VALENTINO


Innamorarsi è una questione seria.
  Quand’ero giovane, decisamente più giovane di adesso, mi innamoravo spesso. Una volta a settimana, in media. Per davvero. Avevo un cuore inquieto, unito ad una timidezza che mascheravo con cinismo e saccenteria. Non l’abbinamento migliore per trovarsi una fidanzata, ne converrete. Forse per questo conservo un ricordo tanto nitido, tanto dolce di quegli amori. Perchè non si sono mai tramutati in possesso, in uso, non hanno mai avuto a che fare con l’altro autentico, reale.
La difficoltà inizia quando l’oggetto del nostro innamoramento si concretizza improvvisamente, diventa anch’esso un soggetto. Due soggetti in una frase difficilmente stanno bene. Presto o tardi inizia la lotta per imporre sè, per imporre il proprio desiderio. Quello che è nato come un sentimento puro rischia di mutarsi in quello che Jacopone da Todi esprime con questi termini un po’ fortini:
O Amore carnale,
Sentina puzolente,
Solfato foco ardente,
Rascion de om brutata;
Che non ha altro Dio
Se non d’empir lo ventre,
lussuria fetente
malsana, riprovata

Forse potrà sembrare eccessivo; forse frutto di una concezione antica e sorpassata; ma non credo che si possa negare che quando l’amore è tutto localizzato sotto la cintola quello che c’è sopra, cuore e cervello, passa in secondo piano. E, per come è fatto l’uomo, la tentazione del possesso dell’altro (carnale, mentale, affettivo) difficilmente può essere evitata con la pura volontà.
Nel mondo in cui viviamo sembra che l’amore possa essere solo quello fatuo del giorno di S. Valentino oppure quello erotico della notte di S. Valentino. Ben pochi insegnano ancora che l’amore vero è altro, non un guardarsi negli occhi ma guardare insieme nella stessa direzione.
Non meraviglia quindi che sempre più spesso non si riesca neanche a riconoscerlo, l’amore; che non si riesca neppure a capire se si è innamorati oppure no, e si perda la vita nell’attesa di un qualcosa che non arriva e non può arrivare. Come nella tragica barzelletta:
Dopo anni di fidanzamento lei dice a lui: E se ci sposassimo? Lui: Ma chi vuoi che ci prenda, a noi due!
L’amore vero è una speranza di futuro fatta oggi concreto. E’ un riconoscere la presenza di un altro, è desiderare la presenza di un altro, è la consapevolezza di un destino comune.
E occorre pregare S. Valentino che ci conceda un amore così.

Berlicche socio di SamizdatOnLine

VALENTINOultima modifica: 2008-02-14T19:02:14+01:00da ritina5
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