatta, senza fronzoli. Una gioia dura, senza inutili sdolcinature. Senza enfasi. Come il motivo del tuo cambiamento è stato, lo hai scritto tu, in una serie di incontri senza enfasi. Una strada. Non un colpo di scena. Non uno squillo di trombe. Ma una meditazione personale dentro al fiorire di amicizie.
Ci sono stati, certo, fatti eccezionali – in una vita come la tua, e in un’epoca come questa, sono inevitabili – ma c’è stata soprattutto la lettura anche di tali fatti eccezionali dentro una normalità di amicizie. Il fatto di speranza del tuo battesimo vale innanzitutto per te, per Valentina e per tuo figlio, il piccolo grande Davide.
Di questo siamo ammutoliti e contenti. Come una gioia discreta, che sa tremare. E vale anche per coloro che da islamici si stanno convertendo al cristianesimo. Qui e in tutto il mondo. Vale per i cristiani che spesso somigliano ai tiepidi che Dio vomiterà dalla bocca, come dice la Bibbia. E vale per tutti gli uomini che vogliono prendere sul serio il proprio destino, e vedono un uomo farlo senza paura. da Avvenire
PRENDERE SUL SERIO IL PROPRIO DESTINO
PRENDERE SUL SERIO IL PROPRIO DESTINOultima modifica: 2008-03-25T13:58:21+01:00da
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