CONDANNATI ALLA PACE

 Terra Santa

I dolorosi eventi in corso in Israele e nella Striscia di Gaza hanno suscitato commenti da diversi lettori, anche a seguito di alcuni articoli pubblicati su ilsussidiario.net. Come gli articoli, anche questi commenti offrono diversi punti di vista, più o meno in favore di una delle parti in lotta, ma sono accomunati da un sincero dolore per la perdita di tante vite umane e per una tragedia che, dopo sessant’anni, non sembra trovare una soluzione possibile.

Questo dolore non è così scontato, perché anche in questa occasione non è facile evitare lo schierarsi totalmente da una parte o dall’altra, quasi come una tragica tifoseria in cui l’altro cessa di essere una persona per ridursi a cosa, a bersaglio da colpire. Né evitare di trincerarsi dietro un apparentemente salomonico “hanno tutti torto”, che finisce per esimere da un giudizio. Anche se è vero che torti e ragioni, come spesso accade, possono essere oggettivamente addossati ad entrambe le parti, in una situazione in cui tutti i contendenti finiscono per essere vittime, non solo del “nemico”, ma di se stessi, e dove è difficile stabilire vincitori e vinti.

Entrambi i contendenti sembrano vivere una perenne contraddizione, convinti da un lato di non essere in grado di trovare da soli una soluzione, e quindi in continua attesa che la soluzione venga da qualcun altro, e dall’altro pronti a rifiutare ogni soluzione proposta che non massimizzi le rispettive, ma contrastanti, aspirazioni.

Eppure, chiunque abbia visitato quei luoghi si è reso conto di quanta sofferenza vi sia da entrambe le parti, e quanto desiderio di pace e serenità, per quanto inespresso, sia soggiacente all’apparente durezza dei volti. Due popoli “condannati” a vivere insieme, “condannati” a fare prima o poi la pace, e il termine condannati è tragicamente reale, perché è tragico che la convivenza e la pace siano sentiti come una condanna e a esse si preferisca morte e distruzione.

Purtroppo non sarà mai possibile neppure discutere di pace finchè vi sarà una parte che vuol distruggere l’altra: qui le responsabilità di Hamas non possono essere taciute, insieme a quelle dei Paesi arabi che ne sostengono la causa per i propri interessi, indipendentemente dagli eccessi delle rappresaglie israeliane.

In questa situazione, la minoranza araba cristiana e l’esiguo gruppo di ebrei cristiani sono l’esempio della possibilità di superare le divisioni; insieme agli arabi e agli ebrei di buona volontà, che sono più numerosi di quanto appaia, ma ridotti al silenzio dagli altri resi ciechi dall’odio, o forse solo dalla paura.

Anche quest’anno in Terra Santa solo per i cristiani il Natale ha rappresentato un momento di pace, almeno nei cuori: per gli altri, solo un’occasione in più per la violenza. Eppure, la Palestina è terra santa anche per ebrei e musulmani, ma per essi è solo un territorio, un ricordo di fatti avvenuti, di un passato glorioso. Per i cristiani è la Memoria di un Fatto avvenuto, di un Dio che si è fatto uomo e che è tuttora con noi.

Sussi Dario – Il Sussidiario

CONDANNATI ALLA PACEultima modifica: 2009-01-05T12:47:31+01:00da ritina5
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2 pensieri su “CONDANNATI ALLA PACE

  1. Scrivendo il mio post ho trovato anche il tuo.
    Ma è mai possibile vedere nel 2009 scene del genere?
    Finalmente vedo un post equilibrato.
    Brava ritina5.
    Ciao

  2. Ciao nipgiulia, ti ringrazio! Ti ho aggiunto ai miei contatti amici, poi passo da te e ci facciamo una chiacchierata…

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