L’ETERNO APPETITO DELL’INFANZIA

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C’è un film su San Francesco, uno dei tanti, che incomincia facendo vedere Francesco ancora bambino che guarda il mondo stando appeso a testa in giù. Col tempo ho capito che quel modo di fare mi torna sempre utile, perché guardare le cose da prospettive inconsuete aiuta a capire meglio come sono fatte per davvero, senza lasciarsi assuefare dalla regolarità di quelle leggi che per scienza riteniamo immutabili.
Poi anche qui, l’incontro con un genio, in questo caso quello di Chesterton, mi ha chiarito tutto in maniera strepitosa.
 

«Può non essere una automatica necessità quella che fa le roselline tutte eguali; può darsi che Dio lo faccia separatamente, una a una, e non Gli sia mai venuto a noia di farle. Può darsi che Egli abbia l’eterno appetito dell’infanzia; perché noi abbiamo peccato e ci siamo fatti vecchi, ma il Padre nostro é più giovane di noi.
Le ripetizioni in natura possono non essere semplici corsi e ricorsi, possono essere dei bis, come a teatro
.»*

L’eterno appetito dell’infanzia. Avete presente quando un bambino vi chiede e richiede, fino alla nausea, di ripetere sempre le stesse storie, gli stessi racconti, perché gli piacciono proprio così?
Beh, fa un certo effetto pensare che Dio continui a farlo più o meno per lo stesso motivo…

[*tratto dal libro Ortodossia(l908), Morcelliana, Brescia]
Grazie al blog Martayensid e grazie al Grande Chesterton
più Vivo che mai! 
L’ETERNO APPETITO DELL’INFANZIAultima modifica: 2008-06-10T15:10:00+02:00da ritina5
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