MAESTRI CERCASI

Fino a settimana scorsa ci si era giustamente lamentati perché il dibattito elettorale aveva completamente dimenticato quell’urgenza educativa che Benedetto XVI ha ampiamente denunciato e di cui tutti, almeno in teoria, condividono il richiamo. Sorprendentemente nessuna parola era apparsa sulla scuola nei discorsi elettorali dei nuovi candidati.

E’ Veltroni ad essersi espresso e ad aver rotto il silenzio. Ma era meglio se stava zitto. Il Veltronismo si dimostra degno erede del Prodismo. Se n’è accorto il suo “alleato” Massimo Cacciari, il quale qualcosa di cultura sa, e interpellato sul veltroni-pensiero ha esclamato, ”lasciamo perdere la fantasia e altre puttanate. Così va a finire che gli studenti si montano la testa e magari si sentono tutti Leopardi”.
Che aveva detto Veltroni per suscitare la triviale risposta di Cacciari? Aveva proposto un’idea diffusa nella scuola post sessantottina, ovvero quella che gli studenti debbano esprimere la loro creatività e che debbano essere per questo inventate nuove forme, capaci di abbracciare il teatro, il cinema, ecc. Sotto accusa di nuovo il “tema”, come unica espressione di creatività. Accusa insulsa, anche perché da tempo il tema non è l’unica forma di espressività linguistica nella scuola.
Cosa sta a significare questo botta e risposta all’interno del centrosinistra?
Significa che l’urgenza educativa non è vista. Non è riconosciuta nei suoi tratti. E questo perché della parola educazione se ne sono perse le tracce. Oramai la scuola è occupata da un ideologismo che annichilisce qualsiasi buona intenzione.
Viene chiarito, inoltre, donde provenga questa arida terra bruciata in cui si riduce la scuola ed ogni dibattito sulla scuola, comprese le maldestre teorie di riforma più recenti. L’anima sinistrorsa del ’68, (come ho avuto modo di spiegare in dettaglio su Le Ragioni dell’ Occidente, in vendita questo mese in allegato alla Voce) ha occupato la scuola con idee sciagurate (no all’autorità, no al testo, no al rigore della valutazione, no ai contenuti, ecc.) che hanno fatto il vuoto. Una terra bruciata che, ancora prima che nelle aule, abita nelle teste di docenti e studenti tiepidamente “progressisti” i quali inseguono le fantasie più astruse, mascherate da parole d’ordine quali “giornata dell’arte”, “pluridisciplinarietà”, “sperimentazione”, ecc. Cose buone in sé, ma poste senza realismo e senza rispettare i passi fondamentali per una crescita umana e culturale.

E’ ora di tornare alle fondamenta.
Fondamenta didattico-pedagogiche, in primis, quali l’abc del sapere oggi ignoto per tanta parte della popolazione scolastica, come ricorda Carlo Panella nel suo Blog. Fondamenta umane, poi, quale è il valore e il ruolo del maestro, inteso come “auctoritas” che interpella la libertà dell’alunno.
Insomma, il centrosinistra dimostra di non avere alcuna idea della scuola quale luogo dove poter innescare un processo educativo. Finchè siamo in tempo fermiamoli perché l’anti scuola del ’68 è ancora viva in loro, come attestato nelle parole di Veltroni, e non può portare nulla di buono.
Al contempo occorre cominciare un nuova “cerca”, una sorta di rinnovata “cerca del Graal”. Occorre mettersi in cerca di maestri, abbracciarli, non lasciarli andar via, considerarli il bene più prezioso per un paese che batte il passo e per un popolo disorientato.
E’ davvero tempo di una svolta.

Emanuele Polverelli (Il non blog) socio di SamizdatOnLine


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MAESTRI CERCASIultima modifica: 2008-03-07T22:45:14+01:00da ritina5
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