UOMINI CAPACI DI COSTRUIRE IL FUTURO

Educare: far crescere uomini capaci di costruire il futuro

Chi non vede che c’è un nesso stringente tra le ipotesi educative circolanti e l’edificio sociale che di fatto si va a costruire?”, si è chiesto nei giorni scorsi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. Che grande verità e quale formidabile criterio di giudizio sulla prossima scadenza elettorale ha offerto il cardinale.
Non a caso questo aspetto della sua prolusione è passato sotto silenzio, mentre è stata data enfasi al pur giusto richiamo per salari più adeguati ai bisogni delle famiglie.
La domanda retorica di monsignor Bagnasco si potrebbe così tradurre: dimmi come educhi e ti dirò quale società stai costruendo. Rivolta ai politici, la domanda presenta questa prima declinazione: dimmi se per te la questione dell’educazione è centrale e ti dirò se il tuo programma poggia su fondamenta solide.
Educare significa far crescere uomini capaci di costruire il futuro. A chi, pensando allo stato della nostra scuola, viene in mente che tra quelle aule si sta costruendo un futuro positivo per la nostra società?
La politica blandisce i giovani, li mette in lista come acchiappavoti, ma è incapace di pronunciare parole serie e non strumentali sul loro bisogno primario che è quello educativo.

Un sacerdote toscano dell’Ottocento, Giovanni Battista Quilici, si trovò a vivere tra grandi emergenze sociali che affrontò con il metodo della carità cristiana. Nella sua Livorno ci fu anche un’epidemia di colera che provocò molti morti. Alle autorità scrisse che l’emergenza educativa, la carenza di educazione per i ragazzi e le ragazze del tempo, era un problema sociale devastante più dello stesso micidiale morbo. Occorreva qualcuno che si impegnasse ad “aggiustare la mente e riformare il cuore” dei giovani. Una straordinaria definizione di educazione.

Il compito della politica è permettere che chi è capace di educare lo possa fare. Chi è capace di parlare ai giovani, di provocare la loro ragione, di alimentare la loro intelligenza, di sollecitare il paragone con le esigenze insopprimibili del loro cuore, deve essere liberi di farlo. Nel nostro Paese rimane aperta una grande questione politica: la libertà di educazione. Ecco la seconda declinazione della domanda da rivolgere ai politici: il tuo programma prevede la libertà di educazione?
È un segno drammatico della crisi culturale dei nostri tempi se un giornalista famoso può permettersi, senza suscitare indignate reazioni, di ridurre a caricatura il tema della libertà d’educazione. Per fortuna un altro giornalista, altrettanto famoso, ha annunciato che questo sarà il punto principale della sua campagna elettorale.

Libertà di educazione vuol dire lasciare libere le famiglie di scegliere la scuola che giudicano più adeguata al bisogno di verità e di bellezza dei loro figli. La libertà deve essere completa, anche sul piano economico. Ci sono mille ragioni, che qui è impossibile riassumere tutte, per sostenere che la libertà d’educazione fa bene a tutta la scuola, anche a quella statale. C’è bisogno che si liberino energie, che si rompa un monopolio che ha dimostrato il proprio fallimento. Compito dello Stato è – una volta garantita la libertà – vigilare perché si evitino abusi.

Restituiamo la piena libertà di educare a chi ne è legittimo titolare – famiglie, comunità locali, confessioni religiose – e avremo domani più uomini capaci di costruire il futuro. La società rinasce solo dall’educazione e l’educazione vive solo nella libertà.

Valerio Lessi
socio di SamizdatOnLine

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UOMINI CAPACI DI COSTRUIRE IL FUTUROultima modifica: 2008-03-13T12:19:07+01:00da ritina5
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