
Oltre ad amministratori locali e forze dell’ordine, sentinelle anticamorra sono state anche le associazioni ambientaliste. Il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo, per esempio, ricorda che da tempo erano state denunciate infiltrazioni criminali nel territorio cilentano. «Con il sindaco Vassallo – afferma – abbiamo lavorato per oltre un decennio e ogni anno abbiamo premiato il suo impegno con le cinque vele, il massimo riconoscimento di Legambiente alle località che si distinguono per tutela dell’ambiente e l’offerta turistica di qualità. Il suo costante e attento lavoro ha reso nel tempo la piccola realtà di Pollica un gioiello di buona amministrazione e un caso esemplare riconosciuto e apprezzato da cittadini e turisti. Con Vassallo abbiamo condiviso le tante iniziative virtuose, le buone pratiche del suo Comune e battaglie come quella per il Parco del Cilento e contro gli abusi edilizi. Ci mancherà la sua serena determinazione e la sua voglia di lavorare per un Cilento più pulito e più civile».
E proprio Amilcare Troiano, presidente dell’Ente Parco «auspica che la magistratura e le forze dell’ordine individuino, il più presto possibile, i criminali assassini che hanno stroncato la vita di un uomo che ha dedicato la sua esistenza al bene e alla tutela del nostro territorio».
Più prudente sulla “pista camorristica” sembra essere il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, tenente colonnello dei carabinieri in aspettativa: «Bisogna aspettare l’esito delle indagini. L’agguato è abbastanza anomalo. La camorra non è più quella degli anni ’80 e ’90. Ci sono altre zone più appetibili, come l’Agro nocerino sarnese e la Piana del Sele. È vero che il Cilento è diventato più accessibile, ma ci possono essere esponenti della criminalità organizzata e non veri e propri clan».