PRENDERE SUL SERIO IL PROPRIO DESTINO

  http://www.homolaicus.com/arte/piero-della-francesca/battesimo-cristo/images/battesimo.jpg  QUEL BATTESIMO A 55 ANNI
  PER MAGDI UNA GIOIA DISCRETA CHE SA TREMARE

 DAVIDE RONDONI

C
aro Magdi, la notizia del tuo battesimo ci ha
reso contenti. Di una gioia senza smarginature, una gioia esatta se co­sì si può dire, senza fronzoli. Una gioia per la tua persona, per la tua vi­ta di Magdi, per la tua vita di padre, di giornalista, e di compagno nella vita di Valentina. Per la tua vita pri­ma ancora che per ciò che essa, ine­vitabilmente, rappresenta. Una gioia raccolta, annidata, radicale, come per la vita singolare, unica, irripeti­bile di tanti che come te l’altra not­te, in ogni chiesa del mondo, hanno accolto il battesimo.
  Perché dinanzi a un battesimo si re­sta un po’ come senza parole. Come una cosa grande e misteriosa. Come a uno spettacolo della natura, anzi come a qualcosa di più grande an­cora che le cascate del Niagara, o dei vulcani del Nicaragua.
  E allora, se chi lo ha ricevuto è pic­colo, è un bambino, si può parlare d’altro. Si può sviare il discorso. E ma­gari le mamme parlano tra loro dei vestitini, della crescita. E i padri, che in genere sono più impacciati, stan­no in un angolo a fumare, a scam­biarsi mezze parole sul lavoro, sul campionato. Ma se è un uomo di cin­quantacinque anni, un professioni­sta affermato, uno che insomma fa­cendo la scelta di farsi battezzare sce­glie di dire: la mia vita è cambiata; ecco, davanti a un uomo che cambia si resta un po’ senza parole.
  Se fosse che cambia vita a causa dei debiti, o di una donna, o magari per­ché cambia città, lavoro, si saprebbe cosa dire. Si sprecherebbero com­menti sul lavoro, sulle donne, e sui cambi della sorte. Si farebbero dei di­scorsi, delle chiacchiere, dei pette­golezzi. Ma se cambia vita perché si battezza, perché diviene cristiano e cattolico, ecco, non si sa bene cosa di­re. Intendo noi che già eravamo bat­tezzati. E coscienti per fortuna di co­sa è un battesimo. Noi che sappiamo che non è una formalità si resta un po’ senza parole. Mentre forse mol­ti, i quali pensano che il battesimo sia un atto formale, o coloro che non sanno più cosa è, ecco magari a­vranno da ridire. Qualche commen­to acido lo abbiamo già sentito.
  Ma tra noi, tra quelli che eravamo dentro al battesimo, peccatori e bat­tezzati, noi che sappiamo cosa è il battesimo e cosa è il peccato, un si­lenzio è sceso. Per te, per la tua vita di Magdi, per la tua e per la vita dei tanti che l’altra notte hanno fatto questa scelta. Un silenzio dove si fa largo un sorriso. Dove si fa largo quel­la specie di gioia che risponde. Quel­la che è nel cuore la risposta all’in­contro con un segno di speranza. U­na gioia radicale, esatta, senza fron­zoli. Una gioia dura, senza inutili sdolcinature. Senza enfasi. Come il motivo del tuo cambiamento è sta­to, lo hai scritto tu, in una serie di in­contri senza enfasi. Una strada. Non un colpo di scena. Non uno squillo di trombe. Ma una meditazione perso­nale dentro al fiorire di amicizie.
  Ci sono stati, certo, fatti eccezionali – in una vita come la tua, e in un’e­poca come questa, sono inevitabili – ma c’è stata soprattutto la lettura an­che di tali fatti eccezionali dentro u­na normalità di amicizie. Il fatto di speranza del tuo battesimo vale in­nanzitutto per te, per Valentina e per tuo figlio, il piccolo grande Davide.
  Di questo siamo ammutoliti e con­tenti. Come una gioia discreta, che sa tremare. E vale anche per coloro che da islamici si stanno converten­do al cristianesimo. Qui e in tutto il mondo. Vale per i cristiani che spes­so somigliano ai tiepidi che Dio vo­miterà dalla bocca, come dice la Bib­bia. E vale per tutti gli uomini che vo­gliono prendere sul serio il proprio destino, e vedono un uomo farlo sen­za paura.  da Avvenire
 

PRENDERE SUL SERIO IL PROPRIO DESTINOultima modifica: 2008-03-25T13:58:21+01:00da ritina5
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