Elogio dei viziosi

Avere piccole valvole di sfogo ci rende normali. Lo sapeva san Escrivá de Balaguer

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«Se non fumi e non bevi, morirai sano». Pare a noi che dell’antica saggezza di codesto proverbio russo oggi si sia persa traccia. Lotta al tabacco (sulla copertina di Famiglia cristiana), lotta all’alcol (nelle vie milanesi), lotta all’amore (nel “lettone di Putin”), lotta alla flatulenza delle mucche australiane (come bucano l’ozono loro, non lo buca nessuno). Per i viziosi non c’è scampo. Eppure un mondo senza di loro sarebbe più inaffidabile. Perché il vizioso – se è tale, cioè consapevole di esserlo, ché altrimenti è solo un allocco – è la persona giusta da cui comprare un’auto usata. Il vizioso sa di avere una debolezza, non sa resistervi, ma ciò non gli impedisce di condurre positivamente la vita. Anzi, proprio perché la sua meschinità ha una piccola valvola di sfogo, si può star certi che non sarà capace di grandi frodi.
Chi ama invece presentarsi come irreprensibile – condizione umanamente impossibile – celerà le sue nere miserie nell’ombra per poter predicare la virtù in pubblico. Ma quelle, da piccole, si faranno grandi, fino alla frustrazione, fino alla tragedia (Hitler era un igienista vegetariano). Avere piccoli vizi allegri è auspicabile, come ben sapeva san Josemaría Escrivá de Balaguer che, avendo saputo che dei tre primi sacerdoti dell’Opus Dei nessuno fumava, ordinò che almeno uno cominciasse a farlo. «Perché – disse – su tre persone “normali” almeno una fuma». Solo uno dei tre obbedì: era Álvaro del Portillo, suo primo successore.

Da Tempi

Elogio dei viziosiultima modifica: 2009-07-30T14:13:27+02:00da ritina5
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