Una Lourdes troppo buia per essere vera

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Crediamo abbia visto bene la UAAR, “Unione degli atei e degli agnostici razionalisti“ nell’attribuire a questo film il suo beffardo premio intitolato a Brian, dal nome di una dissacrante pellicola su Gesù. Dicono, questi atei organizzati, che l’opera della Hausner potrà aiutare a perdere la fede “chi non è ancora approdato a una visione disincantata e scettica“. Pure la Massoneria ha espresso il suo apprezzamento. Che dire, allora,   del premio attribuito dagli uomini di cinema cattolici, riuniti in un’associazione   riconosciuta ufficialmente dalla Santa Sede? Che dire della diocesi milanese che ha deciso di sponsorizzare quest’opera, diffondendola nelle parrocchie?

Verrebbe in mente quanto mi disse un Umberto Eco ironicamente deluso, quando analoghi premi cattolici (uno, addirittura dalla Loyola University, l’ateneo dei gesuiti americani) furono attribuiti al film tratto dal suo Il nome della rosa: “Io ho faticato per fare un libro radicalmente agnostico se non ateo, sperando di suscitare un dibattito infuocato. E invece no, ‘sti preti mi fregano ,  applaudendomi  e  riempiendomi  di premi. Quasi quasi ho nostalgia dei bei, vecchi tempi  della Santa Inquisizione. Quei tosti domenicani erano meno noiosi del frate e del sagrestano “ adulti“ che, entusiasti, acclamano il miscredente“.(Continua)

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Una Lourdes troppo buia per essere veraultima modifica: 2010-02-14T13:26:50+01:00da ritina5
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2 pensieri su “Una Lourdes troppo buia per essere vera

  1. Sto leggendo per la radio il diario di viaggio doi Alexis Carrel, giovane premio Nobel per la medicina, e non credente, che a Lourdes assiste esterrefatto ad un miracolo in diretta.
    Ma l’atmosfera di Lourdes che descrive è davvero emozionante e riesce a farmela immaginare anche se a Lourdes non ci sono mai stata. E se lo dice lui che è andato lì come osservatore distaccato perché ateo, deve essere proprio vero…
    (http://annavercors.splinder.com/post/19985475/Molta+osservazione+e+poco+ragi )

  2. Hai ragione, Anna, ho letto anche io il diario di Carrel ed è commovente. C’è tutto il dolore ma c’è soprattutto la speranza e la fede di tutti, e questo lo commuove e lo interroga, anche se è scettico e non credente. Ma è quello che ci diciamo sempre: si puo’ guardare con gli occhi spalancati e stupiti del bambino o mettersi una mano sugli occhi per non vedere. Dipende da come si usa la ragione. Ciao carissima, ti abbraccio!

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