UN GRANDE PAPA

In ricordo di un Grande Papa. Oggi sono trent’anni dalla Sua elezione alla guida della Santa Chiesa. Sono certa che continua la Sua missione dal Paradiso.

Il video di quel 16 Ottobre 1978  

“Un solo giornale al mondo previde l’elezione di Karol Wojtyla: il bollettino dell’università di Harvard. Nel 1976, due anni prima del conclave, il cardinale di Cracovia aveva tenuto una conferenza nel prestigioso ateneo e il Crimson pubblicò una sua foto con la dicitura: “Un giorno sarà papa”. Anche il settimanale Time, ad onore del vero, inserì il nome di Wojtyla nella lista dei papabili, ma affrettandosi a spiegare che si trattava di una “possibilità remota”. 

Il curialissimo Tg1 aveva preparato una lunga serie di biografie di cardinali, per essere in grado di trasmettere quella giusta subito dopo la fumata bianca. Fra le oltre trenta cassette non c’era quella di Wojtyla. Ma il vaticanista Vittorio Citterich, due giorni prima del conclave, incontrò un sacerdote di Forlì, Francesco Ricci, direttore della rivista Cseo (voce della “Chiesa del silenzio”) e questi gli consigliò vivamente di aggiungere in archivio la biografia del porporato polacco. Cosa che il giornalista fece, e di cui ringraziò eternamente il prete romagnolo. 

Insomma, oggi i giovanissimi (diciamo pure gli under 30) stentano ad immaginarlo. Ma l’elezione del papa polacco fu davvero una cosa dell’altro mondo. Si fa presto adesso (dopo la doppietta Wojtyla-Ratzinger) a dire papa straniero. Ci siamo già abituati, sembra normale. Ma allora, quel 16 ottobre di trent’anni fa, fu una rivoluzione. Quattro secoli e mezzo di papi solo italiani. L’ultimo straniero, un olandese, Adriano VI, era stato eletto nel 1522 e fra l’altro governò la Chiesa per appena un anno.

Ma ovviamente non fu solo il fatto di non essere italiano, la novità. Un papa che veniva dalla cortina di ferro, da quella parte del mondo che gli accordi fra i vincitori della guerra, nel 1946, avevano assegnato alla “sfera di influenza” dell’Unione Sovietica. Spartizione considerata da tutti, allora, immodificabile. Una scelta temeraria, spericolata, sul piano politico, quella compiuta dai 111 cardinali segregati nella Cappella Sistina. Pare siano stati i cardinali di lingua tedesca (Austria e Germania) i più convinti promotori della candidatura Wojtyla. Fra loro c’era il neo cardinale di Monaco, tal Joseph Ratzinger. Curiosamente uno dei pochissimi cardinali superstiti (per l’esattezza due, lui e l’americano Baum) che nel 2005 parteciperanno anche al prossimo conclave, per eleggere il successore di Giovanni Paolo II.

Come era diverso il mondo quando il ‘guerriero di Dio’ irruppe nella scena planetaria. E come era diversa la Chiesa. Parlare di Cristo, senza aggiungere subito dopo mille precisazioni (dialogo, mediazione, ecumenismo) sembrava sconveniente, retrò. E lui, il nuovo papa, parlava eccome di Cristo, “senza paura”. Prendendosi sberle dai giornaloni, all’inizio. Ne parlava sempre con quella voce da uomo, uomo vero, non da prete (altra, e non secondaria novità!). Ma proprio perché innamorato non di una Idea bensì di una Persona si apriva a tutti, aveva come orizzonte il mondo intero. Mentre oggi forse si corre il rischio opposto, di fare dei valori cristiani una ideologia, una bandiera che chiude anziché… aprire, anzi spalancare le porte a Cristo.

