PIU’ MOTIVI PER ESSERE FELICI DI BENEDETTO XVI

Attingo da un articolo documentato di Giulio Meotti su Il Foglio Quotidiano di martedì 15 aprile dove si dice che Benedetto XVI può essere il protagonista di una “nuova riforma”. Secondo gli evangelici americani quello di Ratzinger Papa è “uno dei più grandi momenti della chiesa cristiana, non solo per gli evangelici. C’è più di un motivo per cui tutti i protestanti evangelici, e tutti gli ortodossi di ogni confessione, devono essere felici di Benedetto XVI”.
Il primo motivo è che Ratzinger “prende sul serio la questione della verità”, è un Pontefice che ha visto la distruzione dell’Europa per mano del nazismo, dello stalinismo e oggi della “dittatura del relativismo”.
La sua teologia è centrata sulla Bibbia. Il lavoro teologico di Benedetto XVI è segnato da un evidente amore e devozione per le Sacre Scritture”.
Continuando nel rilevare i motivi di felicità per la visita di Benedetto XVI si rileva che Ratzinger è portatore di un “messaggio cristocentrico” e gli evangelici dicono di averlo stimato a partire dal documento del 2000 “Dominus Iesus”.
C’è poi “la sua prospettiva agostiniana” da cui, ecumenicamente, potrebbe venire un “prezioso apprezzamento anche per un altro grande teologo tedesco agostiniano, il monaco e riformatore Martin Lutero”.
Ratzinger “persegue la cultura della vita”, ha rinnovato il pensiero cattolico sulla manipolazione genetica e sull’accanimento sulle due fasi più deboli dell’esistenza umana, il concepimento – nascita e la morte. Il cambio di prospettiva del protestantesimo evangelico americano (il 26 per cento della popolazione totale degli Stati Uniti) verso la Chiesa cattolica sembra quindi un radicale nuovo atteggiamento: “Il cattolicesimo romano non è un solo un culto e il Papa non è l’Anticristo”. Ci troveremmo quindi di fronte a “una nuova fase benedettina della chiesa”.
Una laicità positiva
Sentono che è iniziato qualche cosa di stupendo e cioè che “il Papa ama l’America” e la sua filosofia è la più consona alla cultura americana. L’amore di Ratzinger per la cultura americana avrebbe radici profonde ed esistenziali. A 18 anni ebbe modo di incontrare americani in un campo di prigionia che lo hanno segnato favorevolmente. Ratzinger constatò con meraviglia che il proprio paese fu ricostruito dal niente, grazie ad una forza occupante, gli Stati Uniti, sulle rovine del più crudele totalitarismo del Novecento. Durante il Concilio, nella discussione per la Dignitatis humanae, si rese conto che la rivoluzione americana aveva offerto un modello di Stato moderno diverso da quello teorizzato dalle tendenze radicali emerse dalla seconda fase della rivoluzione francese, con una forma non confessionale di religione civile fra cattolici e protestanti che bisogna saper cogliere e apprezzare.
Ratzinger è stato per ben cinque volte e per lunghi periodi in America, dove ha sviluppato e approfondito la constatazione di un inedito spazio pubblico alla religione e in esso piena cittadinanza alla fede cristiana delle varie confessioni: essa “va al di là delle singole denominazioni confessionali e definisce la società dal di dentro, rafforza il corpus della legge, definisce i limiti delle libertà individuali e crea le condizioni per una libertà comune condivisa”. Da qui il paragone critico con l’Europa: “L’Europa, a differenza dell’America, è in collisione con la propria storia” con un laicismo negativo. Diversa soprattutto la visione positiva della laicità. “In America lo stato non è altro che uno spazio libero per diverse comunità religiose, è una operazione (quella di Stato e Chiese libere) concepita positivamente e consente alla religione di essere se stessa, una religione che protegge il proprio spazio vivente dallo stato”. Come commentò Ruini: “la cosiddetta ‘religione civile’ americana sembra meglio in grado di garantire, nell’attuale società libera e democratica, i fondamenti morali della convivenza e in ultima analisi una comune e condivisa visione del mondo”. In questa luce il Vaticano II ha proposto un nuovo rapporto tra Chiesa e Stato moderno, che concede spazio civile a cittadini di varie religioni e ideologie, comportandosi verso queste religioni in modo imparziale e assumendo semplicemente la responsabilità per un convivenza ordinata e tollerante tra i cittadini per la loro libertà di esercitare la propria religione, senza alcun giudizio di valore o di relativismo religioso.
Bush un presidente profondamente colpito dalla cultura cattolica di Benedetto XVI
Bush, che aveva partecipato personalmente ai funerali di Giovanni Paolo II, ha preparato un’accoglienza eccezionale per Benedetto XVI. “Qui arriva – ha detto – un uomo di fede…Voglio onorare la convinzione di Benedetto per cui c’è il giusto e lo sbagliato nella vita e che il relativismo morale è un pericolo che annulla la capacità di avere società più libere e di speranza

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PIU’ MOTIVI PER ESSERE FELICI DI BENEDETTO XVIultima modifica: 2008-04-19T10:53:03+02:00da ritina5
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