IL SUO RICORDO NON CI ABBANDONA

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«Al di fuori della misericordia non c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri umani» Chi se lo ricorda, lo ricorda così, con la croce in pugno e lo sguardo fisso nel vuoto. Anzi nel punto più lontano della storia, quello che lui vedeva già, mentre noi, dietro, faticavamo a scorgere. Giovanni Paolo II attingeva la forza e la carica per avere quello sguardo dal Crocefisso. Il logo del nostro sito ha voluto in qualche modo immortalarlo così, come al timone della barca della Chiesa la cui rotta è segnata dalla croce. Egli guarda verso Cristo. Il Cristo di Masaccio che nel tributo si volge verso Pietro. E mentre Giovanni Paolo II guarda Cristo, vede la Chiesa, vede i testimoni dalla misura alta della vita che attualizzano Cristo nella storia e lo rendono palpabile nell’oggi di migliaia di uomini. Fra il volto del Papa e il volto di Cristo c’è quello di Pampuri, un laico, uno fra i tanti, uno normale. A dire che la santità non è per religiosi o affare da relegare nelle chiese o nelle sacrestie, ma fiorisce nelle strade e nelle piazze, negli ospedali e fra le pagine dei quotidiani. Di questa santità, per così dire, popolare Giovanni Paolo II fu grande difensore.

Una delle più belle immagini di Karol Woitlya che lo ritrae come lo abbiamo descritto, appoggiato alla croce, ce l’ha regalata un pittore polacco: Jerzie Duda Gracz. Questo uomo, convertitosi grazie alla figura del grande papa polacco, regalò quasi come un ex voto alla Regina di Polonia una serie di 18 bellissime tele che realizzano una straordinaria attualizzazione della via Crucis.
Profeticamente Jerzie pone Giovanni Paolo II alla dodicesima stazione, sotto la croce.

Cristo, in agonia, è come un grande gabbiano che si libra su un panorama infinito di crocifissi. Sotto di essi ci sono tutti i martiri della storia polacca: religiosi o laici e, in prima fila, il nostro Karol Woitiya
Il suo volto si trova vicinissimo ai piedi del Salvatore, quasi a dire che il cammino della Chiesa avanza dietro al corpo del Crocifisso che ha riassunto nella sua agonia tutta la cifra del dolore dell’uomo.
Nessuna esistenza ci appare così evidentemente pasquale come quella di Giovanni Paolo II, osannato dalle folle e poi criticato aspramente, uomo che ha incarnato il vigore e l’intelligenza, ma anche il disfacimento del corpo e il dolore. E proprio nel momento massimo della prostrazione, quando con la perdita della voce aveva sigillato il suo essersi dato tutto a Cristo e alla Chiesa, ha mostrato la potenza della sua testimonianza.
Benedetto XVI l’ha ricordato nell’Angelus di domenica scorsa. Puntualizzando il fatto che Karol Woityla sia morto proprio alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia. Una domenica che si è fatta strada nella sensibilità liturgica della Chiesa grazie ad una santa Polacca Faustina Kovalska.
Come Suor Faustina – ha detto il papa -, Giovanni Paolo II si è fatto a sua volta apostolo della Divina Misericordia. La sera dell’indimenticabile sabato 2 aprile 2005, quando chiuse gli occhi a questo mondo, era proprio la vigilia della seconda Domenica di Pasqua, e molti notarono la singolare coincidenza, che univa in sé la dimensione mariana – il primo sabato del mese – e quella della Divina Misericordia. In effetti
il suo lungo e multiforme pontificato ha qui il suo nucleo centrale; tutta la sua missione a servizio della verità su Dio e sull’uomo e della pace nel mondo si riassume in quest’annuncio, come egli stesso ebbe a dire a Cracovia-Łagiewniki nel 2002, inaugurando il grande Santuario della Divina misericordia: “Al di fuori della misericordia di Dio non c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri
umani”. Il suo messaggio, come quello di Santa Faustina, riconduce dunque al volto di Cristo, suprema rivelazione della misericordia di Dio. Contemplare costantemente quel Volto: questa è l’eredità che egli ci ha lasciato, e che noi con gioia accogliamo e facciamo nostra.
Al di fuori della misericordia non c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri. La dodicesima stazione di Gracz vede il pavimento disseminato di candele, esse formano un contrappunto in terra che risponde al cielo della lituania, disseminato di croci. Esse costituiscono la luce umile della misericordia, che non trova spazio nelle notizie di prima pagina, ne può costituire la trama dei films che fanno cassetta, ma c’è. E Giovanni Paolo II di cui vogliamo onorare la memoria ne fu eminente testimone. Suor Maria Gloria Riva  –  Cultura Cattolicahttp://image58.webshots.com/158/8/33/95/2989833950052568531lOiBsY_ph.jpg

IL SUO RICORDO NON CI ABBANDONAultima modifica: 2008-04-01T15:06:53+02:00da ritina5
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2 pensieri su “IL SUO RICORDO NON CI ABBANDONA

  1. grazie per essere passata dal mio blog e avermi fatto gli auguri per le mie mimme…..e mi hai sorpresa per come ho visto il tuo blog..sei cattolica come me,un saluto cecilia

  2. Ciao Cecilia, si sta bene nel tuo blog,a gustare insieme la gioia di appartenere a Gesù Cristo. Ti abbraccio forte!

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