TESTAMENTO BIOLOGICO

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E’ evidente che il rapporto medico-paziente non è mai paritario per ovvie ragioni, quali la malattia, la situazione psicologica, la competenza. Il consueto rapporto detto “medico paternalistico” viene messo in discussione a favore del principio “assolutistico”che contrappone paziente-medico. Si è passati da un rapporto “paternalistico” a un rapporto di collaborazione medico-paziente, dove quest’ultimo è sempre informato su cosa gli accade, ma un eccesso di diritto all’informazione ha portato al principio assolutistico di origine filosofica (scuola inglese).

Tutta la volontà del paziente deve essere rispettata dal medico. In quest’ottica viene inteso il testamento biologico, che è sbagliato almeno da tre dl punti di vista:

-della coscienza

-della verità

-della giustizia

Un atto di coscienza è mosso dalla volontà, che nel caso del malato terminale non c’è.

Il testamento biologico darebbe solo indicazioni generali e vaghe (non può che essere così) quindi essenzialmente non vere, le quali andrebbero poi inevitabilmente interpretate creando conflitto tra medico e fiduciario.

L’accanimento terapeutico è già contemplato dal codice di deontologia medica, c’è bisogno di una legge per questo? Per timore dell’accanimento terapeutico, finirà per diventare pratica la sospensione di ogni”cura” (ossigenazione,alimentazione, idratazione).

La domanda fondamentale è: Quando vi è eutanasia?

Quando in coscienza non si vuole lenire solamente il dolore, ma si vuole deliberatamente la morte del malato. Quando si seda un malato a piccole dosi per lenirne il dolore non è eutanasia, anche se poi porterà alla morte. E’ sempre l’intenzione che conta. Non si deve giungere a giudicare se una vita è indegna di essere vissuta.

La “sospensione delle cure” per evitare l’accanimento terapeutico scivola inesorabilmente verso l’eutanasia per omissione, ovvero non si dà al paziente l’alleviamento del dolore fisico, psicologico, spirituale e sociale. Con la tendenza a legiferare per decidere in anticipo ” vuoi vivere o morire” si consolida solo l’idea che la vita può essere disposta a proprio piacimento, viene gravato sulla persona un carico giuridico al quale non sa rispondere in verità giustizia e coscienza, come già detto. Vi è quindi uno stretto binomio tra fautori del testamento biologico ed eutanasia. L’unico contesto culturale quindi, che è in grado di fare spazio alla malattia, sofferenza e morte è proprio quello cristiano. Questi sono i tre spettri che fanno paura e gli spettri non si combattono. Succede invece che dinnanzi al mistero si abbia la pretesa di legiferare in modo sempre più preciso e dettagliato cosa che non può avvenire.
Grazie al blog amico Sivan

TESTAMENTO BIOLOGICOultima modifica: 2008-08-03T11:34:10+02:00da ritina5
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2 pensieri su “TESTAMENTO BIOLOGICO

  1. Caro Roberto, il tuo commento non è stato pubblicato; mi è arrivato solo per e-mail. Da un po’ di tempo Myblog da i numeri! Un abbraccio fraterno.

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