Tutto è stato detto di questo papa, tutto è stato mostrato. Pochi fedeli forse sapranno citare i titoli delle sue 14 encicliche. Tutti però – fedeli e infedeli – si ricorderanno per aver visto in tv qualche suo gesto, in cui passava la sua umanità. Una carezza o un gioco. Il tono della voce che si alza all’improvviso per ricordare a quei presidenti “giovani… più giovani di me” che la guerra è sempre una sconfitta dell’umanità. La mano tremante, i momenti di preghiera in cui tutto il resto sembrava scomparire, la sofferenza che lo addolcisce (non come accade a noi): il pastorale con la croce, impugnato come una lancia quando era giovane, diventa appoggio della sua vecchiaia. Il ricordo più bello degli ultimi giorni me lo ha affidato un cardinale di curia che lo andò a trovare nel letto dell’agonia, nel palazzo apostolico. Un cardinale che non sempre aveva condiviso i suoi orientamenti dottrinali, e per questo era esitante, timoroso e imbarazzato nell’ultimo saluto. “Il Papa apre per un istante gli occhi, mi riconosce, mi fa cenno di avvicinarmi al letto, un sorriso buono, di padre, e mi benedice…” Piangeva questo anziano e navigato porporato, quando lo raccontava.”

 

Lucio Brunelli – Il Sussidiario

UN GRANDE PAPAultima modifica: 2008-10-16T11:28:56+02:00da ritina5
Reposta per primo quest’articolo

11 pensieri su “UN GRANDE PAPA

  1. io credo che un papa come ogni altro sacerdote debba essere giudicato in base al fatto se sia stato “sale della terra” oppure no. Giovanni Paolo è stato il papa più simpatico e mediatico, è stato il papa che maggiomente è entrato nei nostri cuori…ma nei nostri cuori ha portato tanto miele…ma poco sale.

  2. Cari fratelli Giovanni Paolo secondo è stato un papa che è piaciuto a tutti, il mondo lo amava, anche i lontani o gli avversari e questo è un segno pessimo che si scontra con le parole di Gesù…”guai a voi quando tutti diranno bene di voi”… Giovanni Paolo è passato nella nostra epoca senza lasciare tracce evangeliche significative, non ha graffiato, non ha infastidito, non si è esposto più di tanto, ha avuto rispetto dei predoni di questo mondo, raramente ha puntato il dito, anche lui amava essere osannato…quando sarà che vedremo un papa infastidito dagli applausi, dalle lodi e dagli onori, un papa che bada alla qualità e non alla quantità e che dica alle folle osannanti…il vangelo è questo, chi non lo accoglie può andarsene.

  3. Io credo che sia venuto il momento di ammainare gli striscioni del “santo subito” ed animati dalla più viva carità cristiana sperare che Giovanni Paolo sia riuscito ad evitare l’inferno. Questo non in base a ciò che io penso ma alle parole cariche di responsabilità che disse Gesù…”A chi molto è stato dato molto sarà richiesto ma a chi molto è stato affidato molto di più sarà richiesto”.
    Di tutto il marcio che si poteva vedere nella chiesa e nel mondo non ha visto quasi nulla…ma io sono convinto che la sua cecità sia stata in buona fede.

  4. Un Papa è sempre considerato un grande Papa solo dopo morto! Dov’eri, David, quando Giovanni PaoloII gridava a piena voce contro la mafia, contro la guerra, contro l’oppressione dei poveri, quando la stampa lo criticava per i molti viaggi, ecc.? Forse eri su un altro pianeta! I cristiani lo hanno amato e lo amano; i detrattori lo criticano ancora, come criticano Cristo, collocandolo in un cielo inaccessibile! Scusami se sono sincera nella mia crudezza, ma mi rassomigli tanto ai farisei che Gesù chiamò “sepolcri imbiancati”!

  5. Ciao Teo, anche io amo moltissimo G.P.II, ci siamo cresciuti con lui, e ha sprovincializzato la Chiesa, ridotta a ente morale dal Concilio. Io Gli chiedo sempre di aiutarmi nella vita, per me è davvero un prediletto del Signore, ed è stato un grande Testimone della fede. Chi puo’ dimenticarlo?

