EDUCAZIONE; LA VERA EMERGENZA

http://www2.diocesi.lodi.it/Portals/27/images/pianopastorale.jpg
Viterbo – Un quattrodicenne brucia i capelli a un compagno di scuola di 15 anni, gli spegne sul braccio delle sigarette il filmato delle sevizie circola su Youtube
Complici nelle aggressioni altri due minori, compagni di scuola, non imputabili perché hanno meno di 12 anni.

Bari– Un ragazzino di quindici anni è stato sequestrato e tenuto in ostaggio da un gruppo di 18enni in attesa che gli amici racimolassero i soldi per il riscatto.

Gli episodi terribili di delinquenti della porta accanto si susseguono e come spesso accade i giornali cercano di metterli in una casella, ‘bullismo‘, come se fare ordine servisse a trovare una soluzione.

Ma a dire il vero pare che giustizia e educazione brancolino nel buio, non ci sono pene certe, né punizioni adeguate, soprattutto se si tratta di minorenni, si ha l’impressione che la giustizia sia per così dire ‘effimera’ né punitiva, né educativa.

Questo è il tragico risultato di anni e anni di resa educativa, abbiamo cresciuto figli senza doveri, insegnando che dalla fatica del lavoro, della famiglia, della vita, bisogna fuggire, che il lavoro e la scuola tuttalpiù sono un un obbligo a cui non ci si può sottrarre, ma non c’è gioia, realizzazione di sé in quella fatica, la si fa in attesa che arrivi il sabato sera, le ferie, luoghi in cui rifugiarsi, per sballarsi, per dimenticare, per ammazzare la noia, scambiando l’inedia per divertimento.
Nessuno ha insegnato a questi ragazzi la carità, il gusto di prendersi cura dell’altro, di farsi carico dei problemi altrui, un atteggiamento che ci educa a guardare al mondo e a noi stessi con altri occhi. – Io mi faccio i fatti miei – sembra diventato un comandamento

I genitori poi, sembrano disarmati, aspettano che i piccoli tiranni crescano, nella speranza che il tempo aggiusti le cose, nel frattempo distruggono l’autorità della maestra, del professore, prendendo le difese del pargolo che si sente protetto, mai messo in discussione, non ci sono rispetti dovuti, all’autorità, al preside, al professore, all’anziano, al genitore, niente, non si devono saluti, né si cedono posti sull’autobus.

E’ stato azzerato tutto 40 anni fa e le generazioni cresciute in quel clima ora insegnano, amministrano la giustizia, fanno figli, pochi e male educati.

Ai miei figli abbiamo concesso il cellulare come regalo per i 18 anni, altri tempi lo ammetto, parlo di 4-5 anni fa, e non è stata nemmeno allora una scelta facile, ma volevamo che l’oggetto del desiderio fosse appunto ambito, desiderato, perché questa è la generazione che non ha desideri da conquistare perché sono tutti soddisfatti il prima possibile.
Sia chiaro di errori ne abbiamo fatti anche noi, chi educa sbaglia.
Un volta ci siamo ‘incaponiti’ all’inizio di un anno scolastico a non voler concedere lo zaino firmato, cercando di spiegare che non è la firma che ci rende più uguali agli altri, il risultato è stato disastroso, perché il pargolo veniva preso in giro dai compagni, e perché lo zaino che avevamo acquistato s’è rotto in fretta.
Così il motorino, la legge dice che puoi averlo quando compi 14 anni, ma la legge in casa mia dice che l’età giusta è 16 anni, così diventi un po’ più grande, si spera un po’ più responsabile e così impari il gusto dell’attesa, del desiderio, se non te lo insegno io chi lo farà?
L’esperimento questa volta è andato bene e i miei figli ora adulti approvano.
Spesso ci rammentano questo episodio: un’estate rientrando una sera, mio maritò trovò davanti a casa uno dei nostri figli con una fanciulla, conoscendolo immagino il suo sguardo orgoglioso nel vedere che i figli crescono, ma volendo fare il brillante azzarda una battuta: “da quando sono le ragazze che accompagnano a casa i ragazzi, è cambiato il mondo?”
Risposta lapidaria del figlio: “da quando i ragazzi hanno un orario di rientro che è più stretto di quello delle femmine”1 a 0 palla al centro. L’educazione è un continuo correggersi, ma non può essere l’assenza di regole.

Questo per dire che il dilagare della violenza, di quello che si chiama bullismo, io direi – delinquenza precoce -, ha necessario bisogno di essere arginato stroncato, mi fa inorridire il giudice che ai baby stupratori di Ancona, che hanno abusato di una tredicenne impone come pena il rientro a casa alle 22 tutti i giorni, tranne il sabato, orario prolungato alle 24, naturalmente con obbligo di studiare con profitto.
Scusate, ma che pena è?

Uno che va in giro a stuprare le coetanee di casa non esce nemmeno il sabato sera, ha tradito la fiducia degli adulti, ha rovinato la vita di una ragazza, lo condanno a pulire le stalle, a mungere le mucche, così impara il rispetto dei ritmi del lavoro dettati dalla mungitura, la fatica vera del lavoro.
Che diavolo di punizione è imporre a un ragazzino di studiare con profitto, studiare non è una punizione è un privilegio, ci sono state generazioni che non hanno goduto di questa possibilità.

Qui oltre al corso di preparazione al parto bisogna pensare ai corsi di sostegno alle famiglie perché i figli non basta metterli al mondo, la parte difficile viene dopo e l’educazione è un mestiere dove non esistono istruzioni per l’uso uguali per tutti, ma è meglio fare sbagliando, che non fare sperando di avere fortuna.

Un interessante giudizio dal blog Anerella ( anerella.ilcannocchiale.it/  )

EDUCAZIONE; LA VERA EMERGENZAultima modifica: 2008-05-08T15:15:56+02:00da ritina5
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “EDUCAZIONE; LA VERA EMERGENZA

I commenti sono chiusi.