  6. cara ritina nelle tue parole c’è una partecipazione emotiva che non ti permette di vedere le cose quali sono…sei troppo innamorata di lui per giudicarlo. Indubbiamente ha fatto e detto delle cose buone ma fra quello che ha fatto e quello che poteva e doveva fare…ne corre. Ti ricordo che sotto il suo pontificato e sicuramente con il suo beneplacito ad Assisi in occasione della preghiara per la pace con i rappresentanti delle altre religioni per non urtare la suscettibilità degli altri leader religiosi sono stati oscurati i cricifissi…gesto gravissimo che equivale al rinnegamento di Pietro nei confronti di Gesù. T’immagini quel giorno in cielo quale effusione di sangue dal cuore di Maria…quale pugnalata alle spalle per Gesù…quanto stupore, scoramento negli occhi dei santi…è come se la chiesa avesse detto…”non conosco quell’uomo”.

  7. Carissimo David, non so come, realmente, siano andate le cose di Assisi; credo che per certe manifestazioni ci siano molti consiglieri a proporre delle determinate scelte ma, ammesso e non concesso, che le cose siano andate come affermi tu, non si puo’ condannare un Papa – immaginandolo addirittura all’inferno – e il suo intero operato, solo per una scelta, sia pure opinabile, di rilanciare la Religiosità del genere umano, messa a tacere da un laicismo imperante e spudorato, invitando tutti coloro che, ognuno a suo modo, riconoscono una Divinità al di sopra dell’uomo. Non c’è stato mai un minimo dubbio che Giovanni PaoloII sia stato un vero innamorato e un fedele seguace di Cristo. Se non altro bastano le sue Encicliche a dimostrarlo.
    Io non sono “innamorata” di G.P.II, lo amo come amo BenedettoXVI, perchè sono Cattolica e non posso non amare il Papa, che è il segno dell’unità di tutti i Cattolici; altrimenti saremmo protestanti; ottime persone, ma non della Chiesa che Cristo stesso ha fondato. Non è un ragionamento emotivo il mio, è la semplice sequela di un vero, anche se povero, peccatore e miserabile, fedele di Gesù Cristo. Di Lui sì, sono immamorata; follemente innamorata!

  8. carissima ritina è bello sentirti dire che sei follemente innamorata di Gesù Cristo…
    anch’io lo sono…tutti gli altri, papi, vescovi, sacerdoti, noi che tentiamo di testimoniare goffamente la verità siamo solo servi inutili. Non sta a noi innalzare come non sta a noi abbassare poiché non sta a noi giudicare. Non dobbiamo essere certi che qualcuno sia in paradiso a meno che non abbia abbondantemente sofferto, rinnegato tutto e tutti per seguire il Signore, sia morto nella solitudine e nell’abbandono come è avvenuto per Gesù. Il nostro occhio è imperfetto ed io credo che il giorno del giudizio ci saranno santi che scenderanno dal calendario per andare al supplizio eterno come ci saranno dei disprezzati che saranno innalzati.

  9. cara ritina mi sono accorto che nel tuo blog si è insinuato “il falso cristo” della madonna di Medjugorie…se vogliamo che le nostre testimonianze siano fondate sulla roccia non possiamo dare spazio a voci che non sappiamo dove ci porteranno…”siate prudenti come i serpenti”…

  10. Caro Luigi (nome mitico!eheheh) don Negri, ora monsignore, è stato profetico! Ti ricordi la nostra esultanza, quel fatidico 16 ottobre? Molti dei nostri amici conoscevano il cardinale Wojtyla, nei pellegrinaggi alla Madonna Nera, eravamo certi della Sua grandezza, è stato, ed è un Padre. Egli ha detto a don Giussani che “siete uomini senza patria!” Ti abbraccio!

I commenti sono chiusi.